![]() Trasferitosi a Roma nel 1972, consegue la maturità classica presso il Liceo Statale "Giulio Cesare"; frequenta la Facoltà di lettere dell'Università "La Sapienza" di Roma, dove, nel 1989 si laurea in Storia Moderna con il prof. Rosario Villari, conseguendo la votazione di 110 e lode. Si dedica al volontariato nelle borgate romane, a favore degli anziani e dei giovani in difficoltà con gli studi. Assolve gli obblighi di leva con il Servizio Civile presso il MLAL (Movimento Laici America Latina). Partecipa attivamente alla vita di associazioni e istituzioni che si occupano dei diritti umani e civili negati e per un periodo è segretario responsabile della sezione romana della Lega Italiana per il Diritto e la Liberazione dei Popoli. Il 12 Marzo 1990 è tra i fondatori dell'Associazione Culturale "Julio Cortázar". Mentre svolge permanentemente l'attività di radiocronista a "Italia Radio", collabora con alcune riviste specializzate sui problemi dell'America Latina. Scrive insieme a Luciano Ardesi e Marina Claudia Scionti il libro "Ciad: una pace da costruire" che uscirà postumo. Di ritorno dall'Africa dove si era recato per raccogliere informazioni e documentarsi per il libro di cui sopra, muore -dopo brevissima malattia- il 10 luglio 1990, a Roma. Appassionato della vita, di storie e di volti, Fabio ha colmato di colori e di senso il cammino delle persone che ha incontrato e la sua giovinezza, rapida e leggera come un sorriso frenato sul nascere. Eppure i suoi 27 anni ragazzini disegnano un arco, interrotto presto, ma già ampio e intenso, definito in un profilo di idee e sogni costanti, scandito da progetti ed esperienze serrati e sempre nuovi. Fabio ha attraversato le strade del mondo, quelle dei sentimenti e delle idee, ha percorso città e libri, a piedi scalzi e con le gambe della fantasia e della voglia di capire, di conoscere e di esserci, per gli altri e per sé. Lui, curioso e ironico di sé‚ e del mondo, a volte malinconico e preoccupato, inquieto e testardo, con la sua tenerezza, la sua sensibilità ed il suo entusiasmo così coinvolgenti. Dall'emarginazione delle periferie di Roma all'impegno politico per un tempo e un'umanità nuovi, dalla lotta per un futuro in cui tutti siano più uguali, alla ricerca di punti diversi da cui osservare il mondo. Poi l'universo dei diritti umani negati, il grande amore per l'America latina, la condivisione della sofferenza e della speranza dei popoli calpestati dalla violenza e dall'ingiustizia, degli angoli di umanità dimenticati dal progresso e dallo sviluppo. Ovunque e andato, fino al suo ultimo viaggio, in Africa, ha osservato, ha ascoltato, si è fermato a riflettere, e ha lasciato un segno del suo sorriso, della sua allegria e della sua passione. Fabio c'era. E la mancanza della sua presenza è un vuoto immenso per le persone che hanno potuto percorrere una parte della propria strada accanto a lui. A distanza di dieci anni, la memoria di Fabio è una pagina appena iniziata che in questo tempo tanti hanno continuato a riempire, pensandolo, parlandone, continuando il cammino comune, richiamando la sua presenza, nelle riflessioni e nei lavori presentati fino ad oggi nell'ambito di questo Premio dedicato a lui.
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