Un articolo introduttivo, per comprendere in che misura i provvedimenti legislativi del governo federale che vanno sotto il nome di Section 508 rappresentino un beneficio per l'accessibilità dei siti Web delle amministrazioni pubbliche statunitensi. Dopo un breve riassunto storico delle vicende che hanno condotto alla promulgazione di queste norme, vengono elencati i sedici paragrafi della legge, tradotti naturalmente in italiano, che trattano dei requisiti di accessibilità che devono avere, a partire dal giugno 2001, le pagine web messe in linea dalle agenzie pubbliche degli Stati Uniti.
L'ultima parte dell'articolo pone a confronto il dettato di Section 508 con le analoghe linee guide per l'accessibilità del contenuto Web, rilasciate dal WAI-W3C nel 1999. Come si vedrà, nonostante il discorso venga appena accennato, la conformità alle regole di Section 508 non coincide con la conformità alle WCAG 1.0. In certi casi addirittura la conformità ad uno dei due sistemi preclude la possibilità di ottenere la conformità all'altro.
Su alcuni siti che contengono pagine accessibili, soprattutto americani, comincia ad apparire una dichiarazione di conformità che va sotto il nome di Section 508. Vediamo di capire di cosa si tratta.
Nell’ormai lontano 1973 il Governo degli Stati Uniti promulgò un provvedimento legislativo noto come Workforce Rehabilitation Act, che potremmo tradurre in italiano con Legge per il Recupero della Forza Lavoro. Come si può comprendere facilmente dal nome, si trattava di una legge destinata ad eliminare o ridurre barriere di varia natura, che ostacolassero un disabile nell'utilizzo dei servizi e delle informazioni forniti da agenzie federali, sia in quanto impiegato pubblico sia in quanto comune cittadino.
Sotto l’articolo 508 (Section 508 in inglese) di questa legge furono poi raggruppate una serie di direttive per l'eliminazione di barriere all'accesso ad informazioni e servizi nel campo specifico della cosiddetta Information Technology (l’insieme cioè dei mezzi di comunicazione elettronici ed informatici). Un primo emendamento dai contenuti non vincolanti risale al 1986. Invece un secondo emendamento, il Workforce Investment Act, entrato in vigore il 7 agosto 1998 con la firma dell'ex Presidente Clinton, è oggi vincolante in materia di requisiti di accessibilità per ciascuna agenzia federale degli Stati Uniti.
In esso non vengono fissati direttamente i requisiti di accessibilità che gli uffici pubblici dovranno adottare. Viene istituito piuttosto un organismo tecnico, chiamato The Access Board, al quale è delegato il compito di determinare operativamente gli standard di accessibilità necessari. Questa agenzia federale per l'accesso delega a sua volta ad un comitato tecnico, costituito da professionisti del mondo IT, da accademici e da rappresentanti di organizzazioni di disabili, il compito materiale di redigere le regole per l'accessibilità. Il comitato investito di questo compito è chiamato Electronic and Information Technology Access Advisory Committee (EITAAC). Il 21 marzo del 2000, come risultato del lavoro compiuto nei mesi precedenti dall'EITAAC, l’Access Board pubblica una bozza di linee guida per l’accessibilità. Dopo un periodo di valutazioni e commenti pubblici, il 21 dicembre del 2000 le proposte dell’EITAAC divengono legge a tutti gli effetti, con obbligo per le agenzie federali degli Stati Uniti di conformarvisi a far data dal mese di Giugno 2001.
È importante notare che le linee guida definite dall'EITAAC e raggruppate sotto l'ormai famoso articolo 508 non riguardano solo Internet ed il Web, ma un’ampia varietà di apparati tecnologici hardware e software. In particolare:
Il risultato dell’entrata in vigore di tale legislazione è che i requisiti di accessibilità entrano fortemente in gioco fin dalla gara d’appalto, che un’agenzia pubblica statunitense indice per l’acquisto di apparecchiature e servizi elettronici e informatici. Tra due ditte che partecipano alla medesima gara, a parità di offerta, vince chi è in grado di garantire la migliore copertura dei requisiti di accessibilità stabiliti dall’articolo 508. Si tratta indubbiamente di una conquista di civiltà molto importante.
