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Colpa della nuova legge elettorale;
legge elettorale truffa; legge elettorale per farci perdere ma non ci sono
riusciti; ecc. ecc.
Questi i commenti e gli umori dei massimi
dirigenti del centrosinistra di fronte al risultato elettorale che, per
l'Italia, senza cioè considerare il voto degli italiani all'estero,
consegna la Camera dei Deputati all'Unione ed il Senato al centrodestra.
Dalla diversa distribuzione dei seggi
nelle due Camere, quindi, la prova del fallimento della nuova legge elettorale.
Non è però così, o
meglio: il risultato elettorale, in termini di distribuzione dei seggi,
ha semmai ridotto le distanze tra i due diversi risultati, e non certamente
divaricato.
Riprendendo quindi un'espressione spessa
utilizzata in campagna elettorale dal centrosinistra, viene da domandare:
ma in quale paese vivono? Che film hanno visto?
Ma soprattutto: il centrosinistra per
quanto tempo può pensare di nascondere le proprie responsabilità
politiche, utilizzando l'argomento "legge elettorale truffa", evitando
così di spiegare il come ed il perché si è riusciti
in così poco tempo a dissipare tutte le condizioni favorevoli che
avrebbero dovuto portare ad un risultato elettorale "largo"?
E' proprio a partire da quest'ultimo dato,
infatti, che è sufficientemente chiaro che la legge elettorale non
c'entra nulla con i problemi di governabilità che sembrano profilarsi.
Guardando ai numeri, più che alle
chiacchiere, è sin troppo evidente che non c'è stata, in
primo luogo, nessuna anomalia nella distribuzione dei seggi.
L'Unione vince per pochissimi voti alla
Camera ed ottiene una larga maggioranza parlamentare grazie al premio di
maggioranza; il centrodestra vince in misura molto più larga al
Senato ed ottiene (sempre senza considerare i seggi per l'estero), pur
se di un solo senatore, la maggioranza dei seggi.
Piuttosto: da domandarsi cosa sarebbe
successo con la precedente legge elettorale.
In genere non è mai buona cosa
confrontare diversi meccanismi elettorali prendendo come riferimento i
risultati di una sola elezione. Tanto più che per farlo si dovrebbero
analizzare i risultati in maniera capillare per cercare di riprodurre l'andamento
collegio per collegio.
Nel caso specifico, però, abbiamo
avuto uno scontro bipolare in quanto la nuova legge mantiene i caratteri
della logica maggioritaria in conseguenza dell'assegnazione del premio
di maggioranza, per cui potrebbe essere possibile azzardare dei conti di
massima.
Cosa sarebbe quindi successo al Senato con i vecchi collegi uninominali? e cosa alla Camera?
Per il Senato, senza ombra di dubbio, oggi
il centrodestra potrebbe vantare un vantaggio, in seggi, di gran lunga
superiore a quello ottenuto.
La distanza tra i due schieramenti e di
oltre un punto percentuale a vantaggio del centrodestra. Certo, nei sistemi
uninominali una simile percentuale, riferita a livello nazionale, per quanto
indicativa di una certa tendenza potrebbe anche non significare la vittoria
in termini di assegnazione dei seggi. L'Inghilterra insegna.
Perdere un collegio per 100 voti e vincerne
10 con un solo voto di scarto, comporta una vittoria di 10 a 1 nonostante
i 90 voti in meno a livello globale.
Ciò che a mio avviso avrebbe quindi
fatto la differenza, è proprio la distribuzione dei voti intuibile
dai risultati Regione per Regione: il centrodestra ha largamente vinto,
in termini di voti ottenuti, nelle Regioni con più alto numero di
seggi a disposizione (e nelle altre situazioni più significative
è arrivato al "testa a testa"). Con il sistema maggioritario dei
collegi ciò avrebbe sicuramente comportato l'assegnazione della
quasi la totalità di questi seggi al centrodestra.
Diversamente, i conti per la Camera risultano
più complicati.
La vittoria dell'Unione è infatti
nell'ordine di un misero 0,1%. Decisamente nulla per poter pensare, con
un sistema elettorale maggioritario uninominale, di vedersi garantita l'assegnazione
della maggioranza dei seggi.
Da valutare attentamente, quindi, la distribuzione
del voto zona per zona.
Ma anche in questo caso, l'impressione
dei primi dati è che la bilancia continui a pendere dalla parte
del centrodestra.
Insomma, senza alcun timore di apparire
"controcorrente", visto l'andamento del voto ritengo si possa tranquillamente
affermare che con la precedente legge elettorale la vittoria, in termini
di assegnazione dei seggi, sarebbe andata, in entrambe le Camere, al centrodestra.
In ogni caso, il centrodestra ora avrebbe
una larga maggioranza al Senato che invece non ha.
Non si comprendono, quindi, le ragioni
di tanta recriminazione da parte del centrosinistra nei confronti della
nuova legge elettorale.
Piuttosto, qualcuno dovrebbe forse passare
dagli insulti ai ringraziamenti. E mi riferisco all'attuale ceto politico
del centrosinistra che ha chiaramente sciupato la più facile delle
occasioni per battere largamente il centrodestra, ed è soltanto
grazie alla nuova legge elettorale che può affermare di aver vinto.
Franco Ragusa
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