UN OCCHIO ALL'IPOVEDENTE
Intervento psico-socio-sanitario
PREMESSA
L'A.R.I.S. (Associazione
Retinopatici ed Ipovedenti Siciliani) nasce nel 1991, come Ente senza fini
di lucro, dall'impegno di un gruppo di soggetti affetti da Retinite Pigmentosa,
malattia degenerativa invalidante.
Da più di dieci anni si occupa di prevenzione e ricerca scientifica,
cura, riabilitazione ed informazione specialistica sulla disabilità
visiva, e sull'ipovisione in particolare.
L'A.R.I.S. ha realizzato, negli anni, un importante collegamento tra formazione,
ricerca, servizi ed occupazione. Si è sempre posta l'obiettivo di
analizzare i bisogni dell'utenza e di intraprendere percorsi di adattamento
e miglioramento della qualità di vita dei soggetti affetti da questa
patologia e degli ipovedenti in genere.
In tal senso ha realizzato vari progetti formativi ed interventi strutturati,
avvalendosi di diverse figure professionali, quali genetisti, oculisti,
psicologi, ortottisti, ottici, etc.
Questi anni di attività hanno consentito di registrare diversi casi
di soggetti che accusano una sofferenza psicologica a più livelli,
comprendendo problematiche di emarginazione.
La presente proposta di progetto mira a promuovere la buona qualità
di vita del soggetto ipovedente e l'acquisizione di strategie di copying,
l'integrazione sociale, l'orientamento scolastico e lavorativo, nonché
controlli clinico-oculistici.
Ed, in particolare, si concerterà un'attività di sensibilizzazione
sulle condizioni di vita del paziente ipovedente da esercitare sul territorio.
Secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) con il termine
disabilità si fa riferimento ai cambiamenti nelle capacità
e nelle abilità, mentre il termine handicap viene usato per indicare
le conseguenze sociali ed economiche della disabilità e lo svantaggio
che la menomazione o la disabilità producono nel soggetto, se posto
a confronto con gli altri individui della sua stessa età e del suo
gruppo culturale.
Persona handicappata è colui che presenta una minorazione fisica,
psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva che è causa di
difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione scolastica
o lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di
emarginazione.
L'approccio multidisciplinare (sociale, clinico-medico, psicologico), che
propone e sottende questo progetto, recupera l'impostazione di tipo personalistico
che individua tale disabilità in termini di sofferenza, segnale di
un malessere che si trasmette nel gruppo primario di appartenenza, la famiglia,
e in genere nella società, generando emarginazione sociale.
La malattia visiva indica un cambiamento anatomico negli organi della vista
(opacità corneale, cataratta, etc.) che può determinare, di
conseguenza, una perdita o una diminuzione della vista. La menomazione visiva
riguarda i cambiamenti funzionali dell'organo, che si misurano per mezzo
di parametri quali acuità visiva, campo visivo, visione notturna,
etc., comunque questi parametri mettono in evidenza il funzionamento dell'organo
e non il livello di adattamento dell'individuo all'ambiente. Si fa riferimento
in tal senso alle ricerche scientifiche ed in particolare agli articoli
di R. Meduri Le frontiere della ricerca scientifica e di P. Limoli Riabilitatore
della visione.
In Italia, nel parlare di ipovisione, si fa riferimento alla presenza, nel
soggetto, di un residuo visivo fino a 3/10. Con la Legge n.138 del 2001
si introduce, in Italia, anche il parametro del campo visivo fra gli elementi
che contribuiscono alla definizione dell'ipovisione lieve e grave.
La vita del paziente ipovedente è fortemente condizionata dalla disabilità
visiva di cui è affetto. La riduzione della vista comporta una riduzione,
a sua volta, del grado di autonomia del soggetto. Il grado di mantenimento
dell'autonomia è influenzato dalla presenza di certe variabili oggettive
o esterne al soggetto, quali l'età, il livello di realizzazione sociale,
il livello di istruzione, la qualità e quantità di relazioni
interpersonali, ma, anche, dalle caratteristiche di personalità e
dal mondo cognitivo del soggetto stesso.
L'età di insorgenza della malattia è una variabile rilevante
nel definire il peso della disabilità sulla qualità di vita.
