va alla sfonda il baluba pei canali nella sighéra il suo a ramengo esemplare, dal dio dagh de lung a una piòpa di bamba, bidonisti e impettate come abbracci di cuore, gli scarpina dietro la bella di Melara con gli orgnetti sul naso che più la fan Madama Reale nel dar di rose al bacio ammobiliato luna sighéra che alluma il suo fischio da palo da macubista e negli occhi del baluba poi si smorza in ciau qui si raccomanda di tegare a lo scuro «infra le righe» quasi non fosse scritto, con le fangose chiare del silensio |
Il Baluba. va allo strapiombo del mondo lo squinternato balordo per i canali / nel nebbione il suo a ramengo esemplare, / dal dio che è meglio lasciar perdere / a pioppeti zeppi di bamba, bidonisti e finti urtoni con cui si compiono i borseggi / come abbracci di cuore, / gli scarpina dietro / la bella di Melara con gli occhialini sul naso / che la rendono più signora e anche un po' chic / quando esegue con grazia i suoi baci nelle parti intime // luna tutta nebbia profonda / che rischiara sì e no il baluba quando fischia col fischio / dello spacciatore che di solito fa il palo nelle rapine / e negli occhi del baluba poi si smorza in un ciao definitivo // qui si raccomanda di filar via alla chetichella / nel buio eterno / quasi non fosse scritto, / con le scarpe del silenzio, cioè' serenamente zitti zitti |