I nodi
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Il virus della Sony
Un nuovo virus elettronico non è una notizia. Ce ne sono più di centomila e quasi ogni giorno se ne aggiunge qualche insidiosa variante. Ma il caso Sony ha suscitato un notevole interesse in mezzo mondo perché non si tratta del solito virus, ma di un software nocivo e pericoloso installato a tradimento da una grande impresa.
In sintesi, si tratta di un software anti copiatura che si installa senza il consenso di chi lo riceve e che si comporta come un virus, nascondendosi nel sistema operativo del computer, dove può fare danni (e, in più, favorire lazione nociva di altri virus). È anche un virus particolarmente maligno, che non è facile individuare ed estirpare.
Pescata in castagna, la Sony si è tirata la zappa sui piedi, diffondendo una patch che (dice) rimedia al danno e così ammettendo pubblicamente labuso (con laggiunta assurdità del fatto che per usare la pezza occorre richiedere il suo consenso, così rischiando ulteriori invasività).
È inquietante il silenzio dei grandi mezzi di informazione, che a tuttaltro genere di virus hanno dedicato unenorme attenzione confusa e allarmistica, inducendo mezza Italia a temere che si possa contrarre qualche orribile malattia mangiando un uovo o un po di carne di pollo. E hanno, in molte occasioni, diffuso notizie esagerate e imprecise su virus capaci di distruggere un computer specialmente quando, per inadeguate difese di sicurezza, erano contagiate grosse organizzazioni.
(Per non parare delle molte bufale quando notizie false, messe in giro per burla o per maligni esperimenti culturali, sono state diffuse come vere).
In questo caso, stampa e televisione hanno trascurato la notizia – o, quando lhanno riferita, lhanno trattata in modo superficiale, come un piccolo inconveniente già rimediato (cioè con uninterpretazione favorevole alla Sony).
Sul caso Sony si è molto discusso in rete e si continua a farlo. Ha suscitato un largo interesse internazionale liniziativa dellassociazione italiana per la libertà di comunicazione online. Il 4 novembre 2005 ALCEI ha diffuso un comunicato in cui annuncia di aver avviato la procedura di accertamento per unazione penale contro Sony BMG Entertainment. Ovviamente non si tratta tanto del singolo caso, quanto dellaffermazione di un principio.
Labuso commesso da Sony è particolarmente evidente, ma non è un caso isolato. Sono infinite le forme di invadenza, le cui conseguenze variano da ingombri fastidiosi a danni di crescente gravità. Non solo soltanto iniziative di piccoli avventurieri o truffatori di varia specie, ma anche di grosse organizzazioni che eccedono nella difesa e imposizione dei loro egoistici privilegi.
Non solo le autorità di controllo, ma anche gli interessi economici continuano a ignorare o sottovalutare il problema, che (oltre a danneggiare uninfinità di persone innocenti) compromette la credibilità delle imprese sane e corrette.
Cè un ironico contrappasso nel fatto che si tratta di unazione penale. Cè una distorsione della legge italiana (già molte volte segnalata in queste pagine e anche in parecchie altre sedi, a cominciare dai documenti di ALCEI). Si tratta di norme assurde (ottenute dalle potenti lobby di grandi interessi discografici, dello spettacolo e del software) che a una perversa interpretazione del diritto dautore aggiungono uninsensata definizione del semplice possesso di copie non autorizzate (di musica, video o software) perseguibile come se fosse un efferato crimine.
Altre leggi (più legittime e sensate) stabiliscono che sono perseguibili secondo il codice penale attività invasive e dannose come il virus diffuso dalla Sony. I tempi della giustizia sono notoriamente lunghi... questa vicenda potrà durare chissà quanto negli accertamenti dobbligo e nelle aule dei tribunali. Ma intanto la denuncia è chiara e non è detto che la stessa istanza non possa essere proposta anche in altre sedi. Come già osservato, ciò che conta non è il singolo caso, ma tutto ciò che se ne può dedurre nel quadro generale.
Intanto... si sta sviluppando un altro curioso aspetto di questa vicenda. Pare che il sofware incriminato sia in violazione della L.G.P.L. (lesser general public license) una forma particolarmente aperta e libera di gestire i diritti sui programmi opensource.
In parole povere, un dispositivo della Sony per proteggere il diritto dautore è in violazione di quei diritti che dice di voler proteggere.
Unampia documentazione su questo
argomento,
con diversi approfondimenti, contributi e opinioni,
si trova nel
numero 335 di InterLex.