Andrea De Carlo e la Televisione

(copia non corretta)

MILANO,26.05.2000
GRAZIA MOSCHETTI:Andrea De Carlo ha scritto "Macno" nell'84 e oggi lo definisce una storia sul potere della Televsione,
con i suoi meccanismi di persuasione e seduzione delle opinioni.
E' il suo terzo romanzo,il primo scritto in terza persona,come se fosse la Televisione a raccontarlo,con uno stile "inquietante,quasi allucinato,privo di qualsiasi giudizio o punto di vista".
Gli abbiamo chiesto com'è nato "Macno",chi rapprasenta,e fin dove può arrivare il suo potere in una società come quella italiana.
ANDREA DE CARLO:"Come spesso succede con i libri,era un misto.Si basava su fatti reali che conoscevo,che avevo sperimentato,e poi su una parte di immaginazione,cioè di ipotesi,di fantasie.
A volte capita agli scrittori di prevedere delle situazioni che poi si verificano.In quel caso uno dei retroterra era una certa conoscenza che avevo avuto del mondo politico italiano,romano in particolare.Ed era capitato lavorando con Federico Fellini.Avevo fatto da assistente per un film che lui girava:"E la nave và".E quindi era stata una doppia esperienza:stare sul set di un film come il suo,con tutta una corte di attori,tecnici,persone che ruotavano intorno a lui.Era come una specie di dittatore al centro di questa corte.E poi c'era Roma,che lui frquentava,con i politici,con quell'intreccio tra politica,arte..
Poi ci sono altre esperienze.Ho conosciuto uno specialista dell'immagine che lavorava per un politico americano.Mi ha colpito quest'aspetto scientifico dell'uso dell'immagine,e poi ho pensato(e lì entrava la fantasia)cosa sarebbe successo se ci fosse stato un uso di questo tipo,ma in una situazione come quella italiana.
Sono tecniche che,di fatto,Berlusconi ha applicato per primo in modo sofisticato.Prima l'uso della televisione c'era,ma era molto rozzo.Si prescriveva ai telegiornali cosa dovessero dire.Il vecchio potere politico ha sempre fatto così in Italia.Quando poi è arrivato Berlusconi,che era un uomo che conosceva profondamente la televisione,infatti aveva fatto la sua carriera sulla televisione,e poi l'ha usata come strumento politico,l'ha fatto in modo più pervasivo,entrando di più nella vita della gente,convincendo e modificando le opinioni.
Questa è un pò la storia di Macno.Lui nasce con la televisione,non come politico,e,solo in un secondo tempo,pensa di usare queste tecniche per la politica.E l'effetto poi è devastante.
L'altro aspetto che,in questo libro,ha a che fare con la comunicazione,è che è l'unico scritto in terza persona.
Raccontato come se fosse la Televisione a farlo,con una telecamera che entra in una situazione,con una giornalista che parla,e tu,spettatore,segui la storia.Quella miscela strana di obiettività apparente e manipolazione.Quindi ho cercato di scriverla non mettendoci delle opinioni precise,ma lasciando questa specie di neutralità un pò allucinata della televisione.Questa era la mia idea."