piero bruno             

 

 

DEDICATO A PIERO

di Lucia Bruno

"Dedico questa lettera a Piero, l'unico ragazzo, l'unico uomo che ho veramente amato nella mia vita. A lui ho dedicato tutta la mia vita fatta di ricordi, di 1000 rimpianti, di cose non dette e non fatte, la morte è stata più veloce delle nostre parole e dei nostri gesti. E' a lui che ho dedicato ogni momento di gioia, le mie emozioni sono state anche le sue, i miei occhi hanno osservato anche per i suoi, il mio cuore si è spezzato anche per il suo di fronte all'idiozia ed all'ingordigia umane, le nostre vite sono unite da una catena che la morte non è riuscita a spezzare. Nel dolore più profondo che a volte ci rende così poco razionali, vorrei avere una bacchetta magica per poter giocare con il tempo; poter rivivere l'infanzia serena senza sottintesi, odio le cose non dette perchè scontate, non sempre la vita ci regala una seconda opportunità. A tutti coloro che l'hanno conosciuto posso dire ben poco, ma a chi non ha avuto questo piacere posso raccontare di lui oltre le solite banalità. Rammento di come, dietro il pianto di una bambina, tentò inutilmente di salvare un topolino; quanto grande fosse la sua tenerezza, quanto radicato il suo senso di giustizia e di libertà, gli stessi per cui è morto. Le pagine della mia memoria sono piene di episodi della sua breve ed intensa vita e mi scopro a fare sforzi sovrumani per ricordare ogni istante vissuto insieme. Un giorno mi hanno chiesto quale fosse la cosa più terribile che potesse capitarmi ed io ho risposto: "perdere la memoria". Sono quei frammenti di vita che mi danno la forza e la determinazione per guardare al futuro ed andare avanti, continuare la sua vita, semplicemente. A tutti coloro che non l'hanno conosciuto, io dico: immaginate il figlio da lodare, il fratello da emulare, il marito da amare, il padre da ammirare; questo era Piero, un ragazzo da amare. Di quegli anni ne hanno già parlato in molti, di quanto fosse teso il momento politico, degli errori strategici che hanno scatenato sensi di colpa e rimorsi. In quel periodo troppi morti ci hanno costretti a scendere in piazza per urlare la nostra rabbia ed il nostro dolore; quando si è sciolto il movimento e ci siamo dispersi tutti come randagi, io nella mia infinita delusione per tutto ciò che non era stato fatto e per l'inutile morte di Piero, mi sono rinchiusa nel mio eremo per 20 lunghi anni. Non sono bastate le analisi e le riflessioni politiche a farmi superare questa delusione e soprattutto la consapevolezza che altre inutili morti sono seguite alla morte di Piero. Oggi osservo l'immagine di Carlo Giuliano in terra, incredula e grottesca immagine. Sostituisco Carlo con Piero e ci siamo, è accaduto di nuovo dopo 25 anni. Mi chiedo dove abbiamo sbagliato e la risposta l'ho sotto gli occhi: eravamo troppo occupati a curarci le nostre ferite. Non so a voi, ma a me la morte di Carlo pesa nel cuore come il più grande dei macigni. Tra i ricordi, i rimpianti ed il dolore, ho un solo augurio per colui che ha premuto quel grilletto, forse peggiore della morte stessa: io gli auguro che nella sua vita non incontri mai nessuno che sappia amarlo quanto io ho amato mio fratello e che un bel mattino, al suo risveglio, possa scoprire di non avere più il suo passato."