Israele, la tregua che non funziona
La piazza è subito rovente, gli scontri riprendono nei territori, in serata arriva anche una bomba contro un autobus di coloni a Gush Katif, striscia di Gaza. Terrorismo, dunque.Strage evitata solo perché l'automezzo è blindato.
Cominciano così le 48 ore assegnate da Clinton a Barak e ad Arafat per dimostrare che la tregua trattata al vertice di Sharm el Sheik può arrivare.
I due leader ci provano, con tutte le difficoltà previste all'interno dei rispettivi schieramenti, oltre che tra le parti.
Il presidente palestinese lancia l'appello a cessare le ostilità...Ma, Hamas e la Jihad Islamica fanno resistenza. A provocare maggiori reazioni arriva la notizia dell'arresto di 6 presunti responsabili del linciaggio di due soldati israeliani. L'autorità palestinese si chiama fuori da ogni coinvolgimento nell'azione...
Israele, intanto, ordina di togliere i blocchi che impediscono la circolazione libera nei territori e dà il via alla riapertura dell'aeroporto di Gaza che, però, in serata è ancora chiuso...
"Applicheremo Sharm el Sheik -dice il portavoce del governo Barak- e ci aspettiamo che i palestinesi facciano lo stesso. Primo punto, fine delle ostilità e arresto dei terroristi di Hamas e della Jihad rilasciati nelle ultime due settimane".
Ma, ad irritare i palestinesi, c'è il Piano Barak cosiddetto di "separazione unilaterale" per eliminare i punti di attrito tra israeliani e palestinesi.
"Ci vogliono segregare, equivale ad una dichiarazione unilaterale di guerra"tuona Yasser Abed Rabbo, il responsabile dell'informazione palestinese.
Ma Barak ha anche guai in casa. Ariel Sharon, il falco della destra, sbatte la porta in faccia all'ipotesi entrare in un governo di unità nazionale. Non credevo che Barak considerasse ancora Arafat un partrner di pace, dice Sharon.