Amarcord...
Ah, i bei tempi del servizio militare... (12.mo Alfieri Ghibellini, battaglia di Montaperti.)
Vabbe', si scherza, magari s'inganna l'occhio. Ma se c'è uno che non gli viene mai da ridere e non lo puoi fregare, quello è il calendario. E dunque giù la maschera : sono nato a Roma, da ceppo romagnolo-piemontese, il 13 aprile 1933. Ariete ascendente Leone, non so se mi spiego.
Iscritto a Legge, a 22 anni (tra il '55 e il '56) per sfuggire a un destino di mozzorecchi scrissi e pubblicai tre romanzi di fila nei Gialli Mondadori : "L'altra faccia della Luna" (GM n.337) "Il sepolcro di carta" (GM n.373 poi ristampato nei Capolavori dei GM n.222) e "Mr.Sharkey torna a casa" (GM n.412)
Venduti i diritti cinematografici, ne ricavai esperienze così disgustanti da cambiare mestiere ed emigrare a Milano, dove in circa cinque anni, partendo come copywriter e passando per tv producer mi ritrovai supervisore creativo di una grossa agenzia pubblicitaria che oggi si chiama BJKE. Mi ritrovai anche sposato a Lorena (che stoicamente mi resiste a tutt'oggi) e padre di Lorenzo e Duccio.
Un giovane aiutoregista allora magro e famelico con cui avevo lavorato, tale Sergio Leone, un giorno mi telefonò e mi disse : "Vatte a vede' un film de Kurosawa, se chiama Yojimbo, la sfida del samurai, se ne po' fa' un western". Io pensai che l'insuccesso gli avesse dato alla testa, trovai una scusa garbata e per dei mesi mi feci negare al telefono. Fu così che non sceneggiai "Per un pugno di dollari".
Dopo il successo del suo primo film tuttavia Sergio mi chiamò di nuovo e mi disse "...cazzo stai a fa' a Milano, vie' ggiù che famo il seguito.". Io venni giù e per i suoi due film successivi gli feci da "negro", sudando nel frattempo a farmi un nomino con sceneggiature scritte per registi meno importanti. Poi con "C'era una volta il West" e "Giù la testa" riuscii finalmente a firmare il lavoro che avevo fatto.
Da allora onestamente non mi ricordo quante storie ho scritto : anche perché perdo regolarmente i copioni originali, cosa che mandava in sollucchero il mio analista quando ci andavo. Ho lavorato per Montaldo, Petri, Bellocchio, Zampa, Steno, Lupo, De Martino,Corbucci e tanti altri, e in un periodo in cui ho pendolato con Los Angeles, per Michael Anderson,John Irvin, John Guillermin, Tony Scott e perfino Billy Wilder, anche se poi il film, come capita spesso per le piu' strane ragioni, non si e' fatto. Ma e' un'esperienza che mi tengo da conto come una medaglia. That's all, folks.
La diaspora Donatiana continua : i miei nipoti Ale & Max da San Francisco...
guardano le cugine Sofia Luna...
... e Stella, tipiche losangelegne.
Ottima scusa per un nonno per girare un po' di mondo un paio di volte l'anno.