18 agosto 1991, tentato golpe in Urss
...Quando capii che ero riuscito a passare la dogana estone con una telecamera clandestina nella borsa, tirai un sospiro di sollievo. Era tutto ciò che avevo, oltre l'abito che indossavo e un necessaire d'emergenza, spazzolino e rasoio, fornitomi all'aeroporto di Helsinki, dove i miei bagagli non erano mai arrivati. E, in un paese bloccato dalla rivolta, non avrei trovato molto di più...
La traversata in nave era trascorsa piacevolmente, quasi senza pensieri né congetture su ciò che avrei trovato al mio sbarco a Tallin. Presi una stanza nell'unico grand'albergo disponibile, dove alloggiavano gli altri giornalisti, compresa una troupe dell'americana Abc, cui avevano sequestrato la telecamera, e un producer della VisNews, Chris Gillet che aveva solo una videocamera Vhs, non adatta a trasmettere.
Due ore dopo mi trovai coinvolto nei primi scontri di piazza. Il giorno seguente, un colonnello degli Omon, le truppe antisommossa sovietiche, barricato in una caserma con i propri uomini, mi cacciò in gola la canna del suo mitra. Lo avevano innervosito le nostre riprese e mi aveva sequestrato la telecamera che ora ero andato a chiedergli di restituirmi. Alle mie spalle, Chris, anziché aiutarmi, cominciò a filmare la scema con la sua telecamerina, perfettamente cosciente che questo avrebbe irritato di più il colonnello...
Arrivare a Vilnius fu un viaggio attraverso un mondo sconosciuto...E a Riga fui preso in consegna da un italiano che viveva lì da quarant'anni, mai capito se fosse davvero un deportato durante la guerra oppure uno spione...
"Non è possibile cambiare il biglietto per San Pietroburgo con uno per Mosca", mi disse cortesemente la signora dell'Ufficio per il turismo..."Va bene, la prenoto sul primo volo disponibile, fra quindici giorni". Quando le dissi che volevo partire il giorno successivo, crollò sulla sedia con un lamento di disperazione...