Sherlock Ohms e il vaso cinese

Omaggio a Conan Doyle dedicato a tutti gli elettronici

© 2005 Enrico Colombini


Superata la soglia di Breaker Street 221B e salita la rampa di gradini, trovai Ohms intento a esaminare una scheda estratta dal suo armadio.
- Chiuda per favore, Wattson, da quella porta entra troppa corrente. Come va il processo?
- Il processo è terminato. Il teste R. a carico ha convinto la giuria con la sua precisione e il suo senso della misura.
- Bene, possiamo avviarci allora.
- Avviarci? Dove?
- Verso la residenza di Lord Hartley. Mi ha inviato un messaggio urgente, dice che da lui la tensione è elevata; è meglio che interrompa la mia routine. Avrei preso il treno d'impulso, ma ho preferito aspettarla mentre verificavo i dati; questa scheda però non mi dice molto su Lord Hartley, solo che oscilla tra diversi interessi.

Al mattino giungemmo alla villa, di livello piuttosto alto; l'ingresso era stato lasciato aperto, il che appariva inusuale. Ci venne incontro il maggiordomo, Josephson, che con atteggiamento assai freddo ci condusse nello studio.
Lord Hartley si era spento, e non per mancanza di alimentazione, a giudicare dalle sue misure. Vicino a lui c'era l'ispettore Faston che compilava un modulo, mentre a terra stava un revolver dal quale mancavano due colpitts.
- Suicidio, Ohms, e non cerchi di fare le sue solite connessioni.
- Ispettore, ritengo che lei non abbia un buon contatto con la realtà.
- Davvero, Ohms? E a che titolo vuole inserirsi in questo caso?
Per tutta risposta Ohms mostrò il messaggio della vittima.
- Beh, io non ci cavo altro. Provi pure, ma niente contatti con l'esterno.
- Resteremo isolati. Josephson, vorrei interrogare a turno i presenti.

Van De Graaff, lontano nipote del morto, era un giocatore di polo dall'aria sconnessa.
- Non ho rilevato nulla, avevo un match. Purtroppo il nostro team non è ancora molto affidabile: lo schema era perfetto, i componenti c'erano tutti, avevamo il potenziale per vincere ma c'era troppa tensione in campo e molti erano al limite di rottura; hanno fatto barriera, l'arbitro aveva troppa tolleranza e io mi sono preso una distorsione - disse mentre osservava da lontano Miss Milly.

Miss Milly, figlia di Lord Hartley, era piuttosto attraente in un vestito che sottolineava la curva del seno. Con i suoi piedini negli zoccoli sembrava una statuina di ceramica in posa plastica, non c'era da sorprendersi che Van De Graaff ne fosse elettrizzato.
- Io e Van volevamo sposarci, ma mio padre ha negato il consenso. Tutta colpa di quella vecchia pettegola della contessa Kirchhoff: passa il tempo a fare la maglia, sembra isolata, ma è sempre al corrente di ogni cosa e qui dentro detta legge tenendo tutti nelle sue reti.

La contessa Kirchhoff, zia materna del defunto, aveva un giudizio negativo sul giocatore di polo:
- Quello lì segue la filosofia Zener, per me è un drogato: sono convinta che usi il gaas, quello che fa vedere luci di tutti i colori; l'ho sentito spesso litigare con mio nipote Lord Hartley. E anche Miss Milly gliela raccomando, si figuri che evita ogni contatto col colonnello Gauss, un militare così attraente e dalla personalità magnetica! E anche molto attivo: è stato al fronte e dall'Indio ha riportato un prezioso vaso orientale.

Il colonnello Gauss era cugino di Lord Hartley.
- Sì, sono tornato alcuni anni fa. Ho accumulato parecchio, tanto che a suo tempo ho venduto a mio cugino quel prezioso vaso della dinastia Thai-Ming - disse indicando l'oggetto in questione - Secondo me il colpevole non può essere che uno del personale di servizio... magari un gesto impulsivo.

Shannon, il giardiniere, non aveva alcuna teoria.
- Ora che ci penso, ieri sera mi è parso di sentire un rumore... come una specie di segnale.
- Segnale o rumore? - chiese Ohms che stava sulla soglia - Logicamente la questione non è marginale: la differenza è significativa!
- Non saprei; questa è tutta l'informazione che posso darle.

Mrs Siemens, la cuoca tedesca, aveva completato un ciclo di cottura:
- Ne volete due fet... oh, mio Diodo! Si sono un po' bruciacchiate questa volta, sa, la tensione di questi eventi...
- Non importa, sentiamo come sono... am... pere? Ottime, lei come cuoca è una potenza! Dove trova ogni volta l'energia per tutto questo lavoro?
- Non me lo dica. Non si può mai lavorare tranquilli, c'è sempre qualcosa a priorità più alta... e io non sopporto le interruzioni. Poi ci sono i rischi: ieri tornavo dalla spesa; scesa dal bus, nel campo un CAN mi morse. Guardi - disse mostrando una serie di punti e linee sul braccio.
- Ma è solo un morsetto! - intervenne il marito italiano che si occupava degli animali - Suvvia, cara, non era certo un coccodrillo! Però hai ragione, anch'io mi sento proprio fuori fase; meglio tornarcene a casa tua in Germanio.
- Sì, Licio.

