La memoria e il filo della ragione
GIUSEPPE DI LELLO
Dal sito de"IL Manifesto", 26/7/2001
La brutalità dispiegata dalle forze dell'ordine a Genova non
ha segnato un elemento di novità, ma solo una tappa del lungo
percorso a ritroso sulla strada che, almeno per qualche tempo, sembrava
dovesse portare ad un loro soddisfacente livello di democratizzazione.
Gli anni esaltanti della conquista della sindacalizzazione della polizia
con la costituzione del Siulp, del dibattito politico-culturale di una
estesa demilitarizzazione ove possibile (a partire, quantomeno, dalla
Guardia di finanza), sono lontanissimi e quasi non più riproponibili.
Il quadro complessivo è andato sempre più peggiorando,
a partire dalla immissione delle donne nei corpi armati, per finire
con l'esercito professionista e passando per il riconoscimento dell'autonomia
all'arma dei carabinieri: su questo fronte di "modernizzazione" la sinistra
di governo non ha avuto esitazioni e anzi ha collaborato con un'enfasi
a volte superiore a quella della destra.
Non credo che ci sia un solo paese europeo ad avere un corpo - i carabinieri
- con funzioni di esercito e di polizia e non è un mistero che
ciò si è realizzato sotto la decisiva spinta dei Ds che
hanno travolto le deboli resistenze di un pezzo del governo di centro-sinistra.
La stessa subcultura di destra della "legge-ordine" sganciata da qualsiasi
riflessione sul disagio sociale e sulla dannosità di affrontarlo
con misure repressive, è stata sposata in pieno dal centro-sinistra
e scaricata con determinazione su emarginati, immigrati e contestatori.
Come dimenticarlo? Una breve parentesi sociale con Rosa Russo Jervolino
e poi il bastone della logica repressiva viene impugnato da Enzo Bianco.
Mentre escono i massacrati fermati, a piedi o in barella, a fare gli
onori di casa fuori dalla scuola Diaz c'è il portavoce del capo
della Polizia, Roberto Sgalla, ex segretario nazionale del vecchio Siulp
democratico: "Non abbiamo colpito nessuno, i feriti erano già
dentro e noi provvediamo a soccorrerli facendoli portare in ospedale".
Che dire e che fare di fronte a tanta dissipazione di lotte democratiche?
Sembra impossibile ricominciare daccapo con quelle lotte, specie ore
che incombono sulle forze dell'ordine numi tutelari come Fini e Gasparri,
ma bisogna ricominciare perché è l'unico percorso possibile:
a patto che il centro-sinistra e i Ds innanzi tutto, ci rendano conto
del baratro in cui hanno cooperato a sospingerci.
Non possiamo lasciare al nemico di classe quei poliziotti o carabinieri
che si riconoscono nei valori della nostra Costituzione e che continuano
a battersi (e a rischiare) per la loro affermazione.
La giusta rabbia di questi giorni ci porta a gridare parole terribili
verso tutti, ma spetterà a noi riprendere anche il filo della
ragione al quale è legata la speranza di un paese civile e democratico:
in questo senso il papà di Carlo Giuliani ci ha orientati con
una rara lezione di dignità politica.
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