Due velivoli precipitati
Cinque vittime del volo
Le tragedie del Sanzio nel
1996 e nel 2000
di L.S.
FALCONARA - Nella storia del
Sanzio c’è una brutta contabilità che riguarda i Piper: due
precipitati e cinque morti in pochi anni. Il 25 giugno del
’96 alla torre di controllo danno l'ok per l'atterraggio di
un “Piper 66”: pochi minuti dopo, il quadriposto precipita
in mare, a duecento metri dalla costa e dalla raffineria
dell'Api, davanti a centinaia di bagnanti. Se fosse caduto
sulla spiaggia affollata o sui depositi di carburanti
sarebbe stata una strage, ma il bilancio è comunque
pesantissimo. Muoiono le quattro persone che erano a bordo
del piccolo aereo, utilizzato solitamente dai soci dell'Aeroclub
di Ancona: Giacomo Rossi, 72 anni, pilota anziano e
istruttore dell'aeroclub di Falconara, originario di
Montalto Marche (Ascoli Piceno), suo nipote Francesco Rossi,
13 anni, Alessio Pasquali, 17, anche lui in possesso del
brevetto di pilota, e sua madre Alessandra Casaccia, una
cantante, poi diventata pittrice, che aveva avuto un breve
periodo di notorietà negli anni Sessanta. Il padre del
ragazzo, Eugenio Pasquali, direttore tecnico dello scalo
falconarese, era rimasto a terra per lavorare. Il 31 gennaio
del 2000 il Piper Senac Pa-32 pilotato dall’imprenditore
cagliaritano Antonio Cardia si schiantò in un prato fra le
vasche del depuratore Vallechiara, a mezzo chilometro
dall’aeroporto Sanzio di Falconara. Un incidente aereo dalle
conseguenze drammatiche: morì infatti Salvatore Manunza, 43
anni, direttore della cava di proprietà di Cardia e suo
socio, mentre altri tre passeggeri furono ricoverati con
qualche frattura e in stato di choc. Secondo i risultati di
una perizia svolta dal consulente del pm Marco Pucilli il
pilota del Piper (che poi ha patteggiato la pena) avrebbe
nascosto alla torre di controllo che stava volando a vista.
Da terra, mentre si accingeva all’atterraggio, gli
arrivarono indicazioni giuste per il volo strumentale, ma
inadatte per il suo tipo di preparazione e per le modalità
di volo del suo bimotore, sprovvisto delle strumentazioni
necessarie per orientarsi in particolari situazioni.
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