ASPETTI
TEORICI DELLA RIABILITAZIONE ALLA LETTURA
A cura di:
Renée Crouzet Barbati
Università degli studi di Roma "Tor Vergata"
L'informazione visiva non
è elaborata da un sistema unico ma da sistemi multipli le cui proprietà
sono diverse seppure il funzionamento sia simile: le cellule retiniche funzionano
per contrasto di luminosità tra le superfici sottostanti e gli oggetti
osservati.
La periferia esterna è la zona specializzata nell'integrazione di
basse frequenze spaziali; la periferia prossima, invece, è la zona
specializzata nell'acquisizione di medie frequenze spaziali. Infine, nel
centro della retina si svolge l' analisi di dettagli fini mediante le frequenze
spaziali alte.
Vi sono tre principali tipi di canali recettori: i canali centrali della
retina per l'analisi "fine", i canali periferici dedicati allo
spostamento e i canali più esterni per la percezione dello spazio.
Se un occhio non vede 10/10 , non significa che tutti i canali siano alterati,
ma soltanto quelli legati alla visione precisa: gli altri rimangono integri
ed efficienti.
I canali frequenziali "fini" sono normalmente concentrati a livello
maculare e nei casi di lesione maculare solo i canali frequenziali "fini"
sono colpiti. Pertanto i canali frequenziali integri consentono di ritrovare
una visione funzionale
Questa plasticità cerebrale consente lo sviluppo di nuovi circuiti
neuronali, compensando il deficit visivo mediante la creazione di nuove
sinapsi .
La plasticità neuronale è favorita da :
-la motivazione;
-la riabilitazione;
-alcuni trattamenti medicamentosi (antiossidanti).
Questa scoperta viene confermata dai test di valutazione dell' "area
di visione" che include, oltre alla capacità di discriminazione
(A.V.) che rimane molto teorica , la sensibilità al contrasto, il
recupero dopo abbagliamento, l'adattamento all'oscurità, la percezione
dei colori.
Il Sistema Univers consente una precisa valutazione "dell'area di visione".
Questa area di visione rappresenta l'insieme delle forme che un individuo
è in grado di percepire . Nell'ipovedente, è sul potenziale
visivo residuo che si può improntare la riabilitazione e, anche se
non migliora l'acuità visiva , vi è un soggettivo miglioramento
in tutte le attività giornaliere, che corrisponde all'aumento della
curva dell'"area di visione".
Prima ancora di intraprendere il cammino della riabilitazione è fondamentale
effettuare una accurata valutazione della situazione visiva e psicologica
del soggetto, facendogli precisare gli atti della vita quotidiana che non
può più svolgere a causa del deficit visivo, e quelli tra
loro che gli mancano realmente.
Queste difficoltà si dividono in tre categorie :
- la prima riguarda le attività esterne: percezione a distanza e
spostamento;
- la seconda si riferisce alla percezione in visione a media distanza e
al coordinamento visuo- motorio;
- la terza è costituita dalle capacità della visione dei dettagli
in visione ravvicinata : lettura, scrittura, cucito.
Talvolta occorre spiegare che le diverse terapie (fotocoagulazione, la terapia
fotodinamica, termoterapia transpupillare) non sempre permettono di migliorare
la visione centrale , ma consentono di preservare la retina paramaculare
sulla quale potrà appoggiarsi la riabilitazione visiva.
E' importante sapere che la riabilitazione non può essere intrapresa
immediatamente dopo il trattamento, a causa dell'edema retinico dovuto alle
reazioni infiammatorie.
Il tempo ragionevole di attesa è di 2- 3 mesi. Durante questo periodo
transitorio, psicologicamente doloroso , si deve esortare il paziente ad
usare la sua visione, e non a risparmiarla.
Il processo neurofisiologico infatti comporta:
- perdita delle informazioni provenienti dalla retina centrale;
- fissazione erratica, instabile;
- cicatrizzazione, con diminuzione dell'edema perilesionale;
- sviluppo di una fissazione eccentrica di qualità migliore;
- apprendimento dei movimenti oculo motori necessari all'uso ottimale di
questa fissazione eccentrica.
Il processo psicologico invece si concretizza in:
- perdita della speranza di guarigione;
- rinuncia alla visione centrale;
- terrore di una cecità completa;
- presa di coscienza della stabilità della malattia;
- comparsa di una speranza legata alla riabilitazione.
Per molti pazienti la lettura rimane fondamentale, ma la principale richiesta
è quella di cucire, cucinare, fare la spesa, giocare a carte, guardare
la tv, gestire autonomamente un conto bancario, riempire documenti amministrativi,
ma sopratutto spostarsi da solo.
Prima di iniziare un trattamento riabilitativo s'impone un'accurata refrazione
e la misura dell'acuità visiva.