Se si manifesta in età infantile, peserà nel processo di costruzione
dell'identità, ma è probabile una maggiore capacità
di utilizzo delle risorse per produrre risposte adattive. Se, invece, si
manifesta in età adulta, l'incidenza dipenderà dal grado di
realizzazione dei progetti personali. In ogni caso il soggetto è
costretto a mutare radicalmente abitudini, aspirazioni, con conseguenze,
a volte, negative.
La fase iniziale, post-diagnosi, è generalmente caratterizzata da
un tono depressivo dell'umore; la diagnosi giunge come un evento molto traumatico,
da un lato per le caratteristiche della malattia stessa, dall'altro per
la scoperta e la visualizzazione di una problematica fino ad allora ignorata.
Abbastanza diffuso è il senso di impotenza e di frustrazione, soprattutto
per la necessità di dipendere dagli altri. Emerge, quindi, il bisogno
di acquisire nuove strategie di adattamento (copying) rimodulando la propria
identità e trovando una nuova dimensione psicosociale. L'OMS condivide
pienamente l'atteggiamento e la preoccupazione per la precarietà
dello stato di vita del paziente ipovedente.
In Italia, la Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di
interventi e servizi sociali, n.328/2000 e la Legge quadro per l'assistenza,
l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate, n.104/1992,
prevedono servizi e agevolazioni per le persone disabili. Queste leggi tenendo
conto delle necessità di tutti i disabili in generale, permettono
di integrare e migliorare i servizi sociali i cui destinatari siano i disabili
e le famiglie, inoltre, incentivano e promuovono forme d'assistenza domiciliare,
ed altri aiuti di varia natura, per prevenire le forme d'autoisolamento
in cui questi soggetti possono ritrovarsi. Queste due leggi sottolineano
l'importanza di creare servizi di rete che tengano conto delle dimensioni
sia fisiche, relazionali e sociali dei disabili e del loro nucleo familiare.
L'ambiente sociale spesso tende ad isolare il soggetto ipovedente, barriere
architettoniche e psicologiche si erigono, non contro la persona, ma contro
la disabilità, penalizzando così l'individuo, la cui vita,
tante volte, dipende dall'assistenza di un terzo.
L'aiuto proveniente dal sociale è prodotto dalle Istituzioni, dall'
Associazionismo e dalle Aziende, che predispongono interventi individualizzati
alle caratteristiche degli ipovedenti. In particolare le Istituzioni, quali
Stato, Scuola, etc., dovrebbero realizzare piani d'azione mirati ai bisogni
dell'utenza e alla piena espressione delle potenzialità di cui è
portatrice.
- La Scuola, in quanto agenzia formativa, assolve ad una serie di funzioni indispensabili per lo sviluppo del bambino, infatti, permette l'acquisizione di strumenti concettuali/operativi, che ne facilitano la crescita cognitiva, emotiva ed affettiva. Il processo di sviluppo, che la scuola realizza per l'età specifica dei soggetti cui è rivolta, rappresenta un momento delicato ed indispensabile per la definizione dell'identità dell'individuo. In tal senso essa deve dialogare e aprirsi a progetti di integrazione dei soggetti con esigenze diverse, facilitarne l'inserimento, promuoverne le competenze e permettere l'instaurazione di buone relazioni sociali. (Sociologia dell'educazione a cura di Cobalti; Lavagna per ipovedenti a cura di M. L. Gargiulo).
- Lo Stato dovrebbe promuovere e facilitare progetti in cui l'azione sociale, rivolta all'ipovedente, tenga conto delle esigenze e dei bisogni, favorendone la presenza nel contesto scolastico e lavorativo, così da permetterne un buon adattamento sociale. (Gli atteggiamenti sociali a cura di Trentin; Il presente e l'avvenire a cura di Hegedus).
- L'Associazionismo dovrebbe creare reti sociali e forme di partnariato,
che promuovano progetti socio-assistenziali, psicosociali, etc. E, tenendo
conto delle specifiche esigenze di ogni categoria di soggetti, concertare
interventi sociali per dare spazio alle categorie più svantaggiate.
(L'orbo e il re a cura di O. Pino; Ipovisione a cura dell'A.R.I.S.).
