Riforme Istituzionali
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Repubblica.it 28-09-2005
 
In commissione Affari Costituzionali ha votato la sola Cdl
Da domani il testo all'esame dell'assemblea di Montecitorio
Legge elettorale, sì ai subemendamenti
L'opposizione ha abbandonato i lavori
Poche ore prima era fallita l'ultima mediazione. Sarà ostruzionismo
Il presidente Casini respinge le accuse: "Sono sereno perché sono corretto"
 
ROMA - La commissione Affari Costituzionali della Camera ha approvato i due subemendamenti della Cdl che riformano l'attuale sistema elettorale in senso proporzionale. L'opposizione ha abbandonato i lavori per protesta, la maggioranza ha dato mandato al relatore a riferire in aula. Il testo da domani sarà all'esame dell'assemblea di Montecitorio.

L'ultimo tentativo di mediazione era fallito poche ore prima. I deputati dell'Unione avevano rifiutato l'offerta della maggioranza di far slittare di mezza giornata il voto sui due sub-emendamenti presentati ieri al testo, che di fatto modificano l'attuale sistema in senso proporzionale introducendo il cosiddetto "modello toscano" con tre livelli di sbarramento, premio di maggioranza e liste bloccate senza preferenze.

Nel mirino dell'opposizione finisce quindi indirettamente, ma inevitabilmente, il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini, indicato da tutti come il vero regista dell'operazione per reintrodurre il sistema proporzionale. Responsabilità che Casini però declina, ribadendo di essere "sempre sereno perché nella vita politica quando uno è corretto la serenità c'è sempre". "La legge elettorale - ha proseguito - è un problema che non mi riguarda. Alla Camera ci sono i diritti della maggioranza e dell'opposizione, io cerco di tutelare gli uni e gli altri e di applicare il regolamento".

Equilibrio che in questa circostanza il centrosinistra non riconosce al presidente della Camera. "Non ci interessa nessuno slittamento - dichiara il capogruppo dei Ds alla Camera Luciano Violante - la grande attenzione dimostrata dalla Cdl nei nostri confronti è stata quella di offrirci mezza giornata in più. E questo per noi è davvero ridicolo". Dello stesso avviso il capogruppo di Rifondazione, Franco Giordano, che ha parlato di "scontro totale" e Ugo Intini dello Sdi che ha bollato la questione come "posizione bulgara". "Davvero una grande attenzione - ironizza il presidente dei deputati dell'Udeur Cusumano - quella di offrirci mezza giornata in più. Una cosa inaccettabile...".
 
Le due modifiche prevedono un sistema elettorale proporzionale con indicazione del premier, un premio di maggioranza, e soglie di sbarramento differenziate: del 2% se la lista di un partito è in una coalizione, del 4% se corre da sola. Anche per la coalizione si pone una soglia di sbarramento minima: il 10% dei voti nazionali.

Il premio di maggioranza è determinato in modo da garantire alla coalizione che ha ottenuto più voti a livello nazionale un minimo di seggi: 340 alla Camera e 170 al Senato. Se la coalizione con i propri voti ha diritto a quel numero di parlamentari, o anche di più, non scatta alcun premio di maggioranza.

Uno degli ultimi nodi è quello dei tempi: prima la devolution o la legge elettorale? Il capogruppo della Lega Andrea Gibelli avverte di voler chiedere, nella conferenza dei capigruppo convocata per domani alle 19, che si voti prima la devolution e poi il ritorno al proporzionale. Ma l'Udc potrebbe non essere d'accordo visto che la modifica della legge elettorale continua a considerarla "una priorità". In quello che si preannuncia il 'puzzle' del calendario delle prossime settimane, per ora si profila un'unica certezza: prima della legge elettorale e della devolution l'Aula della Camera dovrà esaminare l"ex-Ciriellì, conosciuto come 'salva-Previti', che riduce i tempi di prescrizione dei reati.
 


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