Abbiamo appreso, dalla Stampa locale (“il
Messaggero” del 2 Agosto u.s.), dell’
“intesa siglata” tra il Presidente della Regione Marche , dott.
Vito D’Ambrosio, ed il Presidente della Giunta Provinciale di Ancona,
dott. Enzo Giancarli, circa la questione della linea ferroviaria
adriatica e del progettato by-pass ferroviario API. «Il progetto del
by-pass non precluderà ulteriori iniziative future che propongano un
generale arretramento dell’attuale tracciato ferroviario» hanno
dichiarato e «Abbiamo concordato – ha detto il governatore delle
Marche – che la realizzazione del by-pass Api non sarà alternativo o
ostativo ad un futuro arretramento totale della ferrovia nell’ottica
della costituzione del Corridoio adriatico».
Quanto sopra ci
lascia allibiti!
Vediamo, quindi, di fare un po’ di chiarezza
sull’argomento.
Il 19 Giugno 2003 il Presidente Giancarli ci
ha inviato una lettera (Prot. N.48870) in cui scrive:
<<
(…) questa Amministrazione mantiene inalterata l’intenzione di
perseguire la realizzazione del progetto di arretramento della linea
ferroviaria ed allo scopo sta operando per dotarsi di uno specifico
ed adeguato studio di fattibilità (…)>>
(lettera consultabile sul nostro sito www.comitati-cittadini.net.).
Dunque i Presidenti di Regione e Provincia,
hanno deciso,
cosi come riporta il messaggero,
“la realizzazione a breve del by-pass
per evitare il transito
all’interno della raffineria dei treni, ma senza
escludere a lungo termine la possibilità di investire ancora di più e
realizzare il completo arretramento della ferrovia, lasciando libero
tutto il fronte mare da Pesaro in giù”.
DUNQUE: si realizza un’opera (il By-Pass) a beneficio di una azienda
privata,
con una
spesa di denaro pubblico pari a circa 240 Miliardi delle vecchie
lire, e poi si spenderà ulteriore
denaro pubblico per attuare
l’arretramento completo della
ferrovia.
E noi ci
domandiamo: ma i soldi della comunità, dei cittadini, dello Stato sono
“bruscolini”?
Sembrerebbe di stare di fronte ad un
complicato e incomprensibile rompicapo politico/progettual-amministrativo!
Sennonché, come per tutti i giochi
enigmistici, la chiave per la soluzione del rebus
estivo propostoci dai due Presidenti, ce l’hanno nel cassetto gli stessi
inventori del gioco!
Infatti gli
approfondimenti urbanistici dello studio SVIM comprendono una
valida
ipotesi di soluzione alternativa alla realizzazione del by-pass API.
Tale ipotesi prevede
un raccordo ferroviario a raso e con un
raggio di curvatura migliore della soluzione presentata da RFI;
con
impatti ambientali, paesaggistici e
sociali praticamente nulli, nonché con
costi di realizzazione e di esercizio di gran
lunga inferiori.
Un nostro approfondimento del
problema relativo al rischio di interazione ferrovia-raffineria,
attraverso lo studio di casi analoghi, ci ha portato, – così come
abbiamo esposto nelle Osservazioni alla procedura di Valutazione di
Impatto Ambientale riguardante il by-pass – a stabilire che sarebbe
sufficiente la realizzazione di un muro in cemento armato tra la linea
ferroviaria e gli impianti di produzione, che,
opportunamente dimensionata in base agli scenari
incidentali individuati dagli studi ENEA, assolverebbe ad una triplice
funzione:
-
protezione della ferrovia dal rischio
di esplosioni e fire-balls;
-
protezione dell’abitato di Fiumesino dal
rischio di esplosioni e fire-balls;
-
protezione dell’abitato di Fiumesino
dall’inquinamento acustico (e visivo) prodotto dalla raffineria.
Per quanto riguarda il rilascio di gas,
l’impatto sul treno in transito, attutito dalla presenza del muro di
contenimento, sarebbe del tutto trascurabile.
Ed inoltre, sempre
nell’ambito della riduzione del rischio e delle condizioni di criticità
locali, la soluzione prospettata dalla SVIM
presenta un notevole miglioramento dell’attuale situazione, con la
previsione dello smantellamento dei serbatoi
posti a ridosso della statale adriatica, vicino alle abitazioni del
quartiere di Villanova;
In sintesi, la soluzione non
voluta considerare dai due
Presidenti è nettamente e decisamente
preferibile al by-pass per i seguenti motivi:
-
ha costi assolutamente inferiori;
-
comporta minori problemi realizzativi e
coinvolge una porzione di territorio inferiore; ha impatti ambientali
praticamente nulli;
-
ha impatti paesaggistici praticamente nulli;
-
migliora le condizioni abitative dei
quartieri di Villanova e Fiumesino;
-
risolve un maggior numero di condizioni di
rischio totale;
-
giustifica i recenti investimenti pubblici
(contratto di quartiere, PRUSST, parco Esino) per la riqualificazione
dell’area;
-
non comporta spreco
di denaro pubblico ed è perfettamente
compatibile ed integrato al progetto di realizzazione del corridoio
adriatico ed a qualunque scenario futuro senza la presenza della
raffineria (forse dopo il 2020).
Ancora una volta noi
prendiamo in considerazione vari aspetti del problema: quello della
sicurezza non solo dell’Api, ma anche dei cittadini; quello relativo al
non spreco di denaro pubblico; quello della protezione dell’ambiente e
di beni culturali. Mentre l’Amministrazione ne esamina uno solo:
quello della sicurezza della raffineria.
Dunque, ci sembra che il Presidente
D’Ambrosio ed il Presidente Giancarli abbiano alzato solo un gran
polverone rispetto ad una storica occasione persa per riequilibrare il
territorio di Falconara, tentando di giustificare la scelta di una
soluzione secondo noi peggiorativa,
quella del by-pass, che determinerà ingenti costi pubblici e pesanti
ricadute sul territorio, per togliere una
criticità creata dall’API, per eliminare il rischio ferrovia che è nato
proprio con l’espansione dello stabilimento e per giustificare la
compatibilità territoriale della raffineria e legittimare il concesso
prolungamento della sua concessione.

COMITATO 25 AGOSTO
COMITATO DEL QUARTIERE VILLANOVA
COMITATO DEL QUARTIERE FIUMESINO
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