- Le Aziende, in conformità con la Legge 68/99, sull'Inserimento mirato dei disabili, dovrebbero creare piani di lavoro che facilitino l'inserimento e l'attività di soggetti con caratteristiche e bisogni diversificati, permettendone l'integrazione sociale e la piena realizzazione lavorativa. (Insieme per l'autonomia; Disabilità visiva: Progetti innovativi e nuovi sbocchi occupazionali a cura di G. Fanfani).
Indubbiamente l'attività sinergica delle suddette può creare
un clima sociale ed ambientale che dia lo spazio d'espressione a categorie
cui è negato.
I soggetti ipovedenti fanno richiesta di interventi volti al miglioramento
della loro vita e all'acquisizione di competenze professionali, che permettano
un normale inserimento nella rete di rapporti sociali, scolastici e lavorativi.
Negli ultimi anni si è registrato un aumento delle disabilità
visive, e l'interesse della Comunità Scientifica è aumentato
proporzionalmente all'aumentare dell'incidenza della malattia.
Dunque il problema dell'ipovisione, per le fasce di età variabili,
per la ricaduta sociale e per la richiesta continua d'aiuto, necessita di
interventi mirati, strutturati ed immediati.
Nella realtà palermitana, purtroppo, sono quasi inesistenti interventi
rivolti all'ipovisione, nonostante la forte richiesta da parte dell'utenza.
FINALITA'
L'A.R.I.S., al fine di realizzare
gli obiettivi che si è posta, relativamente all'opportunità
di offrire risposte concrete ai soggetti ipovedenti e ai loro familiari,
si propone di inserire il proprio intervento all'interno della rete di servizi
presenti nel territorio.
Si pone come obiettivo la riscoperta e l'attivazione delle potenzialità
del soggetto ipovedente. Si prevedono obiettivi individualizzati da stabilire
secondo le caratteristiche e le richieste dell'utenza. Tale metodologia
trova forza nella condivisione di emozioni e bisogni simili, che rende possibile
progettare un intervento il quale, pur rivolto ai singoli casi, potrà
essere esteso a tutti.
Si intende creare un'èquipe polivalente in cui diverse professionalità
sviluppino un intervento complesso basato sulla cooperazione, sulla comunicabilità
e sul coordinamento degli operatori.
Le figure professionali che si vogliono coinvolgere saranno: personale medico,
psicologi e operatori psico-sociali.
Un coordinatore tecnico-scientifico predisporrà ed organizzerà
le attività ed il monitoraggio nei vari momenti progettuali.
Lo psicologo svolgerà attività di supervisione per le attività
psico-sociali previste dal progetto.
Infine, l'informatore per disabili curerà i contatti con l'utenza.
In collaborazione con la Clinica oculistica dell'Università degli
Studi di Palermo (Policlinico P. Giaccone) e con la Facoltà di Scienze
della Formazione, Dipartimento di Psicologia, si realizzerà l'intervento
prospettato.
Il progetto intende migliorare la qualità di vita dei soggetti ipovedenti,
quindi promuovere condizioni di benessere psicofisico e di integrazione
sociale, fornendo anche un sostegno concreto alle loro famiglie, al fine
di prevenire e recuperare condizioni di disagio e di emarginazione.
Ancor più nello specifico si attuerà un intervento di sensibilizzazione
rivolto alla Scuola, alle Aziende, alle Associazioni e a tutta la rete sociale,
per un'informazione qualificata sulle condizioni degli ipovedenti e sulle
loro capacità scolastiche ed occupazionali.
OBIETTIVI GENERALI
AREA SOCIALE
a) consulenza legislativa
in ambito regionale-nazionale;
b) comunicazione con l'utente;
c) consulenza scolastica.
AREA CLINICA
a) prevenzione;
b) diagnosi;
c) consulenza.
AREA PSICOLOGICA
a) rafforzare la stima di
sé;
b) lavorare sui conflitti interni;
c) migliorare le dinamiche familiari.
