Intervista di Fabrizio Bellavista con Giancarlo Livraghi
su Advertiser – maggio 1998


L'arte di navigare in rete

 

  L’internet è disumana?

La vera natura della rete non ha proprio nulla di disumano; ma ci sono due problemi.

Il primo è la confusione informativa che si è creata intorno all’internet. Produce diffidenza, proietta un senso di estraneità; e anche chi si avventura in rete spesso è disorientato dalla confusa moltitudine di informazioni e vi entra con l’approccio sbagliato.

Il secondo problema è la complessità delle tecnologie, falsamente "amichevoli", inutilmente gonfie di funzioni inutili.

Io cerco di vedere la rete da un punto di vista culturale, cioè dei contenuti e dei valori umani di dialogo e di scambio. Questa è di gran lunga la funzione più importante e interessante della rete, ma purtroppo non è quella di cui si parla più spesso.

Il computer? Uno stupido velocissimo

Su usa chiamare "cervello elettronico" quello che in realtà è solo una macchina che sa contare in binario: stupidamente ma a grandissima velocità. L’unico cervello con cui siamo in relazione è quello di chi ha scritto il programma; quando non capiamo è perché qualche "cretino umano" a scritto cose senza preoccuparsi di come qualcun altro le possa capire.

Si ha paura di tutto ciò che non si conosce la tendenza a circondare l’argomento di mitologie fantascientifiche crea un alone un po’ assurdo di mistero e di diffidenza.

Toh, ci sono ancora valori

Quando la rete era ancora un mondo chiuso, una cosa "per pochi", si era già creato un sistema di valori con un certo respiro culturale e umano, non solo tecnologico.

Oggi quella cultura può sembrare un po’ chiusa, e in parte si tratta davvero di "parrocchie" con un’ottica ristretta e "elitistica", con qualche aspetto un po’ strampalato. Ma contiene valori che sarebbe meglio non perdere: per esempio la civiltà della relazione, il rispetto reciproco, la cosiddetta "netiquette" che è molto di più di un mero galateo; e un vivace senso dell’umorismo, una simpatica capacità di prendersi in giro. Tutte cose che spero si possano trasportare nella più vasta comunità che oggi affluisce in rete.

Internet è relazione

Troppo spesso la rete viene proposta solo come un’immensa biblioteca: un insieme di siti dove andare a leggere e vedere qualcosa. Certo, è anche quello, ma ciò che più conta è il substrato, la struttura portante, che è la relazione fra persone. Non scoprirlo significa buttar via quello che è il vero significato e valore della rete.

Pausa. E riflessione...

L’internet non è una "cosa in sé" ma uno strumento, che ognuno può usare in modo diverso secondo i suoi interessi e le sue curiosità. Per questo le tecnologie devono essere messe al servizio delle persone, non viceversa.

Questo è un problema nell’elettronica in generale e in particolare della rete. Lo sviluppo di tecnologie prepotenti e inutilmente complesse ha raggiunto livelli di follia che sarebbero comici se non fossero preoccupanti.

Credo che dovrà venire un’ondata semplificatrice. Perché dobbiamo usare mezzi dispendiosi e complicati per fare operazioni molto semplici, e così sprecare in inutili pastrugni tecnici le energie che dovremmo dedicare alle relazioni umane?

 

"I non abbienti di informazione"

C’è un concetto ben definito nella famosa "Dichiarazione di Bonn": quello dei non abbienti di informazione. Si è fatto troppo poco finora per andare incontro a chi è privato delle fondamentali risorse di comunicazione, compresi i giovani che fra 5 o 10 anni avranno difficoltà a trovare lavoro se non saranno capaci di usare questi linguaggi.

Dobbiamo sviluppare a tutti i livelli le risorse culturali per andare incontro alla nuova economia e alla nuova società: il "mondo connesso".

 

   
 
Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it
  maggio 1998
 

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