Largomento non è nuovo. Ma unosservazione
umoristica (che riflette efficacemente un problema serio) offre
loccasione per riparlare di un malanno che affligge
le tecnologie dellinformazione e della comunicazione
da più di dieci anni, con unassurda perseveranza
nella direzione sbagliata.
Le coincidenze sono raramente casuali. Il
fatto interessante è che Scott Adams, in una serie
dedicata ai problemi gestionali e funzionali delle imprese
(non specificamente alle tecnologie) nello stesso periodo ha
affrontato due argomenti. Di uno, che riguarda lelaborazione
dei dati, trattano tre vignette Dilbert
pubblicate dal 7 al 9 maggio 2008 (vedi Gli
imbrogli dei dati). Su un altro aspetto del problema cè
questa, due giorni più tardi, l11 maggio.
copyright © Scott Adams 2008
Un personaggio che si chiama Wally
manda in giro documenti indecifrabili.
A chi gli chiede spiegazioni,
dice che deve fare un upgrade di una applicazione,
dal che
deriva probabilmente che deve aggiornare tutto il
sistema operativo,
e per questo aumentare la ram
(memoria) eccetera,
cioè tirate le somme
comprare un nuovo computer
(e promette di mandare un
messaggio con le opportune spiegazioni
che naturalmente
risulterà indecifrabile).
Alla fine Dilbert gli
chiede: «stai ancora mandando alla gente file
corrotti?»
e Wally gli risponde «solo quando
penso che se lo meritano».
Può darsi che esista davvero, chissà dove,
qualche malvagio e dispettoso Wally che si diverte a mettere
in difficoltà i suoi colleghi. Ma è un fatto
reale, ed esageratamente diffuso, che la demenziale
proliferazione di complicazioni tecniche e di
aggiornamenti inutili (oltre che perversamente
complessi e ingombranti) continua ad affliggere le più
diffuse tecnologie dellinformatica. Cosa che conviene a
pochi (fornitori e venditori di software e di macchine) ed
è un danno continuamente crescente per tutti gli altri.
(Un altro aspetto di queste assurde impostazioni è
che con il continuo cambiamento delle tecnologie diventano
irreperibili o incompatibili le parti di
ricambio, perciò si è costretti a
rottamare macchine ben funzionanti per
sostituirle con altre spesso più fragili, meno
affidabili e meno funzionali).
Con enorme e imperdonabile ritardo, sembra che lopinione
dominante cominci a capire che cè un problema e che
occorre invertire la rotta: meno complicazioni e più
semplicità, meno pasticci e più efficienza.
Succederà davvero? Finora, purtroppo, sono solo
opinioni o vaghe intenzioni. Se e quando si arriverà ai fatti,
potremo finalmente dire: meglio tardi che mai.
Una raccolta di articoli, dal 1996 al 2008,
sulla
stupidità delle tecnologie
si trova in
http://gandalf.it/tecnolog/