15 agosto '94. I neonazisti tornano a colpire in Germania

Tra i sedici ed i venti anni, come quelli che andarono a morire per Hitler nell'agonia del Terzo Reich.

E' l'identikit dei neonazisti fornito dalla polizia tedesca, l'ondata nera scesa in campo in Germania, contemporaneamente in decine di centri, in quello che doveva essere un crescendo di celebrazioni, con apoteosi dopodomani, il 17 agosto, giorno in cui Rudolf Hess s'impiccò nel carcere di Spandau, a Berlino.

A cavallo fra la minore e la maggiore età, invasati per i simboli di sterminio, così i 350 fermati preventivamente nelle ultime ore. Così i cento bloccati in Lussenburgo, dove erano sconfinati, e rispediti in patria. Così i sei arrestati a Erfurt, Germania orientale, davanti al campo di concentramento di Buchenwald, 56mila ebrei sterminati, che il 23 luglio scorso una ventina di skinheads avevano profanato dando inizio alle macabre celebrazioni. Un gesto che provocò tanto sdegno in Germania e all'estero, da non lasciare dubbi sulla risposta ferma che l'opinione pubblica si attendeva dalle autorità tedesche.

E così, alla richiesta di poter manifestare, il cosiddetto Comitato Wunsiedel, dalla località bavarese dove Hess è sepolto, ha trovato un muro completo, con migliaia di agenti mobilitati.

Nelle prossime ore, il confronto decisivo.

(E sei anni dopo, nel 2000, tutto si ripete...)