giuseppe tavecchio 

 

60 anni pensionato

 

Milano 11 marzo 1972

 

A Milano, la Questura autorizza un raduno della maggioranza silenziosa che raccoglie alcune centinaia di persone a piazza Castello; a margine di questa manifestazione, vengono malmenati un cronista del "Giorno" e un fotografo.

La Questura vieta per contro la piazza alla sinistra extraparlamentare che vuole manifestare per la libertà di Valpreda e contro il governo Andreotti e la ‘strage di Stato’.

I giovani si radunano egualmente in vari punti della città ed impegnano la polizia, tenendo il centro per tutto il pomeriggio.

 

Nelle cariche si distingue particolarmente il II Celere di Padova.

Un candelotto lacrimogeno colpisce in pieno viso il pensionato Giuseppe Tavecchio di 60 anni.

Trasportato al policlinico, Tavecchio presenta "una frattura cranico-facciale, arresto cardiorespiratono, cianosi intensissima, stato di coma profondissimo" e morirà tre giorni dopo.

Per la sua morte verrà incriminato per ‘omicidio colposo’, il capitano di Ps Dario Del Medico, condannato in primo grado e, infine, assolto in appello perché ‘il fatto non costituisce reato’.

 

Si contano 40 feriti.

Nei giorni seguenti, perquisizioni a tappeto, la Questura annuncia 99 arresti: fra essi, Luigi Cipriani, ‘comandante’ delle forze di piazza, che dovrà rendersi latitante per sfuggire all’arresto, nonché l’avvocato Leopoldo Leon, non presente ai fatti, che raccoglieva testimonianze sul comportamento della polizia, per ‘concorso ideologico nei reati di resistenza aggravata e devastazione’.