RASSEGNA STAMPA 04.01.2005

 

CORRIERE ADRIATICO
Due velivoli precipitati Cinque vittime del volo

Le tragedie del Sanzio nel 1996 e nel 2000

di L.S.

FALCONARA - Nella storia del Sanzio c’è una brutta contabilità che riguarda i Piper: due precipitati e cinque morti in pochi anni. Il 25 giugno del ’96 alla torre di controllo danno l'ok per l'atterraggio di un “Piper 66”: pochi minuti dopo, il quadriposto precipita in mare, a duecento metri dalla costa e dalla raffineria dell'Api, davanti a centinaia di bagnanti. Se fosse caduto sulla spiaggia affollata o sui depositi di carburanti sarebbe stata una strage, ma il bilancio è comunque pesantissimo. Muoiono le quattro persone che erano a bordo del piccolo aereo, utilizzato solitamente dai soci dell'Aeroclub di Ancona: Giacomo Rossi, 72 anni, pilota anziano e istruttore dell'aeroclub di Falconara, originario di Montalto Marche (Ascoli Piceno), suo nipote Francesco Rossi, 13 anni, Alessio Pasquali, 17, anche lui in possesso del brevetto di pilota, e sua madre Alessandra Casaccia, una cantante, poi diventata pittrice, che aveva avuto un breve periodo di notorietà negli anni Sessanta. Il padre del ragazzo, Eugenio Pasquali, direttore tecnico dello scalo falconarese, era rimasto a terra per lavorare. Il 31 gennaio del 2000 il Piper Senac Pa-32 pilotato dall’imprenditore cagliaritano Antonio Cardia si schiantò in un prato fra le vasche del depuratore Vallechiara, a mezzo chilometro dall’aeroporto Sanzio di Falconara. Un incidente aereo dalle conseguenze drammatiche: morì infatti Salvatore Manunza, 43 anni, direttore della cava di proprietà di Cardia e suo socio, mentre altri tre passeggeri furono ricoverati con qualche frattura e in stato di choc. Secondo i risultati di una perizia svolta dal consulente del pm Marco Pucilli il pilota del Piper (che poi ha patteggiato la pena) avrebbe nascosto alla torre di controllo che stava volando a vista. Da terra, mentre si accingeva all’atterraggio, gli arrivarono indicazioni giuste per il volo strumentale, ma inadatte per il suo tipo di preparazione e per le modalità di volo del suo bimotore, sprovvisto delle strumentazioni necessarie per orientarsi in particolari situazioni.

 
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