Chi ha ideato il by-pass API
Un’informazione priva di approfondimento critico, come quella offerta
dai mass-media, che si occupa soltanto della diffusione di “notizie
oggettive” (molto spesso fornite da soggetti istituzionali interessati)
ha il potere di farci considerare sicuro ciò che invece non lo è; di
inibire lo stimolo alla riflessione ed alla comprensione dei fatti.
Quello del by-pass API è un caso esemplare.
Quando, alla metà del 2002, i giornali cominciano a citare il “by-pass
API”, sembra già si tratti di una scelta consolidata e “sicura”, in
procinto di passare alla fase di attuazione.
Soltanto chi da molto tempo seguiva gli accadimenti per comprenderne il
senso, andando oltre alla semplice raccolta di notizie, poteva avanzare
dubbi, cercando, attraverso l’analisi dei documenti ufficiali, come
stessero effettivamente le cose.
Si scopre così che ancora nel 2000, come si evince dalla Dichiarazione
di area ad elevato rischio di crisi ambientale, non esisteva alcuna
ipotesi di by-pass API, ma una “bretella Chiaravalle-Montemarciano,
chiesta dalle ferrovie al fine di evitare il nodo di Falconara nel
collegamento Roma-Rimini”. Un solo binario dedicato al trasporto
merci.
La bretella Chiaravalle-Montemarciano, che attraverso la piana delle
Poiole si collega alla linea adriatica all’altezza della ex-Montedison,
è conosciuta da tempo. Ha ottenuto dei pareri preliminari favorevoli da
parte della Regione ed è considerata anche nel Piano Territoriale di
Coordinamento della Provincia di Ancona che, tuttavia, propone un
adeguamento di tracciato più compatibile con un arretramento della linea
adriatica da Marzocca ad Ancona sud, affiancato a quello
dell’autostrada, in sintonia con gli indirizzi del “Corridoio
Adriatico”.
Sempre nella Dichiarazione, il problema del rischio connesso al transito
della ferrovia adriatica entro l’ambito della raffineria è considerato (giustamente) in modo completamente separato dai problemi di ordine trasportistico. Le ipotesi di mitigazione di cui si discute in quel
periodo riguardano essenzialmente la realizzazione di dispositivi di
protezione, come paramenti murari, gallerie o simili.
Ma allora quando, e soprattutto, chi ha avanzato la strana
ipotesi di “liberare” la raffineria dal transito ferroviario?
I
giornali parlano sempre di “progetto RFI”,ed infatti il progetto
preliminare del by-pass porta la firma delle ferrovie. Ma perché le
ferrovie avrebbero avanzato una proposta che appare più costosa e meno
efficiente sul piano trasportistico?
Una risposta ci viene – indirettamente – proprio da RFI la quale, in
risposta alle osservazioni avanzate dai Comitati sullo studio di impatto
ambientale del progetto del by-pass, afferma che:
“la
realizzazione del by-pass di Falconara M.ma nasce da una richiesta
formale
del Presidente della Regione” ed ha “lo scopo di minimizzare gli impatti
dell’attraversamento dell’Api.”
 |
il
Presidente della Regione Marche
Vito D'Ambrosio |
Perché il Presidente
della Regione avrebbe chiesto questo spostamento? Forse
qualche studio successivo alla Dichiarazione di area ad elevato rischio
di crisi ambientale aveva
evidenziato che questo era il modo più conveniente di diminuire il
rischio?
Non risulta esserci nessuno studio che esprima una tale evidenza. E poi,
non è forse il Piano di Risanamento
previsto a seguito della Dichiarazione a dover indicare, in prima
istanza, gli interventi urgenti per la riduzione del
rischio? Perché anticipare queste scelte e, per di più, senza alcun
avvallo tecnico?
La conferma dell’ipotesi di una decisione tutta “politica”
del by-pass API ci viene proprio dal principale documento tecnico
relativo al rischio industriale: l’istruttoria del Rapporto di sicurezza
redatto dall’API condotta dal Comitato Tecnico Regionale (CTR),
consegnata il 10 dicembre 2002, che riguardo alla ferrovia non mostra
scenari di crisi così catastrofici ma, tuttavia, si limita a “prendere
atto della esistenza di un’intesa tra Governo e Regione Marche siglata
il 24 ottobre” che prevede lo spostamento della ferrovia. Quindi la
decisione è stata presa dalla Regione senza neanche coinvolgere il
Comitato Tecnico, il quale sembra non conoscere nulla di quella scelta e
delle motivazioni che l’hanno generata.