Mi auguro che anche il Governo italiano riesca, in tempi non biblici, a compiere un analogo passo in avanti. La circolare n.3/2001 del 13 marzo 2001, con la quale l’allora ministro della Funzione Pubblica Bassanini forniva alle pubbliche amministrazioni italiane delle regole generali per l’accessibilità dei siti Web, rappresentava – e tuttora rappresenta – un semplice invito alla conformità. Aspettiamo ancora un provvedimento legislativo vincolante, che imponga uno standard di fatto verso il quale le pubbliche amministrazioni, centrali e locali, non possano fare orecchie da mercante.
Vediamo ora in dettaglio quali sono le linee guida per lo sviluppo di applicazioni web, definite nell'articolo 508, per le agenzie federali USA. Si tratta in totale di sedici regole, che riporto qui di seguito nella mia traduzione dall'inglese (il testo originale è disponibile alla pagina http://www.access-board.gov/sec508/508standards.htm sotto il titolo 1194.22 Web-based intranet and internet information and applications):
Dopo aver letto le sedici regole definite dall'Agenzia federale per l'accesso, viene naturale domandarsi quale sia la loro relazione con le Linee Guida per l'Accessibilità del contenuto Web versione 1.0 (WCAG, Web Content Accessibility Guidelines 1.0), rilasciate il 5 maggio del 1999 come standard internazionale dal Gruppo WAI del W3C.
Tra le due formulazioni vi sono numerose somiglianze ma anche importanti differenze. A questo proposito, una nota alle sedici regole federali per l'accessibilità del Web dice testualmente:
1. L'Agenzia interpreta i paragrafi da (a) fino a (k) di questa sezione come compatibili con i seguenti punti di controllo di priorità 1 delle Linee Guida per l'Accessibilità del contenuto Web versione 1.0 (WCAG 1.0, 5 Maggio 1999), pubblicate dalla Web Accessibility Initiative del World Wide Web Consortium:
Paragrafi della sezione 1194.22 Punti di controllo WCAG 1.0 (a) 1.1 (b) 1.4 (c) 2.1 (d) 6.1 (e) 1.2 (f) 9.1 (g) 5.1 (h) 5.2 (i) 12.1 (j) 7.1 (k) 11.4
2. I paragrafi (l), (m), (n), (o) e (p) di questa sezione differiscono da WCAG 1.0. Le pagine Web che sono conformi al livello A di WCAG 1.0 (che passano cioè tutti i punti di controllo di priorità 1) devono soddisfare anche i paragrafi (l), (m), (n), (o) e (p) di questa sezione per guadagnare la conformità.
In particolare, le regole dell'articolo 508 introducono differenze significative per quanto riguarda la gestione di script, applet e programmi accessori integrati; sono più restrittive circa lo sfarfallamento dello schermo e fanno riferimento al problema della risposta temporizzata, del tutto assente dalle linee guida WAI-W3C.
D'altro canto le Linee Guida WAI pongono tra i requisiti per l'accessibilità
la segnalazione di qualsiasi cambiamento di linguaggio naturale nel testo (per
mezzo di <span lang="..."></span>
) e l'uso
del più chiaro e semplice linguaggio appropriato al contesto: due criteri
che nelle regole per il Web elencate sotto l'articolo
508 sono completamente assenti.
Insomma la piena conformità alle sedici linee guida federali non coincide con la piena conformità alle raccomandazioni WCAG 1.0 del WAI: aver raggiunto la prima non è garanzia di ottenere la seconda, e viceversa. A complicare ulteriormente le cose, vi sono poi dei punti di divergenza che rendono in certi casi materialmente impossibile soddisfare entrambe le formulazioni, in quanto l'obbedienza ad una delle due esclude di poter obbedire all'altra.
