25 maggio
1993. L'assedio di Maglaj
E' la volta di Maglaj.
32 mila musulmani e 12 mila profughi assediati dai serbi-bosniaci, da sei giorni
sotto il tiro dell'artiglieria pesante. La cittadina settentrionale si trova sul
percorso del corridoio tra la Serbia e le zone abitate da serbi nel nord-ovest
della bosnia.
Così, mentre la
diplomazia tenta di far passare il piano d'azione russo-europeo-americano,
diventa chiaro perché i musulmani respingano l'idea delle sei aree protette che
il piano prevede.
Per rassicurarli, gli
americani, attraverso il segretario di stato Warren Christopher, sottolineano
che l'istituzione di aree protette non impedisce interventi militari più
energici in seguito. Washington, insomma, minaccia di nuovo bombardamenti aerei.
Sulla portaerei Roosvelt,
nel Mar Adriatico, assicurano che tutto è pronto. Il messaggio è per i serbi
che, dal canto loro, non hanno digerito l'idea di osservatori dell'Onu sulle
loro frontiere.
E intanto, anche la Nato ha deciso l'invio di aerei per la protezione delle aree musulmane. Nella riunione dei ministri degli esteri dell'Alleanza, stamattina a Bruxelles, diversi partner hanno messo a disposizione i loro velivoli.