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L'Accademia
in cartolina

Navi
in cartolina

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Che cos'è

 

"La Marina in cartolina" è il racconto di una collezione di cartoline postali che ha la pretesa di provare a ricostruire, dalle semplici testimonianze di parole e immagini che la compongono, la vita della Marina Militare nell'arco di tempo che va dalla fine del secolo scorso alla seconda guerra mondiale. Il primo estremo temporale è intrinseco nella collezione, in quantoché le cartoline illustrate si diffondono solo negli ultimissimi anni del secolo, diciamo dal 1898, con un vero e proprio boom a partire dal 1900; il secondo estremo se l'è imposto l'autore perché, in ogni attività, è necessario porsi dei limiti, e cinquant'anni di "invecchiamento" sembravano il minimo per dare significato ed interesse alla collezione, sia pure con eccezioni intese più che altro a dare il senso di continuità fra il passato e il presente. Proprio la natura monotematica della collezione è riuscita, almeno a mio parere confortato in ciò dagli amici ai quali ho avuto modo di mostrarla, a ricostruire, come in un gigantesco mosaico, tanti aspetti della vita di allora con la suggestione che solo le testimonianze manoscritte riescono a creare.

Ed infatti la cartolina illustrata non è solo immagine: se questo fosse l'unico motivo di interesse, esistono libri sulla Marina con documentazioni fotografiche d'interesse senz'altro superiore; ma la cartolina è anche, e soprattutto, un mezzo di comunicazione, ieri molto più di oggi perché il telefono non c'era oppure era ancora molto distante dall'essere diffuso e le comunicazioni scritte rappresentavano l'unico modo per tenersi in contatto con le persone care e con gli amici. Tra l'altro le Poste allora funzionavano, eccome! Più di una volta ho trovato cartoline del tenore "Domani sera sabato 25 pregoti mandare vettura a Frassineto, al treno delle 18.15. Mandaci i cappotti gravi, tanto per precauzione"! Segno che si riusciva a far arrivare lettere e cartoline al destinatario in non più di 24 ore (non per nulla c'era una doppia distribuzione della posta, mattina e pomeriggio).

Pensando quindi di fare cosa gradita a chi è già stato contagiato dalla mia stessa insana passione, o è predisposto per esserlo, ho qui raccolto una prima parte della collezione, quella relativa all'Accademia Navale di Livorno che vediamo quasi nascere nelle cartoline più antiche (l'istituto è stato inaugurato nel 1881 e quindi a fine secolo aveva meno di vent'anni) ed allargarsi, con gli edifici che vengono sopraelevati e con le costruzioni che dalla primitiva area dell'antico lazzaretto di S.Jacopo si estendono poco per volta grazie all'acquisizione anche dell'ex lazzaretto di S.Leopoldo.

Molti pezzi sono scritti proprio dagli allievi, spesso ragazzi che non superavano i quindici anni, e le loro comunicazioni a casa sono per noi squarci di luce, per quanto pallida, che ci consente di intravedere qualcosa delle loro attività, dei loro interessi e del loro carattere, aiutati in questo anche dalle immagini che ci mostrano non solo il fabbricato principale e gli altri edifici, ma anche le sale interne (dormitori, mense e cucine compresi), campi sportivi, esercitazioni veliche e di equitazione eccetera eccetera.

Una sezione particolare è infine quella dedicata alle cartoline del Mak p 100, la mitica festa a cento giorni dalla fine dell'ultimo anno di Accademia; le cartoline, vendute agli allievi dei corsi più giovani, erano un mezzo per incrementare gli scarsi fondi a disposizione necessari per l'organizzazione della festa, ma erano anche un grido di liberazione e di gioia perché la fine dell'Accademia, con la conquista del grado di Guardiamarina, rappresentava l'inizio della vita di Ufficiale di Marina, per la quale tanti sacrifici erano stati sostenuti. Nelle vignette questi sentimenti sono rappresentati in modo diretto e naturale e ci consentono, soprattutto a chi l'ambiente, sia pure tanti anni dopo, ha conosciuto, di parteciparvi e di sentirsi emotivamente coinvolti.

La mia speranza e la mia scommessa è di riuscire a coinvolgere in tutto ciò anche il visitatore; solo lui potrà poi dire se ci sono riuscito.