Mi riferisco in particolar modo ad un caso molto comune ed importante: la gestione delle funzionalità introdotte nelle pagine web per mezzo di linguaggi di script, applet ed oggetti di programmazione. Il punto di controllo 6.3 delle WCAG 1.0 dice testualmente (la traduzione è mia, da http://www.w3.org/TR/WCAG10/wai-pageauth.html#tech-scripts):
Assicuratevi che le pagine siano usabili quando script, applet o altri oggetti di programmazione siano disabilitati o non supportati. Se questo non è possibile, fornite informazioni equivalenti su una pagina alternativa accessibile. [Priorità 1]
Non considerando per ora applet ed oggetti di programmazione, a proposito degli script il paragrafo (l) delle norme federali dichiara:
Quando delle pagine utilizzano linguaggi di script per visualizzare contenuti, o per creare elementi dell'interfaccia, le informazioni fornite per mezzo dello script devono essere identificate tramite del testo funzionale che possa essere letto usando tecnologie assistive.
La differenza sembra inconciliabile. Per le WCAG 1.0 il contenuto informativo generato dallo script deve essere accessibile (tramite testi alternativi) anche per mezzo di programmi che non supportano gli script o che ne hanno disabilitato il supporto, anche se poi lo script in se stesso non genera testo funzionale leggibile per mezzo di tecnologie assistive. Per il paragrafo (l) di Section 508 basta invece che si generi un testo funzionale che sia possibile leggere per mezzo di tecnologie assistive e non occorre produrre un'alternativa per utenti che non possano o non vogliano usare sistemi abilitati a gestire linguaggi di script.
Presumo che la ragione per cui le regole federali si differenziano, almeno su questo punto, dalle norme WAI-W3C sia che in queste ultime il tentativo di raggiungere la piena conformità porta a delle vere e proprie contraddizioni in termini, come quella che mi pare esistere tra i punti di controllo 6.3 ed 8.1 (1). Esaminare tali contraddizioni va però oltre gli scopi di questo articolo.
Per ora accontentiamoci di una piccola morale: non diamo molto credito a quei siti che dichiarano la doppia conformità, da un lato al dettato dell'articolo 508 emendato del Rehabilitation Act e, dall'altro, alle Linee Guida versione 1.0 del WAI. Vi sono circostanze abbastanza comuni nella realizzazione di pagine web che richiedono di scegliere quale delle due conformità adottare, essendo molto probabile che la scelta di una delle due precluderà il raggiungimento dell'altra.
Ma in conclusione dobbiamo anche chiederci: le divergenze, tra il dettato delle WCAG 1.0 e quanto prescritto dalle norme federali sull'accessibilità del contenuto Web, hanno ricadute pratiche significative per gli sviluppatori italiani di siti? Direi di no, almeno per il momento. Deve essere chiaro, infatti, che le regole definite sotto il titolo 1194.22 di Section 508 riguardano esclusivamente gli acquisti di applicazioni e contenuti per il Web da parte di agenzie federali statunitensi.
Per il resto del mondo – e quindi anche per le Pubbliche Amministrazioni italiane che volessero rendere accessibili i propri siti Internet - valgono le regole definite in WCAG 1.0, pur con i limiti e le contraddizioni che queste, ad un esame approfondito, finiscono con il rivelare. Sicuramente la versione 2.0 delle WCAG, attualmente allo stato di bozza di lavoro, dovrà tenere conto di tali contraddizioni e magari provare ad incorporare il meglio dell'esperienza scaturita, nel frattempo, dall'applicazione delle regole per l'accessibilità del Web conosciute come Section 508.
(1) 8.1. Rendete gli elementi di programmazione come script e applet direttamente accessibili o compatibili con le tecnologie assistive [Priorità 1 se la funzionalità è importante e non è presentata altrove, altrimenti Priorità 2.]
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Aggiornato Thursday, 17-Oct-2002 23:01:20 CEST
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