Il maggiordomo aveva un solo suggerimento:
- Ieri sera è passata la banda del paese qui davanti, qualcuno può aver approfittato del rumore per forzare un ingresso.
- La teoria della banda passante mi sta stretta - commentò Ohms.
- Però ci sono stati eventi simili - dissi - Forse c'è un emulatore oppure si tratta di un assassino in serie. Dovremmo lavorare in parallelo e procedere passo-passo, seguendo il filo logico giusto, agendo naturalmente con tatto.
- Esaminiamo l'ambiente - si limitò a replicare Ohms.

Fuori c'era un bel giardino, con diversi ponticelli sotto i quali scorreva una debole corrente. In una piazzola lungo il percorso Ohms raccolse un foglio.
- Vediamo questo stampato: pubblicità di un master a Hardvard... Ah! - esclamò girando il foglio - È a doppia faccia! Questa è una pista da seguire per sbrogliare la matassa.
Poco dopo si fermò fissando uno specchio d'acqua; pareva esaminare le onde superficiali, ma ad un tratto si chinò:
- C'è del piombo nello stagno! - disse sollevando da terra un proiettile - Ciò rinsalda la mia teoria. Venga, Wattson, andiamo a controllare anche il livello più basso.
L'ambiente delle cantine era piuttosto tetrodo, ma questa volta fu il mio turno:
- Ho trovato una ricevuta di scommessa, col timbro dell'emettitore, alla base del collettore di scarico - dissi porgendola a Ohms.
- Evidentemente qualcuno sperava in un buon guadagno. C'è un'ovvia giunzione tra gli elementi che abbiamo raccolto.
- Ohms, non connetto più.
- Ma è elementare, mio caro Wattson, ormai non ci sono più lacune. Raduniamo tutti e stia pronto a scattare al minimo segnale.

Poco dopo Ohms si rivolse ai presenti assemblati in salotto - Chiunque avrebbe potuto uccidere lord Hartley in giardino: il proiettile mostra che è stato usato un silenziatore per minimizzare il rumore. Chi l'ha trasferito nello studio doveva però avere una certa energia... e naturalmente un movente - aggiunse fissando Van De Graaff.
- Non l'ha ucciso lui! - Esclamò Miss Milly - È vero che mio padre si opponeva ai nostri contatti e che Van ogni tanto scaricava in discussioni piuttosto elettriche la tensione accumulata, ma nulla avrebbe potuto isolarci l'uno dall'altra.
- In effetti Lord Hartley e io discutevamo con frequenza piuttosto alta in questo periodo - confermò Van De Graaff - ma da qui ad ammazzarlo ce ne passa!
Ohms fece un cenno di consenso e proseguì - Questa ricevuta mostra che qualcuno scommetteva grosse cifre. Un altro dato è l’indirizzo di un esperto d'arte - aggiunse mostrando una nota scarabocchiata sul retro dello stampato di Hardvard - da cui deduco che Lord Hartley volesse far testare l'autenticità di un oggetto di valore. Ad esempio questo - disse sollevando il vaso Thai-Ming - che infatti non è altro che una volgare imitazione europea di un pregiato prodotto cinese. E qualcuno aveva interesse a nasconderlo... qualcuno qui presente - concluse spostando lo sguardo su Gauss.

Il colonnello balzò in piedi e sollevò il suo bastone in direzione di Ohms - Attento al puntale! - gridai mentre mi lanciavo su Gauss, deviandogli il braccio. Il colpo sparato dal bastone mancò Ohms di un sedicesimo di pollice, mandando in frantumi il vaso che teneva in mano.
- Ora è scarico, non c'è più pericolo - dissi mentre lo tenevo a terra.
Il colonnello non oppose alcuna resistenza - Sì, è vero, sono un dissipatore - disse accalorandosi - ho perso tutto con le scommesse e a Monte Carlo: ho scambiato più volte il rosso e il nero, ma il risultato è stato sempre negativo. Alla fine ho dovuto vendere il vero Thai-Ming che Hartley mi aveva pagato profumatamente e l'ho sostituito con una copia, ma lui se n'è accorto; mi avrebbe rovinato.

Come ha fatto, Ohms, a sbrogliare questa matassa e a capire che Gauss era il colpevole? - chiesi dopo che l'ispettore Faston aveva preso in consegna l'assassino e ci preparavamo alla partenza.
- Induzione, Wattson, induzione.
- Ma se non avessimo trovato né la ricevuta né l'indirizzo, come avrebbe fatto?
- Che ci vuol farad, mio caro Wattson - aggiunse mentre passavamo tra due armature nell’atrio - nel nostro mestiere non basta la capacità, ci vuole anche un po' di coulomb. Andiamo, Wattson, il case è chiuso.


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  Updated 17/11/10 by Enrico Colombini (erix@erix.it)