Spagna/Portogallo - Estate 1997

Iniziamo dal viaggio più lungo: io, la Lella, l'Ape Maya carica come un mulo, Paolo e la Barbara - una coppia di amici - con Ronzindoro (che è un'altra TDM, però rossa e nera). Decidiamo di farci un bel giro, ovviamente senza fissare niente. La meta scelta è il Portogallo, circa 6000 km (saranno 5900). E non sarebbero neanche tanti, se non che abbiamo solo 15 giorni di tempo ....

Il testo che segue riprende, senza nessuna modifica (a parte l'aggiunta delle foto), un messaggio spedito nelle liste dei due gruppi di cui faccio parte.


Eccomi, finalmente trovo qualche minuto (minuto?) per scrivere due (due?) righe sul mio/nostro viaggio di quest'estate.

Partiamo in perfetto orario da Vaiano alle ore 22 circa di domenica 10 Agosto. Subito il primo problemino: si fulmina una lampadina della strumentazione, fortunatamente quella che illumina il termometro. 35 km dopo il primo pieno il tachimetro si azzera (cavo rotto). Comincio a preoccuparmi ... inutilmente, per fortuna.

A Ventimiglia le nostre passeggere cominciano a chiederci quanto manca: "poco" rispondiamo all'unisono. La risposta sarà sempre la stessa ad ogni pieno, cioé ogni 240-280 km ... ;-) Viaggiare di notte è molto rilassante: fa fresco, c'è poco traffico. Teniamo una media piuttosto elevata, considerando le strade (non so se conoscete l'autostrada dei Fiori che porta a Ventimiglia ... un susseguirsi di gallerie e curve piuttosto pericolose, con, sui viadotti tra le gallerie, un vento laterale piuttosto forte) e proseguiamo senza nessun intoppo. Quando inizia ad albeggiare, siamo a 200 km circa dal confine con la Spagna. Nel corso di un pieno ci fermiamo a mangiare qualcosa. Quando usciamo, ci troviamo circondati da nuvole poco promettenti (erano già diverse decine di km che un temporale di dimensioni bibliche ci accompagnava alla nostra sinistra). "Ma no, non piove". Saliamo in moto e giriamo intorno al bar per rientrare in autostrada: la vista ci consiglia caldamente di fermarci immediatamente a metterci le tute. Non facciamo in tempo. Una specie di diluvio universale si abbatte su di noi. Stoici, proseguiamo. Lungo la strada, una processione di macchine ferme a destra con gli SOS accesi comincia a preoccuparci. Insomma, loro avevano preferito fermarsi, noi in moto continuiamo. Ma non andremo molto avanti. A Perpignan (circa 950 km e poco meno di 12 ore dalla partenza), dopo una trentina di km di strada percorsi a 70 km/h e bersagliati da secchiate d'acqua alziamo bandiera bianca. Ci fermiamo in un motel dove rimarremo per l'intero giorno e per tutta la notte seguente, mentre fuori si scatena una specie di uragano.

Io e Paolo a MadridIl 12 mattina si riparte, con un bel sole, destinazione Madrid (650 km). Ci arriviamo tranquillamente. Bellissima, per quel poco che riusciamo a vedere. La sera, paella, cozze e sangria in un ristorante in centro. Sarà l'ultimo pasto decente che faremo per diversi giorni.

