Essi agiscono mediante l'inibizione del VEGF, ovvero del principale mediatore chimico chimico che induce la crescita di neovasi nei tessuti dell'occhio.
Cos'è il VEGF?
La sigla VEGF sta per Vascular Endothelial Growth Factor, traducbile come "fattore di crescita endotelio-vascolare".
Si tratta di un mediatore chimico in grado di stimolare l'angiogenesi, cioè lo sviluppo di nuovi vasi. Senza entrare troppo nel dettaglio, il suo compito è quello di ripristinare la circolazione sanguigna e l'apporto di ossigeno laddove questi sono deficitari. Dopo un'occlusione vascolare, ad esempio, oppure in corso di diabete (che danneggia il microcircolo) le cellule "affamate" di ossigeno e nutrimenti producono VEGF allo scopo di richiamare nuovi vasi (neovasi).
Perchè inibire il VEGF?
La formazione di nuovi vasi (detta "neovascolarizzazione") nasce quindi come un evento positivo, volto alla guarigione, ma presenta un rovescio della medaglia non indifferente a livello oculare: i neovasi sono fragili, hanno pareti non impermeabili, si rompono facilmente e possono quindi essere responsabili di edema, essudazione, emorragie. Talorra, inoltre, crescono in maniera disordinata invadendo i tessuti adiacenti a quelli che li hanno richiamati (il vitreo, l'iride, l'angolo camerulare) rendendosi così responsabili di gravi fatti patologici: si pensi agli stadi avanzati della retinopatia diabetica ed al glaucoma neovscolare.
Si comprende quindi come bloccare il VEGF sia un passo fondamentale nel trattamento delle malattie oculari di origine neovascolare: degenerazione maculare senile e retinopatia diabetica innanzitutto.
Quale farmaco scegliere?
Il recentissimo studio C.A.T.T. ha evidenzato una sostanziale equivalenza tra Avastin e Lucentis nel trattamento della degenerazione maculare senile.
Ciò è confermato dalla nostra esperienza clinica (oltre 6.000 trattamenti intravitreali) anche per ciò che concerne la altre patologie neovascolari dell'occhio, con particolare riferimento alla retinopatia diabetica ed al glaucoma neovascolare.
L'ultimo arrivato, Eylea, appare molto promettente per quanto concerne sia la durata di azione che l'efficacia intrinseca. Tuttavia, non essendo ancora inserito nell'elenco dei farmaci rimborsabili dal SSN, non è disponibile per il trattamento in forma convenzionata.
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Pagina aggiornata il: 5 marzo 2014
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