1999 Sala Murat - ferrariarchitetti

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BARI - RICOSTRUZIONE DELL'ANTICO MERCATO DELLE CARNI, NOTO OGGI COME "SALA MURAT"
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anno: 1999-2001
con: arch. Arturo Cucciolla, Arch. Roberto Telesforo
importo: 1.000.000
categoria: I°d
committente: Comune di Bari
ruolo: progetto preliminare, progetto definitivo, progetto esecutivo, DD.LL.
impresa: Edil.Co
Nel periodo in cui si abbattevano le mura e si dava inizio alla edificazione del Borgo che sarà poi detto  Murattiano, l’arch. Giuseppe Gimma configurò lo spazio antistante alla antica “Porta a mare” con un “progetto urbano” che configurava una piazza delimitata da due edifici “moderni” (neoclassici) identici e speculari, La loro funzione di mercato alimentare (del pesce, della carne) avrebbe dovuto favorire il rapporto degli abitanti della vecchia città con quelli che la lasciavano per trasferirsi, con i loro mestieri, nel nuovo Borgo.
Nel 1947, un progetto piacentiniano prevedeva la conclusione del Corso Vittorio Emanuele con due alti palazzi. Solo il primo fu costruito all’angolo di fondazione del borgo, successivamente noto come “palazzo Motta” per il bar che si apriva alla sua base. Il secondo edificio, speculare e di pari dimensioni, sarebbe dovuto sorgere sul suolo occupato dal mercato. Sarà un caso, ma a questo progetto seguì, nel 1957, l’abbattimento del “mercato della carne”, dichiarato pericolante.
Il progetto vuole ricostruire l’unità formale e architettonica della piazza, realizzando (con fondi comunitari) uno dei progetti contenuti nel Piano particolareggiato di Bari Vecchia, redatto (insieme a Di bari e Realfonzo) dagli stessi autori.
Il progetto si estende dal limite del Corso fino al Fortino.  ricostituisce la dimensione delle mura, chiudendo i varchi del parapetto  realizzato negli anni Trenta. Riconfigura la Piazza del Ferrarese, pedonalizzandola e unificando i due spazi in cui una precedente strada carrabile la divideva. Ricostruisce, con una parziale anastilosi, l’antico mercato abbattuto, ricostruendo l’unità formale di questa parte della piazza, resa dissimetrica dai successivi ampliamenti (in lunghezza, in altezza) del mercato del pesce.
Dell’antico edificio si ricostruisce solo il paramento esterno, con gli archi inquadrati da doppie lesene. Della precedente struttura si adoperano le pietre basamentali, recuperate e ricollocate allo zoccolo dei portali. All’interno, non si riproduce il sistema di copertura con volte a vela.: si realizza una copertura piana sostenuta da una parete in c.a., staccata dalla preesistente muratura in pietra, inquadrata attraverso ampie aperture rettangolari. Il pavimento della piazza lega i due edifici con un disegno geometrico a grandi quadrati, segnato da punti luce negli incroci.
La ricostruzione  era resa possibile dall’esistenza, su via Roberto il Guiscardo, di una lesena con le modanature intatte. La ricostruzione procedeva solo per le parti rilevate e si arrestava prima del cornicione, cancellato dalla demolizione e non rilevabile. Il frammento veniva quindi compreso nella nuova muratura della parete terminale dello spazio.
Anche la copertura avrebbe dovuto essere staccata dalla parte esterna, da una sottile asola di luce. La necessità di accordare le quote della copertura a residenze che ne rivendicavano la servitù ne ha reso impossibile la realizzazione. Il muro che regge all’interno la copertura è staccato dalla parete muraria esistente per conservare intatta la traccia degli archi delle precedente copertura: i portali sono sfalsati per inquadrare  i pulvini, parti meglio conservate della preesistente struttura.
Nel procedere del lavoro venivano alla luce alcuni reperti, indicati in una precedente planimetria: la base dei pilastri del mercato abbattuto,(recuperata e resa visibile alla base dei ricostituiti pilastri; alcuni locali di deposito sul margine del porto (rilevati e ricoperti),; e i resti dell’antica Porta a Mare con la pavimentazione segnata dalle ruote dei carri. Trovata esattamente dove un rilievo del Gimma la indicava, è stata restaurata e lasciata in vista. Intorno alla porta, con il colore della pietra lavica si è ridisegnato il perimetro delle mura, scomparse, che contenevano la porta. Un basso sedile continuo segna il percorso della strada soprastante il muro di cinta (via Venezia) riconfigurando l’unità dell’antica “piazza d’armi” all’interno delle mura e della porta.
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