Il mattino dopo (13/8), via di nuovo, destinazione Porto (altri 600 km). Attraversiamo il centro della Spagna, percorrendo quasi tutte superstrade e statali, in mezzo a paesaggi lunari e strade diritte che si perdono all'orizzonte. Caldo. Decidiamo di fare una strada secondaria per fare qualche curva: terribile, piena di buche, invasa da ghiaia e terra. Ci stanno lavorando, incontriamo diversi TIR carichi di terra e sassi. La strada scorre vicina ad un fiume chiuso da una diga, molto suggestivo. Arriviamo ad Avila, splendida. Da visitare se vi capita di passare da quelle parti. Foto di rito, poi via di nuovo. Al confine col Portogallo siamo cotti dal sole. Inizia una strada, definita autostrada, piena di salite e discese, con tratti a tre corsie. Camion scassati e lentissimi ci sbarrano la strada ovunque. Polizia in moto ferma ai lati della strada ogni pochi km. Probabilmente la strada viene sfruttata come pista dai motociclisti locali (effettivamente, se fossimo più scarichi, ci sarebbe da divertirsi, camion permettendo), però di moto se ne vedono poche. A sera arriviamo a Porto, che non ci piace granchè. L'unica nota di colore è la zona delle fabbriche dell'omonimo vino, che si vede da un ponte che passa molto più in alto, sopra un corso d'acqua. Scendiamo a Espinho, località balneare sull'oceano, su consiglio di un pittoresco personaggio (che sembra stazioni vicino all'ufficio del turismo, che alle 19 chiude, apposta per dare informazioni ai turisti. Quando ripartiamo lo vediamo chiacchierare, sempre con un "Calippo" in mano, con l'autista di un furgone targato Slovenia). Traffico bestiale. Il posto è così così, dormiamo in una stanza sottoterra, in quattro (la cosa si ripeterà spesso). Fortunatamente i proprietari dell'albergo parlano l'inglese. Il portoghese, almeno per ora, è incomprensibile (dopo qualche giorno, cominceremo a "entrare" un po' nella calata, ma è comunque una strana lingua).

Il 14/8 ci risvegliamo in un posto completamente diverso: nebbia, freddo e vento. Andiamo a vedere l'oceano, che con questo tempo fa un po' paura. C'è qualche ragazzo che fa del surf con quelle tavole corte su cui si va sdraiati a pancia in giù. Naturalmente, siamo gli unici con maglia di cotone e pantaloni lunghi: tutti tranquillamente in costume (saranno abituati? ... mah ...). Ripartiamo, destinazione Figueira de Foz, altro luogo balneare, alla ricerca di un po' di sole. Le strade sono se non altro caratteristiche, non molto trafficate, ma è difficile macinare km, troppi paesi. Vediamo qualche bella casa, ma anche tante catapecchie. A Figueira troviamo una spiaggia impressionante, larga duecento metri ("Per andare a fare il bagno alle tre bisogna partire a mezzogiorno") e lunga un'esagerazione. Il tempo però è sempre lo stesso. Cerchiamo di dormire sulla spiaggia, ma dopo un po' ci svegliamo per il freddo (il 14 di Agosto!). Dormiremo in un albergo, nuovamente in una stanza per quattro.

Probabilmente da queste parti non vedono molte moto: riceviamo ovunque un'"accoglienza" calorosa, ragazzi che urlano per la strada al nostro passaggio, gente che si ferma a guardarci mentre attraversa la strada (con grosso rischio per la loro incolumità), e cose simili.

Fatima 15/8/1997Il giorno dopo (15/8), ancora nebbia, freddo e vento. Via di nuovo, vogliamo vedere Fatima. Il tempo è ancora impressionante: nebbia e, sulla costa, l'onnipresente vento (fortissimo, piuttosto pericoloso a moto cariche). Quando arriviamo è in corso la cerimonia per S. Maria. Folla consistente, qualcuno (molte persone anziane e visibilmente scosse dall'esperienza) fa il giro del santuario sui ginocchi con un Rosario in mano. No comment. Il posto è quanto di più squallido si possa immaginare: un notevole esempio di sfruttamento commerciale.

