OSSERVAZIONE

 

Falconara, li 02/07/2003

 

  Al  Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio
    Dipartimento per la Protezione Ambientale
    Direzione per la Valutazione di Impatto Ambientale
    Via Cristoforo Colombo n°44, 00147 ROMA
     
  Al  Ministero per i Beni e le Attività Culturali
    Direzione Generale per i Beni Architettonici ed il Paesaggio
    Via di S. Michele n°22, 00153 ROMA
     
  Alla Regione Marche
    Assessorato Tutela e Risanamento Ambientale – Ufficio VIA
    Via Palestro n°19, 60100 ANCONA
     

 

Oggetto: PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE (V.I.A.) AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO N°190 DEL 20-07-2002 SULLE OPERE NODO DI FALCONARA E COLLEGAMENTO ORTE - FALCONARA CON LA LINEA ADRIATICA (INFRASTRUTTURA STRATEGICA DI INTERESSE NAZIONALE SECONDO L'ART. 1 DELLA LEGGE 21/12/2001 N.443 - LEGGE OBBIETTIVO).

 

OSSERVAZIONI

AL PROGETTO E STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE DEPOSITATI

 

Il Comitato dei residenti nel quartiere di Fiumesino dichiara di non essere riuscito a visionare il documento relativo allo studio perché tale documento non risulta disponibile all’indirizzo della Regione Marche riportato nel bando, bensì al nuovo indirizzo di via Palestro che ci è stato indicato dai tecnici della Regione stessa. Considerato il poco tempo a disposizione questo imprevisto ha pregiudicato la possibilità di visionare adeguatamente il voluminoso materiale depositato.

L’osservazione si basa pertanto sull’esame della sola planimetria di individuazione del tracciato fornitaci dalla Regione Marche.

Ciò che particolarmente preoccupa i residenti  di Fiumesino è l’evidente grave peggioramento delle condizioni di rischio e di stress ambientale a cui saranno sottoposti a seguito e durante la realizzazione del tracciato ipotizzato.

Se tra le motivazioni dichiarate che hanno portato all’individuazione del tracciato di progetto è l’eliminazione del rischio derivante dalla vicinanza della ferrovia con gli impianti di raffinazione petrolifera dell’API, non viene invece considerata l’esposizione del quartiere al rischio di incidente rilevante provocato dalla raffineria.

L’arretramento della ferrovia alle spalle di Fiumesino comporta, per l’abitato, i seguenti effetti:

  • mantiene inalterato il rischio derivante da incidente provocato dalla raffineria. Anzi, si ritiene che, nel caso il progetto preveda anche lo smantellamento della linea ferroviaria esistente che “contiene” gli impianti di raffinazione lato mare, l’esposizione dell’abitato agli effetti di un’esplosione o di un fire-ball sarebbe sensibilmente maggiore;

  • determina un rischio proprio della ferrovia, come evidenziato dagli studi ENEA, alle spalle dell’abitato, in un’area in cui oggi non sussistono condizioni di rischio;

  • determina un “accerchiamento” dell’abitato, a cui viene negato il naturale sfogo verso l’interno e verso il previsto parco dell’Esino.

In generale si può quindi affermare con certezza che la realizzazione del by-pass di progetto comporterebbe un sensibile aggravamento delle condizioni di rischio per l’ambiente e per la salute dei cittadini di Fiumesino.

Altro aspetto, per noi di estrema gravità, è che l’intervento esaminato contrasta con gli investimenti avviati per la ristrutturazione del quartiere nonché con i propositi di riqualificazione complessiva.

Con tutta probabilità la realizzazione del nuovo ponte ferroviario renderà impossibile la ricostruzione dello storico ponte pedonale-ciclabile tra Fiumesino e la Rocca Priora, che costituisce un punto fondamentale per superare l’isolamento di cui soffrono entrambi i quartieri.

Con tutta probabilità la realizzazione del by-pass impedirà l’affermarsi del processo di valorizzazione ambientale del previsto parco dell’Esino che, ancora una volta, resterà solo un bel sogno sulla carta. Il tracciato cancellerebbe proprio l’orto botanico, l’unica realizzazione concreta fatta dall’Amministrazione Comunale sul parco dell’Esino.

Con certezza la realizzazione del by-pass spezzerà i tenui legami che relazionano Fiumesino al territorio, separandolo dalla chiesa di San Lorenzo con un rilevato (od un viadotto) di cospicue dimensioni.

Con certezza, già nella fase di cantiere, l’intervento comporterà una tale ulteriore dequalificazione del valore residenziale del quartiere che si renderà necessario un intervento pubblico per la delocalizzazione degli abitanti. Preludio per la distruzione delle abitazioni e di un pezzo di storia di questa terra.

Non è pensabile, d’altra parte, che i cittadini riescano a sopportare oltre all’ozono e al pm 10, anche il caos, le polveri ed il traffico che saranno prodotti durante l’esecuzione delle opere.

Pertanto, la realizzazione del by-pass comporta la cancellazione dell’abitato di Fiumesino peraltro senza prevedere alcuna soluzione alternativa per i residenti.

Si determina così il caso grottesco (bell’esempio di malgoverno all’italiana) di un intervento che mirando alla riduzione del rischio derivante da impianti industriali, si preoccupa dell’incolumità dei passeggeri del treno (dove la possibilità di un evento incidentale è assai ridotta) ma condanna i residenti di quel territorio alla diaspora.

Se la Regione Marche, in ottemperanza alla legislazione europea e nazionale, si preoccupasse in primo luogo della tutela dei cittadini e dell’ambiente, non potrebbe non accorgersi che la soluzione del by-pass è una non-soluzione, una cattiva risposta al problema. Non potrebbe non cercare altre soluzioni.

Perché, ad esempio, non è stata analizzata l’ipotesi di realizzare una barriera tra la ferrovia e gli impianti dell’API?

Questa soluzione, tecnicamente fattibile, ridurrebbe fortemente il rischio per la ferrovia, ed eliminerebbe quasi del tutto l’esposizione del quartiere al rischio di incidenti ed all’inquinamento sonoro prodotto dagli impianti.

Certo, questa soluzione non consentirebbe all’API di acquisire l’attuale area di sedime della linea ferroviaria e forse comporterebbe la necessità di smantellare qualche serbatoio per realizzare un raccordo breve con la Falconara-Orte (ferrovia degli inglesi), ma d’altra parte, se l’obiettivo è la riduzione del rischio, questi fatti non possono condizionare la scelta della migliore soluzione realizzabile a tutela della salute pubblica.

A tale proposito c’è da sottolineare che la ferrovia è preesistente agli impianti della raffineria, la quale inglobò la stessa negli anni ’70, pertanto l’origine del rischio è attribuibile all’espansione dell’API, che è quindi soggetto responsabile. Perché deve essere la comunità a sopportare costi e conseguenze ambientali di una colpa non sua?

Chiediamo pertanto che lo studio di impatto consideri anche l’ipotesi del tracciato alternativo detto “degli inglesi”, l’ipotesi di tracciato derivante dagli studi della SVIM per l’Aerea ad Alto Rischio Ambientale, l’ipotesi di arretramento della ferrovia a fianco dell’autostrada A14 (ipotesi Piano Territoriale della Provincia di Ancona).

Chiediamo alla Regione Marche di verificare soluzioni di mitigazione dei rischi della raffineria che salvaguardino l’abitato di Fiumesino, attraverso la realizzazione di una barriera a ridosso degli impianti.

 
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