Ecco come passo il mio, poco, tempo libero....

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L'informatica

La fotografia

La musica

 

 

 

 

 

L'informatica

Il mio approccio con il mondo dell'informatica è avvenuto nel lontano 1980 quando, trasferito dall'Ufficio Arrestati della Pretura di Roma, mi sono ritrovato per puro caso nel Centro Elettronico di Documentazione del Ministero di Grazia e Giustizia. Il centro era costituito da un'unità multifunzione della Sperry-Univac: un apparato di cui non ricordo la sigla (forse 9300) a cui ero stato addetto, che leggeva, perforava schede e stampava i risultati, elaborati in remoto da un mainframe Sperry-Univac 1100. Il resto del Centro era costituito da macchine perforatrici e terminali video.
Che emozione! Mi diedero un camice bianco, allora si usava, e senza darmi la minima idea di cosa fosse quell'astronave lunga dieci metri piena di luci e pulsanti mi dissero:"devi solo premere qualche tasto e sistemare di tanto in tanto la carta, se vedi che si inceppa." Il lavoro per la verità era molto noioso e noiosi erano soprattutto i colleghi che parevano farsi passare sotto gli occhi con incomprensibile stupore, per me che avevo ventidue anni, quel mondo pieno di mistero. Con grande disappunto del mio collega, con cui mi alternavo, alla cura dell'"Enterprise" avevo deciso che non potevo passare il resto dei miei giorni ad inserire fogli e a caricare schede perforate. Ho incominciato allora a studiare i manuali del sistema operativo di quella macchina e i linguaggi COBOL de FORTRAN, ho abbozzato i miei primi programmi: un calendario perpetuo e una sorta di master mind con i numeri, anche detto "strike & bull", e poi... non mi sono fermato più.
A questo proposito, sperando che possano mai leggere queste pagine, voglio ringraziare due persone senza le quali la mia strada sarebbe stata senz'altro più difficile. In primo luogo Cristina Elena, una carissima amica, oltre che collega, che con la sua straordinaria competenza e la sua pazienza mi ha insegnato tutti i segreti della programmazione, e Domenico Juliano, il mio capufficio, che mi ha insegnato a "sudare" senza dare nulla per scaontato.

Nel 1986 sono passato al Ministero delle Finanze, dove ho conosciuto il PC, un aggeggio di cui in breve tempo avevo imparato quasi tutto. Nel 1990 ho acquistato il mio primo giocattolo: un portatile Texas Instruments TravelMate 2000, con processore i286. Nel mese di marzo 1996 mi sono abbonato per la prima volta ad un "Internet Provider" e da quel giorno, tutte le sere, per almeno tre ore sto attaccato al PC, che nel frattempo è diventato un Pentium , ad esplorare questo sterminato mare che è Internet.
Il mio rapporto con la "Rete", oltre alla consultazione di alcuni siti (vedi home-page) che reputo di particolare interesse, si rivolge essenzialmente ai newsgroup (voglio salutare a questo proposito tutti gli amici di MC Link), e a questa mia prima esperienza di web-publishing.