OBIETTIVI SPECIFICI
AREA SOCIALE
a) 1. Consulenza telefonica;
2. Informazioni: legislative, sociali, occupazionali, etc.;
3. Orientamento professionale;
b) 1.Creazione di materiale divulgativo;
2. Sensibilizzazione rivolta alle Aziende;
c) 1. Sensibilizzazione scolastica;
2. Creazione di materiale divulgativo per le scuole;
3. Orientamento scolastico.
AREA CLINICA
a) 1. Creazione di materiale
divulgativo;
2. Sensibilizzazione sulle caratteristiche della patologia;
b) 1. Visite oculistiche gratuite;
2. Indicazione di metodiche ed ausili riabilitativi;
c) 1. Visite specialistiche;
2. Consulenze integrate: oculista-ortottista-psicologo.
AREA PSICOLOGICA
a) 1. Aumentare la percezione
dell'autostima e la consapevolezza interna;
2. Operare a livello della riscoperta del Sé corporeo, locus of control
interno;
3. Aumentare la percezione di controllare la propria vita, self efficacy,
favorire l'espressione di un senso d'autoefficacia;
b) 1. Capire e riconoscere gli elementi disturbanti;
2. Esprimere le emozioni e l'attribuzione di colpa per la disabilità;
c) 1. Aumentare e facilitare la comunicazione familiare;
2. Lavorare sulla genitorialità e sulla relazione con gli altri;
3. Promuovere incontri e nuovi confronti.
DESTINATARI
Il progetto intende rivolgersi a soggetti che si trovano in condizioni di handicap visivo, ai familiari di soggetti ipovedenti, a tutto il contesto sociale e lavorativo.
Si individuano diverse categorie di utenza:
a) Soggetti ipovedenti:
- i bambini, che si supporteranno
permettendone un normale sviluppo psicologico ed un buon inserimento scolastico;
- gli adolescenti, che si accompagneranno consentendone un buon adattamento
alla realtà esterna e l'instaurazione di normali dinamiche nel gruppo
dei pari. Si lavorerà a livello scolastico e si offrirà orientamento
formativo con precise indicazioni occupazionali;
- gli adulti, con cui si lavorerà sui casi concreti cercando di soddisfare
la domanda presentata;
- gli anziani, con cui si affronteranno le tematiche legate all'età
e alla disabilità.
b) Famiglie di soggetti ipovedenti:
- i coniugi, con l'obiettivo
di migliorare le dinamiche di coppia;
- i genitori, aiutandoli a migliorare le relazioni con i figli;
- i figli, allo scopo di capire la genitorialità e l'essere figlio;
- i fratelli, accompagnandoli nel difficile percorso che consentirà
di migliorare le dinamiche familiari.
d) Categorie professionali:
- gli insegnanti e gli psicopedagogisti,
che intendano arricchire la propria formazione nel campo delle disabilità,
in particolare di quella visiva;
- gli insegnanti di sostegno, che accompagnano, nel percorso scolastico,
gli studenti ipovedenti;
- i direttori d'azienda, manager, selezionatori del personale, che desiderano
delucidazioni in ambito legislativo (L.68/99) in tema di inserimento mirato
per disabili;
- le Associazioni, che operano nel campo delle disabilità sensoriali
e che intendano creare reti di collegamento con altre associazioni, così
da offrire all'individuo un'assistenza in toto.
MODALITA' DI INTERVENTO E ATTIVITA'
Il soggetto ipovedente riesce
difficilmente ad inserirsi nella rete sociale, a causa della disabilità,
svantaggio che ne pregiudica l'inserimento sia scolastico che lavorativo.
Con la Legge n. 138 del 2001 si stabilisce la categoria degli ipovedenti,
soggetti con un'acuità visiva pari a 3/10.
Negli ultimi anni le ricerche epidemiologiche hanno registrato un aumento
ponderale dell'incidenza di tale disabilità, infatti, prima della
definizione d'ipovedente, non esisteva nessuna categoria che comprendesse
i soggetti che pur non essendo non vedenti, possedevano un residuo visivo
molto basso, tale da impedirne una vita normale. L'ipovisione per gli effetti
invalidanti che esercita sul soggetto è assimilabile alla cecità,
infatti, priva i soggetti d'autonomia e li lega all'assistenza di un terzo,
nello svolgimento delle azioni della vita quotidiana.
Dalle ultime stime ISTAT si rileva che nella Regione Sicilia la percentuale
di soggetti non vedenti è pari al 68% dell'intera popolazione di
non vedenti italiani, e considerando che il rapporto ipovedenti/non vedenti
è pari a 3-4/1, si stima un elevato numero dei soggetti affetti da
ipovisione.
