labirinto
Il filo di Arianna


giugno 2010

Giancarlo Livraghi


Disponibile anche in pdf
(migliore come testo stampabile)


Il naso di Cleopatra
e le bufale millenarie


Ci sono dubbi, purtroppo giustificati, sulla qualità delle mozzarelle. Ma ovviamente qui si tratta delle “bufale” nell’informazione. Che ci sono sempre state, ma hanno una perversa tendenza a moltiplicarsi in un sistema dominato dalla stupidità della fretta.

Molte sono recenti. “Notizie” di fonte incerta, diffuse talvolta con l’intenzione di ingannare e confondere, ma spesso solo per disattenzione (o per un’esasperata e frettolosa ricerca dello scoop). E, in troppi casi, continuano a diffondersi anche dopo che sono state smentite dai fatti.

Ma non sono poche quelle “antiche”, che si ripetono incontrollate per migliaia di anni. Come ho già osservato in altri casi, è storicamente insostenibile che Nerone abbia incendiato Roma. Ma l’esempio che ci si offre in questi giorni è di 94 anni prima (nel 30 a.C., cioè 2040 anni fa).

Un articolo di Andrea Tarquini pubblicato da La Repubblica il 28 giugno 2010: Non fu l’aspide – Cleopatra morì bevendo cicuta. Può sembrare un dettaglio che interessa solo agli studiosi di storia di quel periodo. Ma offre l’occasione per qualche ragionamento di portata più generale.

Questa è la notizia spiegata nell’articolo. «La tradizione ci narra che Cleopatra si tolse la vita procurandosi il morso di un aspide, o meglio di un cobra egiziano. Non è vero, sostengono lo storico dell’antichità Christoph Schaefer e il tossicologo Dietrich Mebs. Il veleno del serpente avrebbe procurato a Cleopatra una morte dopo ore di sofferenze atroci, e lei lo sapeva. Probabilmente si fece confezionare in Corte una pozione velenosa, un misto di oppio e cicuta, per un addio indolore alla vita. Ma lasciò istruzioni di costruire la leggenda del morso del serpente, per restare nel ricordo dell’eternità».

Lasciamo agli esegeti della storia il compito di verificare se l’ipotesi sia “vera”. Ma è molto plausibile. E non è certo l’unico caso in cui una leggenda non è nata da un “generico” passaparola, dalla fantasia di un cronista o dall’impeto di un poeta, ma dalla precisa volontà di trasmettere “ai posteri” un valore simbolico.

Un altro, significativo aspetto della vicenda di Cleopatra è il motivo del suo fascino. Troppo spesso attribuito alla bellezza fisica. È probabile che fosse una donna attraente. Ma aveva anche ben altre doti. Una greca imperatrice d’Egitto. Colta, intelligente, raffinata, elegante, politicamente abile e ambiziosa.

(È ragionevole chiedersi quanto sarebbe cambiata la situazione politica e culturale, per secoli e millenni, se lei e Antonio avessero vinto la battaglia navale di Azio e avessero preso il potere – ma quella è un’altra storia).

Qui arriviamo alla bufala del naso. Questa è la prima riga dell’articolo in cui si parla del suicidio di Cleopatra. «Il suo naso resterà simbolo immortale del profilo femminile perfetto». L’argomento è tutt’altro, perciò è comprensibile (anche se non perdonabile) che sia stata distrattamente ripetuta anche in quel caso una diffusa, quanto infondata, sciocchezza.

È un dettaglio irrilevante, una cosa del remoto passato, un’innocente banalità proverbiale? No. È un modo sornione di ribadire un concetto pericolosamente stupido: che il successo di una donna, anche di una grande protagonista come Cleopatra, dipenda dal suo aspetto fisico e dalle sue prodezze di alcova. È durato per millenni e continua a imperversare nei pettegolezzi di oggi.

Per anni mi sono chiesto chi fosse lo scemo che aveva inventato la frase «Se il naso di Cleopatra fosse stato più lungo, il corso della storia sarebbe cambiato».

Poi, un giorno, ho scoperto che è attribuita a Blaise Pascal. Come è possibile? Pascal non era né stupido, né ignorante. Infatti aveva detto il contrario. «Se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, sarebbe cambiata l’intera faccia della terra».

Non è difficile sapere qual era l’aspetto di Cleopatra. Basta vedere come era ritratta dai suoi contemporanei. Per esempio in questa moneta.

Cleopatra

Non aveva i lineamenti di una “reginetta di bellezza“. E aveva un naso piuttosto pronunciato. Infatti era questo che intendeva Pascal. Ai suoi tempi era di moda la “fisiognomica”, che collegava quella forma del naso a forza e autorevolezza. Perciò si poteva pensare che se Cleopatra avesse avuto il naso più piccolo non sarebbe stata una così energica donna di potere.

Con le capacità chirurgiche dell’Egitto di allora, avrebbe potuto “rifarsi il naso”? Forse si. Ma non credo che le potesse venire in mente di “abbassarsi” a un trucco così ridicolo.

Non è il giudizio di Paride, né il culto delle apparenze, a fare la storia. Né a dirci quali sono e saranno le protagoniste di oggi e di domani.




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