Rosa dei venti

I Garbugli della Rete - 14
luglio 1997

Birichini, scioccherelli,
villanucci, smanettoni

 
 
 
 

Chi ha letto i dodici garbugli pubblicati finora, sa che (anche quando scherzo) parlo sempre bene della rete e di chi la frequenta. Non ho cambiato idea. Ma vorrei aprire una parentesi, per chiederci se la usiamo sempre bene o ci sono errori che dovremmo evitare. Non ho la minima intenzione di mettermi “in cattedra”, né la pretesa di insegnare come si fa. So che anch’io spesso sbaglio – e sto cercando di imparare tutti i giorni come muovermi meglio.

Ma ci sono cose che non sopporto. Come quei malandrini che si divertono a infestarci con “catene di Sant’Antonio”, sia che minaccino sciagure a chi “rompe la catena” (e per quanto poco superstiziosi possiamo essere ci inducono a imbarazzati scongiuri) o promettano soldi o regali, quando sanno benissimo che guadagnano solo i primi “furbi” e tutti gli altri ci rimettono. Se una volta erano costretti a spendere soldi e tempo con carta, penna, busta e francobolli, adesso con l’e-mail fare queste bricconate diventa esageratamente facile. Perfino persone che conosco e stimo mi hanno inoltrato qualcuna di queste immondizie... Bisogna stroncarle. Non dico di seppellirli con un “bombardamento” (anche se se lo meriterebbero) ma almeno troncare sempre, spietatamente, la catena.

Ci sono anche gli allarmi ingiustificati. Quante volte abbiamo visto girare un messaggio che dice “attenzione, nel testo tal dei tali c’è un virus”? Al meglio delle mie conoscenze, i virus sono nei file “eseguibili”, e alcune forme maligne si possono trovare in file Word o Excel; ma nessuno in un file di puro testo. È inevitabile, temo, che qualche “spiritoso” si diverta a fare scherzi... ma se gli altri controllassero prima di “spargere voci” staremmo tutti più tranquilli.

E naturalmente c’è lo spamming, cioè la pessima abitudine di mandare in giro messaggi non richiesti. È difficile stabilire dov’è la linea di separazione: spesso riceviamo messaggi da sconosciuti che sono interessanti, o comunque non ci danno fastidio. Ma se ricevo un polpettone di 300 k da qualcuno che vuol vendermi qualcosa che non mi serve, o invitarmi a una mostra di fotografie di lumache a Castrovillari... mi viene voglia di truccare la mia mailbox in modo che solo chi mi conosce mi possa raggiungere (cosa che farei malvolentieri, perché mi capita spesso di ricevere posta interessante da persone che non conoscevo). Forse dovremmo organizzare una vendetta, cominciando col mettere alla gogna in liste pubbliche gli “spammatori” abituali.

Poi ci sono i pasticcioni... che badano troppo a se stessi e non rispettano gli altri. Non è un problema, secondo me, se ogni tanto in una lista si va un po’ fuori tema – e neanche se si scherza e si parla di argomenti “leggeri”. Un po’ di buonumore non guasta. Ma se Tizio ingombra una lista con decine di messaggi per chiacchierare con Tizia su cose che interessano solo a loro due... sta annoiando tutti gli altri.

Insomma credo che tutti dovremmo praticare in rete quella fondamentale forma di cortesia che è “mettersi nei panni degli altri”. Non annoiare con ciò che ad altri non interessa. Non reagire con stizza a un messaggio che non si è ben capito. Non correggere pedantescamente ogni piccolo errore. Non “farci belli” delle nostre, più o meno immaginarie, qualità e virtù... insomma avere una sana dose di autocritica e di autoironia. Chiedo troppo? Forse. Ma se tutti ci badassimo un po’ di più la rete sarebbe più gradevole, simpatica e interessante.

Un discorso a parte meritano gli “smanettoni”, cioè gli appassionati che non resistono se non smontano e rimontano tutto, modificano il software, vanno a cercare sottigliezze e varianti... Devo confessare che mi sono simpatici, anche perché spesso sono più bravi di me e da loro imparo sempre qualcosa. Ma mi fanno un po’ soffrire, perché mi mettono quasi sempre in uno stato di inferiorità. Tuttavia fra le categorie “fastidiose” della rete questa è quella che sopporto più facilmente. Perché anch’io, nel mio piccolo, ogni tanto mi diverto a smanettare... e perché se non pasticciamo un po’ non ci toglieremo mai dalla schiavitù di software troppo complessi, falsamente “amichevoli” e spesso traditori.

Accetto anche con simpatia gli “ignari”, che invece di leggere un manuale e cercare di arrangiarsi si precipitano in giro a chiedere consiglio. Infatti ricevono quasi sempre risposte amichevoli: perché nessuno di noi si accontenta di un freddo manuale o di un astruso help,, ma cerchiamo comprensione e simpatia umana.

E così... ho cominciato col parlare di ciò che non mi piace e ho finito con quelli che mi sono simpatici. Perché nonostante il comportamento sgradevole di alcuni la mia esperienza della rete rimane fondamentalmente positiva.


 

   
 
Giancarlo Livraghi
gian@gandalf.it
  maggio 1997
 



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