È indispensabile ripetere:
- l'esame refrattivo completo poiché spesso, durante la malattia
, si è data più importanza al trattamento laser che al controllo
preciso del visus;
- la misura dell'acuità visiva; prima da lontano, poi da vicino,
con correzione ottica, in visione monoculare e binoculare, poi con lettere
isolate (prima a 40 cm, poi alla distanza spontaneamente scelta dal paziente,
creando un primo ingrandimento).
Bisogna verificare anche il tipo di luce più favorevole alla visione
ravvicinata. Quindi si passa all'apprezzamento delle capacità di
lettura per notare se il testo è decifrato o letto, misurando se
possibile la velocità di lettura. In questo caso si propone, in funzione
dell'acuità visiva, testi specifici con tipografia variabile secondo
le dimensioni, il carattere, lo spessore e lo spazio tra le righe. L'efficienza
visiva viene valutata dalla precisione, la rapidità , la resistenza:
sono questi i fattori che permettono obbiettivamente di apprezzare i progressi
durante la riabilitazione .
LA FISSAZIONE ECCENTRICA
La ricerca di una posizione eccentrica dello sguardo è indispensabile,
soprattutto quando il paziente non ha scoperto spontaneamente che deve "guardare
accanto per vedere meglio".
Il metodo del Dr COHEN permette di definire la direzione di sguardo che
coincide con la fissazione eccentrica che dà la migliore capacità
visiva.
Si chiede al paziente di dirigere lo sguardo tutto in torno su tutti i numeri
fin quando non percepisca bene il numero scritto al centro.
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In alcuni casi, all'inizio,
quando la fissazione non è più possibile, il paziente spazia
con lo sguardo, cercando di cogliere informazioni dalla retina periferica.
Solo dopo una completa valutazione del soggetto si può iniziare la
riabilitazione .
E' importante chiarire che la lettura sarà il punto d'arrivo ma non
certo quello di partenza: l'obbiettivo primario è quello di consolidare
la fissazione suppletiva.
La riabilitazione si basa sul lavoro di motricità oculare con la
ricerca , la messa a punto e infine l'allenamento della zona suppletiva.
Questo nuovo punto eccentrico di fissazione verrà sfruttato nei movimenti
di inseguimento e di saccade. Sarà necessario ripetere gli esercizi
modificando la dimensione, la forma e il posizionamento degli stimoli .
E' infatti la ripetizione che conduce alla stabilità della nuova
fissazione.
Il lavoro di discriminazione sollecita contemporaneamente l'eccentrazione
per la finezza della percezione e la motricità oculare per la cattura;
il lavoro di coordinamento oculo-manuale
implica una padronanza sia dell'inseguimento che della discriminazione permettendo
così di eseguire il gesto sotto controllo visivo.
Il test di discriminazione semplice si basa sulla capacità di riconoscere
una immagine isolata su fondo uniforme.
La progressione degli esercizi si effettua moltiplicando e diversificando
le immagini, utilizzando
il conteggio, l'identificazione, l'abbinamento.
La lettura però è una azione complessa che non è solo
la discriminazione di lettere o parole
Sappiamo che il lettore competente utilizza dei meccanismi come l'anticipazione
visiva che prepara alla lettura della parola seguente, o la memoria che
partecipa alla comprensione del testo.
La lettura di un testo disposto su due colonne in parte unite con punteggiatura
si realizza:
- senza ausilio ottico: quando il paziente ha difficoltà di ritorno
alla linea, o di cattura dell'ultima parola. In questo caso deve tenere
la testa ferma e spostare solo gli occhi;
- con l'apprendimento dell'uso dell'ausilio ottico che permette di migliorare
lo scorrimento del testo, e il ritorno alla linea, movendo il testo nel
senso della lettura , mantenendo la testa ferma.
E' necessario fare proseguire a casa in modo regolare gli esercizi con le
dovute spiegazioni, ed assicurarsi che il paziente possieda delle buone
condizioni di illuminazione.
La nostra esperienza ci permette di affermare che la sola prescrizione di
un ausilio ottico si accompagna ad un numero elevato di abbandono di questo
aiuto.
Ciò è dovuto all'assenza di apprendimento dell'uso dell'aiuto
ottico in un paziente la cui fissazione eccentrica non è stata sufficientemente
stabilizzata.
CONCLUSIONE
La rieducazione è un compito che richiede tempo , pazienza e dedizione.
Essa va effettuata in funzione delle possibilità visive e delle richieste
di ogni paziente, e trovarne la giusta chiave non è sempre facile.
Anche se non esaudisce sempre tutte le aspettative del paziente , la riabilitazione
dà consapevolezza, conforto e autonomia.
RACCONTO PERSIANO
Di notte, per strada, un uomo cerca le sue chiavi sotto un lampione.
Volendo aiutarlo , un passante gli domanda: "Dove le hai perse esattamente?".
L'uomo mostra un posto più lontano.
"Ma allora perché non le cerchi laggiù ?"
"Perché qui c'è luce".