omo attuata dalla polizia nelle vie adiacenti, ci furono altri feriti e arrestati.
Nella notte gruppi di manifestanti giungevano alla spicciolata nel luogo dove cadde Ardizzone. Nelle 48 ore successive una moltitudine sempre più impressionante si concentrava bloccando la strada, depositando fiori e cartelli che denunciavano gli autori dell'assassinio e raccogliendo testimonianze sul fatto che la polizia, il Ministero dell'Interno e la stampa governativa e padronale cercavano di nascondere e mistificare.

 

La prima assurda versione della morte di Ardizzone, fornita naturalmente dal governo portavoce della polizia, è che egli era andato a sfracellarsi il fegato contro le catenelle del passaggio pedonale.
Il lunedì seguente, 29 ottobre, gli operai delle principali fabbriche entravano in sciopero e furono sospese le lezioni nelle università e nelle scuole superiori per partecipare alla protesta. Nella notte una immensa manifestazione collocò il ritratto del giovane caduto e molte corone di fiori nel vicino Sacrario dedicato ai caduti della Resistenza, dove continuò il pellegrinaggio del popolo.
Una grande partecipazione ci fu pure al funerale di Giovanni nel suo paese natale, dove giunsero per l'estremo saluto oltre 5 mila persone.

 


In molte città italiane, dove nei giorni precedenti furono realizzate manifestazioni a favore di Cuba e contro la guerra, ci furono scioperi nei posti di lavoro e la chiusura delle scuole e il popolo scese nuovamente per le strade protestando contro l'assassinio del giovane studente.