10 novembre '93. Addio Ponte di Mostar
Al posto del ponte, il vuoto.
L'immagine di una distanza incolmabile fra le etnie in guerra.
Stari Most, cioè "vecchio ponte", un capolavoro ottomano con l'arco a schiena d'asino.
Fino a ieri aveva mantenuto in piedi la speranza che la guerra si fermasse davanti a qualcosa...
Nel giorno di una nuova strage di innocenti a Sarajevo,
delle granate serbe tirate con studiata malvagità sull'uscita da scuola,
i cannoni croati hanno annientato il simbolo musulmano di Mostar,
quella che hanno designato capitale della loro auto-proclamata repubblica di Herzeg-Bosnia.
L'ultimo ponte rimasto dei cinque sulle ripide rive della Neretva. Di quando Mostar,
cioè città dello Stari Most, era invece capitale del Sanjaccato di Herzegovina.
Lo aveva costruito nel 1566 il bizzarro architetto turco Hajruddin.
Negli ultimi mesi gli abitanti lo avevano guarnito con copertoni di camion,
come una barca nella bufera degli scontri.
Da ieri sono rimaste solo le due torri bastionate sulle spalle del ponte.
La Tara, quasi integra. In rovina la Clebiglia.
In mezzo, il precipizio della guerra.