I rapporti tra cecità - ipovisione permettono proiezioni che indicano
un aumento ponderale dell'incidenza dell'ipovisione nei soggetti con problemi
visivi.
Grafico n.1
Prevalenza della cecità in Italia secondo ISTAT
(valori espressi per mille abitanti)*
Se, attualmente, esiste una
idonea Legislazione che tutela gli interessi dei soggetti non vedenti per
quanto concerne l'inserimento scolastico e lavorativo, scarseggia, invece,
l'attenzione verso i soggetti ipovedenti, individui con un elevato residuo
visivo, soggetto ad improvvisi cali, e con un ristretto campo visivo (come
sopra citato, ricordiamo la Legge 68/99 che, però, nella Regione
Sicilia trova scarsa, applicazione).
Esempio tipico è quello della Retinite Pigmentosa, patologia invalidante
caratterizzata da una compromissione del campo visivo periferico, che causa
fenomeni di abbagliamento, mancanza di visione notturna, perdita di autonomia,
di movimento ed orientamento, degenerando in un deficit globale.
La minorazione visiva è l'espressione di una limitazione funzionale
nel contesto socio-culturale e fisico, sia come limitazione dell'attività
sia come restrizione della partecipazione, ad esempio le difficoltà
nel compiere attività della vita quotidiana e nell'adempimento dei
ruoli sociali. Quindi la disabilità è la difficoltà,
sperimentata, di eseguire determinate attività in qualsiasi dominio
della vita a causa di problemi di salute; tali limitazioni fanno riferimento
alle capacità dell'individuo nell'esecuzione di attività fisiche
e mentali.
Un buon funzionamento psico-fisico comprende il livello corporeo, personale
e sociale riconducibile a quattro dimensioni:
- funzioni e struttura del corpo, che indica le menomazioni corporee a livello
strutturali e funzionali;
- attività che si riferisce alla difficoltà che l'individuo
può incontrare nello svolgimento di un'azione;
- partecipazione che intende il livello di coinvolgimento nelle situazioni
della vita;
- fattori disabilitanti, fattori ambientali che possono aggravare la condizione
di disabilità.
Il sostegno sociale ha sia un effetto diretto che indiretto sull'adattamento
alla disabilità. L'influenza dell'effetto diretto è esercitato
dalla società che fornisce aiuti strumentali diretti alla persona
in difficoltà, informativi, informazioni utili nell'affrontare problemi;
l'effetto indiretto consiste, invece, nel fornire aiuto emotivo quale: comprensione,
cura e accettazione personale.
Inoltre, il sociale agisce da tampone proteggendo l'individuo dall'impatto
negativo di elevati livelli di stress: gli individui con alto sostegno sociale
valutano un elemento stressante come meno stressante rispetto a quanto fanno
le persone con poco sostegno, principalmente perché sanno che c'è
qualcuno su cui possono contare, secondariamente perché impegnano
in misura maggiore le proprie risorse personali per fronteggiare le situazioni
di crisi.
Diversi studi scientifici hanno dimostrato che il sostegno psicologico e
l'ascolto offerto esercitano un'influenza positiva sugli atteggiamenti,
sulla verbalizzazione delle emozioni, sulle caratteristiche relazionali
e sui rapporti interpersonali dei soggetti ipovedenti. In tal senso studi
quali: Retinite Pigmentosa. Prevenzione, ricerca scientifica, a cura di
G. Lavanco; Elementi affettivi dell'esperienza dei giovani con RP e dei
loro familiari, a cura di Coop Minotauro; Vedere con la mente, a cura di
Galati; etc., indicano l'importanza di un approccio psicosociologico che
sia fonte di sostegno per agevolare il miglior adattamento dell'individuo.
Un buon clima affettivo rappresenta il sostegno che fornisce la stima e
la sicurezza di cui queste persone necessitano, e la comunanza delle esperienze
rende più facile la condivisione delle emozioni e delle paure, nonché
permette di affrontare situazioni conflittuali quali la ricerca del capro
espiatorio, la vittimizzazione e le dinamiche degli affetti. Le relazioni
familiari si snodano tra rischio e adattamento, intessendo una trama malattia-affetti,
il gruppo diventa, quindi, risorsa per dare spazio all'emotività.