 

Le cartoline

Qualche nota introduttiva

 

Come ho già accennato in precedenza, la cartolina illustrata si diffonde a partire dalla fine del secolo scorso. Due cose hanno contribuito a questa diffusione in quel preciso momento: la prima è l'invenzione della fotocollografia, procedimento di stampa a rilievo molto più economico dei costosi metodi di riproduzione fino ad allora impiegati; la seconda, almeno in Italia, a partire dalla fine del 1899, l'abbattimento da 10 a 2 centesimi dell'affrancatura postale. Quanto quest'ultimo aspetto abbia influito lo si vede immediatamente dal numero molto elevato di cartoline che possiamo trovare sul mercato, viaggiate fra il 1900 e il 1906, mentre del periodo immediatamente successivo, e fino agli anni '20, nel quale le tariffe postali erano state portate a 5 centesimi, riusciamo a trovare sulle bancarelle dei mercatini molto meno esemplari.

Ma l'affrancatura a due centesimi era limitata alla sola firma oppure a 1 o 2 parole (altrimenti l'affrancatura era di 10 cent.) e la cartolina viaggiava come "stampato", da cui l'obbligo di cancellare la scritta "Cartolina postale" pena sovrattassa. Ma in ogni epoca gli italiani sono sempre stati molto bravi ad aggirare regolamenti ed ostacoli; ecco che non potendo scrivere, nascono i codici per comunicare, primo fra tutti la posizione del francobollo. Questa cartolina addirittura lo propaganda per gli innamorati, che potranno così prendere due piccioni con una fava: trasmettersi messaggi spendendo meno e senza troppe esternazioni che a inizio secolo potevano anche essere disdicevoli; e non son pochi i casi in cui lo vediamo adoperato! Meno usato, anche perché presuppone un costo molto basso della cartolina, è il sistema di spezzare il messaggio su più cartoline (ciascuna affrancata con 2 cent.). Ovviamente la convenienza è molto più limitata, ma egualmente c'era qualcuno che lo faceva, come si vede da questo esempio, due cartoline inviate alla stessa persona lo stesso giorno e numerate nell'angolino in alto a destra (doveva essercene anche una terza perché così il messaggio è monco: "Molto meglio spero"!!!).

Quando oggi noi pensiamo alla cartolina ci viene in mente soprattutto i "saluti carissimi" che siamo soliti mandare dai posti di villeggiatura o durante una gita. Ma all'inizio del secolo la cartolina svolgeva ben altri compiti: era il sistema di comunicazione più snello esistente, e veniva usato spesso per brevi comunicazioni, meno frequentemente come vera e propria lettera. E pure differiscono le immagini, in particolare quelle di inizio secolo, molto più di oggi attente a immortalare non solo emergenze architettoniche e monumenti, ma anche la vita di tutti i giorni, dalle persone ai mezzi di trasporto.

Un discorso a parte merita infine la datazione delle cartoline. Innanzitutto è opportuno chiarire che per ogni cartolina esistono tre date: quella della fotografia che ne costituisce l'illustrazione, quella di edizione, ossia di stampa, ed infine quella di utilizzo, ovvero la data di spedizione. Le tre date non coincidono e possono anche essere distanti fra loro di alcuni anni ed ognuna delle tre è un termine "post quem" per le successive. In genere vi verrà proposta la data di spedizione (viaggiata il ......), mentre quando quest'ultima non è disponibile, allora viene fatta una valutazione che si basa su diversi fattori quali:

Al discorso della diversità fra le tre date (fotografia - edizione - utilizzo) esistono rarissime eccezioni; ne conosciamo, nella nostra collezione, una sola e cioè le cartoline ricordo dei vari delle navi. Già ai primi del secolo la tecnologia consentiva di stampare e diffondere le cartoline in tempo reale, e così nacque l'uso di inviare ad amici e parenti la cartolina ricordo del varo, avvenimenti che a quei tempi riempivano le prime pagine dei giornali. Ma anche in questo caso solo parte delle cartoline impiegava fotografie scattate durante la cerimonia; era molto in uso infatti la tecnica di ritoccare fotografie scattate precedentemente per adattarle alla circostanza, oppure l'immagine era disegnata.