Complicanze della Terapia
Foto Dinamica
Bruno Lumbroso, Emanuela Tedeschi
Ospedale Oftalmico, Direttore del Dipartimento di Oculistica G. Boccassini.
La Verteporfina (derivato
monoacido della benzoporfirina) è una sostanza fotosensibilizzante
attivata dalla luce. Dopo attivazione questa produce delle sostanze citotossiche
che portano a delle occlusioni vascolari, lesioni cellulari ed in certi
casi alla morte cellulare. Viene eliminata dal fegato nella bile, l'emivita
è di circa 6-7 ore. La sua tossicità è minima, sono
però state osservate controindicazioni e complicanze.
Controindicazioni:
pazienti affetti da porfiria,
ipersensibilità conosciuta per la verteporfina.
Insufficienza epatica: il tempo di eliminazione della Verteporfina è
prolungato nei soggetti che presentano delle affezioni epatiche. E' dunque
prudente non adoperarla in caso di insufficienza epatica severa. Nei soggetti
che hanno disturbi lievi della funzionalità epatica la Verteporfina
è stata adoperata con dosaggio normale senza effetti negativi.
Cardiopatie gravi: la normale prudenza consiglia di non eseguire una terapia
fotodinamica in pazienti affetti da gravi cardiopatie o da infarti recenti.
Gravidanza: sul ratto, dosi medie di Verteporfina hanno portato alla comparsa
di anoftalmi e microftalmi. E' dunque consigliabile non adoperarla nella
donna incinta e, in caso di dubbio, effettuare un test di gravidanza nelle
giovani donne.
Allattamento: non si sa se la Verteporfina passa nel latte materno e pertanto
è prudente non somministrarlo a donne che allattano.
Bambini e giovani al di sotto di 16 anni: non essendovi indicazioni precise
nei grandi trials è prudente che questi questi soggetti siano trattati
esclusivamente presso Centri Universitari o ospedalieri dotati di maggiore
esperienza, dove si valuterà individualmente ogni caso.
Complicanze non oculari:
effetti al punto di iniezione:
la Verteporfina provoca dolori se fuoriesce dalla vena: si notano edema,
infiammazione, emorragie al punto extravasazione. E' necessario un trattamento
analgesico e l'applicazione di compresse fredde sulla parte lesa , dopo
aver sospeso la perfusione. E' indispensabile proteggere dalla luce la zona
per evitare conseguenze che possono essere gravi. E' stato descritto un
caso di necrosi del braccio che ha necessitato l'intervento chirurgico.
Complicanze generali
Le nausee sono molto più rare che durante la fluorangiografia o l'angiografia
al verde di indocianina. Per quanto riguarda i rischi di fotosensibilità
viene consigliato al paziente di non esporsi alla luce intensa per 48 ore
almeno dopo l'inizio del trattamento. Questa esposizione potrebbe provocare
reazioni di fotosensibilizzazione. La luce solare e alla luce artificiale
intensa (sono pericolose gli esami dal dentista, gli interventi di chirurgia,
le luci alogene a casa). Per 48 ore dopo il trattamento, è consigliabile
indossare occhiali scuri, cappello, guanti e rimanere in casa per 2 giorni.
L'illuminazione in casa può essere normale e non è controindicato
guardare la televisione. Le reazioni di fotosensibilizzazione, tipo eritema
e reazione cutanee, sono state osservate in soggetti che non si sono conformati
ai consigli e che sono esposti a luci forti. I dolori alla schiena osservati
sotto perfusione non trovano una spiegazione e non sono dovuti né
ad emolisi né a reazioni allergiche. Non sono eccezionali: iniziano
dopo pochi secondi e scompaiono alla fine della perfusione. Solo in rarissimi
casi la loro intensità è tale da costringere a sospendere
la perfusione.
Complicanze oculari
Gli annebbiamenti visivi
sono frequenti e transitori (8%) e possono essere descritti come semplici
annebbiamenti, macchie luminose, visione imprecisa La diminuzione del visus
è una complicanza molto più grave che, nell'1% dei pazienti,
corrisponde ad una perdita di visus di 4/10 o più che si manifesta
immediatamente o in 7 giorni e può rimanere permanente. Questa grave
complicanza potrebbe essere dovuta ad edema retinico o, se definitiva, ad
occlusione dei vasi capillari retinici o corioretinici.
In particolare, dopo trattamento delle membrane neovascolari occulte una
perdita di visus è stata osservata nel 4% dei pazienti; nella maggior
parte la visione migliora parzialmente o completamente in 10 giorni. La
causa di questa evenienza non potrebbe essere l'occlusione definitiva di
vasi coriocapillari. In qualche soggetto si osserva alla fluorangiografia
un disco grigiastro, sempre corrispondente allo spot del laser che, invece
di scomparire dopo pochi giorni o settimane, rimane per parecchi mesi dando
un'immagine di alone grigiastro, con margini un po' più scuri. Non
si sa se è dovuto ad edema o a lesione dell'epitelio pigmentato.
Esso corrisponde con la visione di alone grigio. In un caso da noi osservato
il visus era migliorato rispetto a quello pre Terapia Fotodinamica. Le emorragie
retiniche non sono eccezionali; generalmente vengono riassorbite spontaneamente
in 2-3 mesi, senza lasciare esiti permanenti. La rottura dell'epitelio pigmentato
è frequente quando si esegue la Terapia Fotodinamica in soggetti
che presentano un distacco sieroso dell'epitelio pigmentato. La rottura
dell'epitelio si verifica alla periferia del sollevamento e l'epitelio di
ritrae verso il centro. Generalmente il calo del visus è marcato
ma in certi casi può essere meno evidente e non percepito dai pazienti.
Molto più rara, ma osservata qualche volta, è la comparsa
immediata di una area di atrofia dell'epitelio pigmentato e della coriocapillare
rotondeggiante in corrispondenza dello spot del laser 690 nm. Questa atrofia
porta ad una grave diminuzione del visus. Un problema molto importante può
sorgere quando vi è una membrana neovascolare sottoretinica in soggetti
con retinopatia diabetica o con esiti di occlusione della Vena centrale
della retina o occlusioni di branche della vena centrale della retina. In
effetti non si sa l'effetto della Verteporfina su questi capillari alterati
e almeno un caso di occlusione di capillari retinici in retinopatie diabetiche
è stato riportato. Sembra dunque prudente non eseguire una Terapia
Fotodinamica in questi casi fino all'approfondimento degli studi. In conclusione
le complicanze della Terapia non sono frequenti e sono generalmente poco
gravi se si eccettuano i rari casi di marcata e permanente diminuzione del
visus