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La fotografia

Il giorno della prima comunione, avevo otto anni, mi regalarono una Kodak Instamatic, una macchinetta semplice semplice che funzionava con negativi quadrati (126, per gli addetti ai lavori). Cinque o sei "rullini", anche perchè a quei tempi costavano una cifra per le nostre finanze, e la accantonai.
Poi un giorno, tanto tempo dopo, un amico, Gianni, ci portò tutti a casa sua a farci vedere le fotografie che aveva scattato insieme a noi in nel precedeten week-end. Chiuse la porta, spense la luce, tirò fuori due bacinelle, due bottiglie di liquido strano e un paio di pinze. Mise un foglio di carta sotto una specie di proiettore rovesciato (l'ingranditore n.d.r.) e l'illuminò per un poco. Io ero lì a guardare con un pò di diffidenza questo strano gioco di prestigio e dopo un pò.... il miracolo.
Dalla carta cominciava a venire fuori una goliardica istantanea di Stefano immortalato in costume adamitico. Era fatta! Mi ero innamorato (non di Stefano).
Per un pò di tempo ho elemosinato qualche scatto da un amico quà e un altro là, poi il grande passo. Con un piccolo aiuto di mio padre ero riuscito a racimolare i soldi per comprare la mia prima reflex, sognavo la Nikkormat di Gianni, ma lui era da poco entrato in banca e i soldi gli uscivano dalle orecchie, io invece mi dovevo accontentare di una dignitosa ma efficiente Pentax Spotmatic. Passando però davanti ad un negozio, di cui sino a quel momento ignoravo l'esistenza, avevo visto che con gli stessi soldi e l'aiuto dell'economica e spartana tecnologia di oltre cortina (c'era encora il Muro) avrei potuto strafare. Mi comprai una bella Zenit E con l'esposimetro esterno e il diaframma manuale, nonchè un ingranditore UPA5 dotato addirittura di messa a fuoco automatica e racchiuso in una valigetta verde che fungeva da piano focale.
Ragazzi.... ero al settimo cielo: la reflex pesava quasi due chili e mi faceva sudare per la sua rozzezza, l'ingranditore perdeva luce da tutte le parti, ma io avevo imparato a muovermi sul campo e facevo anche belle cose. La prima soddisfazione è arrivata con un concorso organizzato dalla galleria "Il fotogramma" sull'Estate Romana di quell'anno, non ricordo bene, forse il 1979. Una vittoria ex equo con altri dieci partecipanti, ma pur sempre una vittoria, poi via via piccole mostre di quartiere con vari piazzamenti. L'ultima soddifazione è arrivata la scorsa estate con la pubblicazione di una mia immagine su una rivista
Reflex e una settimana di soggiorno gratuito nell'albergo che aveva organizzato il concorso.
Il mio attuale corredo fotografico consiste in una Nikon F601 con uno zoom 37/70 f:3.3. e un 70/210 f:4.5, vari filtri colorati, un polarizzatore, un flash Starblitz 36 e una Leica Mini che mi porto quasi sempre dietro.
I miei soggetti preferiti sono il reportage e lo still life. Odio la telecamera, almeno per i filmati delle vacanze e della prima comunione, e resisto ancora, anche se credo per poco alla fotografia digitale.
Adesso, se siete curiosi e mi perdonate una punta di vanità, potrete vedere
alcune immagini tra quelle che ho realizzato in questi anni, e che preferisco.

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Ebbene si! Sono stato uno dei più grandi chitarristi degli anni settanta. No... forse è il caso che mi dia una ridimensionata. In effetti però la chitarra è stata una passione per diversi anni, ho incominciato con la canzone del sole di Lucio Battisti, tre accordi semplicissimi: LA MI RE. Ma i miei pezzi forti erano Sampa Pa Ti dei Santana, Smoke on the water dei Deep Purple, Horizon dei Genesis (grande Steve!!!) e Mood for a day, di quell'altro fenomeno degli Yes che era Steve Howe. A ventiquattro anni ho cominciato a studiare il sassofono tenore, subito abbandonato perchè il lavoro e lo studio non mi permettavano di frequentare le lezioni con la dovuta assiduità.Ora il mio rapporto con la musica è limitato al solo ascolto dei miei dischi, quando mio figlio me lo permette. La musica che mi piace ascoltare è la classica, con un'attenzione particolare alla musica da camera del Rinascimento, qualcosa di jazz, in memoria dei tempi in cui studiavo il sassofono, e diverse cose più "leggere" tra cui Paolo Conte, Pat Metheny, Pino Daniele, Joan Armatrading e (grandi) i Manhattan Transfer. Ora, se siete curiosi, potete dare un'occhiata alla mia discoteca.

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