ATTIVITA' PROPOSTE
Il progetto si articolerà in più fasi che prevedranno:
I FASE
Durante la prima fase, che avrà una durata di circa tre mesi, si prevede:
- la creazione di materiale
pubblicitario;
- l'informazione e la sensibilizzazione sulle attività del progetto;
- l'apertura dello sportello di consulenza;
- l'attivazione del servizio clinico;
- primi contatti con le Aziende;
- primi contatti con le Scuole;
- primi contatti con le Associazioni.
II FASE
La seconda fase avrà una durata di circa sette mesi, durante i quali si intensificheranno le attività dell'equipe, inoltre si prevedrà:
- somministrazione di questionari;
- formazione di gruppi esperenziali e di discussione;
- incontri con le Istituzioni suddette.
III FASE
La terza ed ultima fase, che durerà circa due mesi, durante i quali
si procederà alla chiusura delle attività e alla verifica
del lavoro svolto.
Tutte le attività proposte e successivamente realizzate, nonché
i risultati ottenuti saranno pubblicati su: la rivista Ipovisione, organo
ufficiale della LOW VISION ACADEMY e sul sito internet www.ipovisione.com.
STRATEGIE E STRUMENTI
Le strategie da utilizzare
saranno quelle del modello della partecipazione attiva e del coinvolgimento
diretto dei soggetti partecipanti al progetto; si procederà con il
coinvolgimento dei destinatari in tutte le attività proposte.
Gli strumenti che saranno adottati lungo l'iter progettuale saranno:
- Materiale pubblicitario;
- Inserzioni sulla rivista Ipovisione;
- Ricerca materiale bibliografico;
- Utilizzo del sito internet: www.ipovisione.com;
- Controlli e indicazioni mediche;
- Ascolto;
- Creazione di gruppi;
- Interviste;
- Questionari;
- Focus group;
- Gruppi esperenziali e di discussione;
- Giochi psicologici.
VALUTAZIONE DELL'INTERVENTO
La verifica degli interventi
si eseguirà secondo le metodologie dell'osservazione non partecipante,
con relazioni periodiche che prevederanno il livello di partecipazione/coinvolgimento,
il grado di cambiamento, la qualità del benessere, la comunicazione
interna.
Le valutazioni saranno previste in fase iniziale, in itinere e finale.
La valutazione iniziale si svolgerà attraverso un'attività
di monitoraggio e analisi della domanda, che leggerà le necessità
e i bisogni dell'utenza. Gli strumenti previsti per questa fase iniziale
saranno questionari ed interviste. I primi risultati saranno relazionati
dall'equipe competente.
La valutazione in itinere si realizzerà attraverso materiali idonei
alle esigenze riscontrate e relazionate al momento.
La valutazione finale costituirà la raccolta delle relazioni periodiche,
prevedendo un'ultima relazione complessiva dell'intervento attuato.
STRUTTURE
Le attività previste si realizzeranno presso i locali dell'A.R.I.S.,
sita in Via Principe di Belmonte 11, Palermo.
TEMPI
Il progetto avrà una
durata di mesi 12. I lavori saranno articolati secondo la seguente tabella:
I FASE 3 mesi
II FASE 7 mesi
III FASE 2 mesi
TOTALE 12 mesi
PERSONALE
N.1 Medico Oculista;
N.1 Tecnico Ortottista;
N.1 Psicologo;
N. 1 Coordinatore;
N. 2 Operatori psico-sociali;
N.1 Informatore per disabili visivi.
COSTI
MATERIALE:
- Materiale pubblicitario
ed inserzioni 3098,74€
- Sede e Utenze varie 4131,66€
- Cancelleria 1032,91 €
- Varie ed eventuali 516,46 €
PERSONALE:
- N.1 Medico Oculista 40
ore x 36,15 € = 1446,00 €
- N.1 Tecnico Ortottista 40 ore x 15,49 € = 619,60 €
- N.1 Psicologo 40 ore x 36,15 € = 1446,00 €
- N.1 Coordinatore 150 ore x 25,82 € = 3873,00€
- N.2 Operatori Psico-sociali 300 ore x 25,82 € = 7746,00€
- N.1 Informatore per disabili visivi 624 ore x 5,16 € 3219,84 €
____________
TOTALE: 27.130,21€