La data del 24 ottobre 2002 corrisponde alla sottoscrizione dell’Intesa
Generale Quadro Stato-Regione dove compare la previsione di realizzare
il by-pass API. L’intesa è stata poi ratificata congiuntamente dalla
Regione, dalla Provincia e dal Comune di Falconara (in questa occasione
tutti d’accordo) il 5 novembre 2004.
Dalla lettura del testo dell’Intesa Generale Quadro si risale al 21
dicembre 2001, data della delibera CIPE in cui, per la prima volta, di
fa menzione del by-pass API.
Uno scenario, quello regionale, che dopo quasi tre anni di stasi a
seguito dell’incidente del 25 agosto 1999, improvvisamente, nella
primavera del 2002 (appena pubblicata la delibera CIPE che recepisce il
by-pass API) è colto da un insolito fervore.
Tutto comincia a correre, e non mancano i colpi di scena, come il
burrascoso cambio della guardia nella componente di Rifondazione
Comunista all’interno della giunta regionale, dove alla Cecchini
succede Marco Amagliani, al quale viene affidato proprio l’assessorato
a cui spetterà l’ultima parola sulla concessione API.
Solo una coincidenza?
Il 30.5.2002 la raffineria API chiede alla Regione Marche il rinnovo
della concessione. Anche questa è una coincidenza?
A
ulteriore prova del fatto che il by-pass API sia nato, nelle stanze
della Regione, come soluzione politica prima che tecnica è il documento
regionale di accertamento di conformità del PTC della Provincia di
Ancona datato 12 febbraio 2003 nel quale si dichiara che ancora “è
in corso un accordo tra Regione, Anas e RFI Spa per avviare un
progetto preliminare di linea ferroviaria adriatica da Falconara a
Marina di Montemarciano, con contestuale realizzazione di una bretella
di collegamento con la linea romana …”
By-pass API e rinnovo della concessione viaggiano quindi di pari passo.
Nascono e si concludono, per quanto attiene alla competenza regionale,
negli stessi periodi - in accordo.
Ma appare evidente che chiedere lo spostamento della ferrovia per
ridurre il rischio causato dalla raffineria equivale ad affermare con
assoluta certezza che la raffineria dovrà restare.
Ciò significa che il Presidente della Regione aveva già deciso, almeno
dal dicembre 2001, che il rinnovo della concessione sarebbe stato
accordato. Lo aveva deciso già prima che l’Api avanzasse la domanda di
rinnovo della concessione!
Sembra quasi che l’Api abbia atteso il recepimento del by-pass come atto
probatorio della disponibilità della Regione prima di presentare la
domanda di concessione: sicura, a quel punto, che sarebbe stata accordata.
 |
l'Assessore all'Ambiente
della Regione Marche
Marco Amagliani |
Di certo c’è che l’Api,
grazie al by-pass, vede risolti alcuni dei problemi di compatibilità
territoriale, causati dalla sua insensata espansione, con i soldi dello
Stato (in altri termini: noi paghiamo per le responsabilità dell’Api).
Di certo è anche
che l’Api otterrà nuove superfici utili,
liberate dallo
spostamento della linea adriatica, risolvendo la tragedia
del 25 agosto ’99 in
un’ulteriore occasione di espansione.
Tutto questo grazie all’azione energica della Regione Marche, che ha
addirittura convocato la conferenza dei servizi per la valutazione del
progetto del by-pass in anticipo rispetto alle scadenze previste
ai termini di legge.
E
siccome in tutte le commedie all’italiana è sempre presente il
gioco del destino, il giorno in cui la Regione ha dato il parere
favorevole al by-pass, chiudendo definitivamente la partita Api, non
poteva che essere il 25 agosto. Esattamente nell’anniversario del quarto
anno dal tragico incidente, mentre i cittadini, soli, ricordavano.

Chi sostiene ora il
by-pass
In questi ultimi mesi i Comitati hanno continuato a denunciare la
gravità dell’ipotesi del by-pass, illustrando in più sedi come questo
tracciato determini un impatto ambientale devastante sul territorio e,
soprattutto, un peggioramento delle condizioni di sicurezza per i
residenti di Villanova e Fiumesino.
Una soluzione che garantirebbe all’Api la possibilità di espandersi
recuperando circa 3,5 ettari di area oggi occupata dalla sede
ferroviaria !
Nello stesso periodo la Provincia di Ancona ha reso pubblico lo studio
sull’arretramento della ferrovia adriatica che, in particolare, prevede
la realizzazione di una linea metropolitana leggera nella fascia
costiera al posto dell’attuale linea ferroviaria.
Al fine di verificare la possibilità di conciliare le posizioni dei
Comitati con l’ipotesi avanzata dalla Provincia, il Presidente Giancarli,
nel corso di una conferenza sul tema tenutasi a Senigallia, ha invitato
i Comitati ad un incontro di verifica tecnica.
L’incontro si è tenuto presso la sede provinciale il 21 maggio, alla
presenza del presidente Giancarli, degli assessori Linguiti e Montesi,
dei rappresentanti dei Comitati, dell’ing. Marconi (progettista dello
studio per l’arretramento della ferrovia) e dell’arch. Brunelli (esperto
di pianificazione territoriale con particolare riguardo alla realtà
della vallesina).
Dall’incontro, tenutosi in un clima sereno e cordiale, sono emerse
importanti considerazioni relative al by-pass:
-
Il by-pass non serve
al progetto di arretramento della ferrovia e di metropolitana
leggera, promosso dalla Provincia e sostenuto dai Comitati
-
E’ bene scindere il
problema della sicurezza, legato alla vicinanza ferrovia-Api, dal
problema trasportistico di assicurare un collegamento da Roma verso
Rimini, evitando il nodo di Falconara.
-
Riguardo al problema
della sicurezza, la soluzione più economica e praticabile, come
ribadito dall’ing. Marconi, è la realizzazione di un tunnel
artificiale, utile anche a migliorare le condizioni di sicurezza per
Fiumesino e ad abbattere l’inquinamento acustico.
-
Riguardo al raccordo
ferroviario, è conveniente puntare direttamente su un arretramento
della ferrovia adriatica, evitando ingenti spese (per il by-pass) che
si rivelerebbero inutili per un tracciato di metropolitana leggera.
L’intesa raggiunta tra Provincia e Comitati ha scatenato l’ira del
sindaco di Falconara Carletti, che con la messa in discussione del
by-pass vede vacillare il progetto Bohigas ed il piano di recupero di
Villanova.

Drastica anche la replica della segreteria Ds, nel nome di Roberto
Piccinini, il quale giunge ad affermare che il presidente Giancarli ha
sostenuto “suo malgrado” l’inutilità del by-pass raggiunta con i
Comitati (mettendo in dubbio la legittimità stessa dei Comitati, come se
occorresse una legittimazione per esprimere le proprie idee !!!),
invitando Carletti e Giancarli ad adoperarsi assieme perchè il by-pass
venga al più presto approvato!
Questo conferma una certa paternità politica del by-pass.
Rispetto a questa posizione era lecito quindi aspettarsi che la parte
politica avversa assumesse posizioni contrarie.
In effetti il viceministro Baldassarri aveva più volte annunciato (a
partire dal mese di febbraio) che avrebbe presentato la soluzione del
governo per il nodo di Ancona, compresa l’ipotesi di arretramento della
ferrovia che lasciava intendere una eliminazione del by-pass, la cui
discussione al CIPE era stata difatti sospesa.
Il 1° giugno Baldassarri ha esposto ad Ancona una ipotesi di tracciato
ferroviario molto incerta che tuttavia recupera con certezza il by-pass,
proponendo addirittura una stazione a Fiumesino.
Quindi, Ds e AN, centrosinistra e centrodestra, vanno d’accordo sul
by-pass.
Resta da chiedersi a che cosa o a chi si deve questo accordo.
C’entra forse il raggiungimento di un compromesso tra grandi interessi
sul territorio, quali la Quadrilatero, l’Api, le operazioni immobiliari
a Falconara nord? Una riuscitissima concertazione? (perchè farsi
la guerra! c’è da fare per tutti…)
Oppure c’entrano qualcosa i 3,5 ettari che potrebbero essere rapidamente
liberati all’interno dell’Api?
Come ci ha insegnato la vicenda dei buoni benzina, in certi casi
i fronti politici contrapposti si trovano subito d’accordo.
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il Sindaco di
Falconara M.
Giancarlo Carletti |
il
ViceMinistro dell’Economia
Mario Baldassarri |
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