Al termine della cerimonia, qualche foto e via di nuovo, destinazione Lisbona. La giriamo un po', molto bella la cattedrale, ma abbiamo voglia di mare. La nebbia si è alzata pochi km prima di Lisbona, e cominciamo ad essere stanchi (!). Su consiglio di un ragazzo del luogo (che con un XT250!, passeggera e bagagli, stava tornando da un giro nel nord del Portogallo) incontrato durante la sosta per pranzo e pieno, ci avviamo verso Setubal (splendido il ponte che attraversa lo stretto davanti a Lisbona). Qui dovremo prendere un traghetto che ci scaricherà su una penisola ove c'è un luogo (che si chiama "Troia" :-) ) con, a detta sua, belle spiaggie e bei campeggi. Sempre nella stessa area di servizio parliamo con un ragazzo con un vecchio BMW (il contakm segnava 218000 km !) che, da Palermo, solo, si era fatto tutto il Nord della Francia e della Spagna. Le sue prime parole sono: "Parlate italiano?". Erano 10 giorni che non parlava la sua lingua con qualcuno ... un personaggio. Inizia un problema che mi assillerà per tutto il viaggio (e oltre). Controllo l'olio, messo a livello prima della partenza: secco!! Compro un kg d'olio al distributore, ce lo vuoto dentro, ma il livello è ancora poco sopra il minimo. Alla fine, scopro che in tremila km la moto si è fagocitata 1,2-1,3 kg d'olio. Metto l'olio avanzato nella borsa da serbatoio. Speriamo bene.

Insomma: traghettiamo ... ed inizia un'odissea ...

Scesi dal traghetto, chiediamo informazioni: si, c'è un campeggio; si, è sulla spiaggia. Ci avviamo. La strada è impressionante: scorre al centro di una strettissima penisola, con alberi che crescono sulle dune di sabbia ai lati. Ogni tanto vediamo il mare, bellissimo. Beh, promette bene ... Troviamo le indicazioni per il campeggio. La strada inizia a salire e dopo un centinaio di metri diventa uno sterrato. Beh, col TDM ne ho già fatti, basta stare solo un attimo attenti perchè siamo parecchio carichi (secondo i miei calcoli, abbondantemente sopra i 400kg in ordine di marcia). Proseguiamo. Il sole sta per tramontare. Ad un certo punto, sento la ruota davanti affondare e la moto si intraversa, prima a destra, poi a sinistra ... oddio, il fondo è diventato sabbia!! spalanco gas, esco dalla "pozza", ritorno sul duro ... fiuu!, è andata bene. La cosa si ripete svariate volte, è impossibile capire quando si entra nella sabbia, il fondo sembra uniforme. Non so come, dopo un paio di km, arriviamo al campeggio. Che è, ovviamente, pieno, completo, full. Con noi due tedeschi, un ragazzo e una ragazza, con due moto (lei con un Honda CX500, il "simil-Guzzi", lui con un vecchio 500 4 cilindri in linea), anche loro carichi all'inverosimile. Alla notizia che si deve tornare indietro, le due passeggere danno segni di isterismo. Si sono molto impaurite. Le tranquillizziamo. Tutta apparenza, sta imbrunendo e il viaggio di ritorno preoccupa parecchio anche noi. Ripartiamo. Dopo un po' riesco a capire più o meno dove mettere le ruote: basta seguire le traccie di, probabilmente, uno di quei mezzi a quattro ruote per la sabbia. Lì il fondo è più compatto e segnato dai pneumatici. Per un po' tutto bene. Ci sorpassa un XT600 a velocità molto sostenuta, ma è scarico, da solo e con le gomme tassellate. Lo invidio. Ad un certo punto, la traccia scompare e rientriamo di nuovo in una buca piena di sabbia. Panico, scalcio disperatamente col piede sinistro con la moto completamente di traverso. Fortunatamente l'istinto mi salva: non ho chiuso gas, sarebbe stato botto sicuro. Ne usciamo, con la Lella che quasi piange dallo spavento e urla di andare piano (niente di più sbagliato, sulla sabbia si deve "galleggiare" ... però vaglielo a spiegare, poverina). Quando rimettiamo le ruote sull'asfalto mi pare di aver fatto una sauna. Proseguiamo: ci fermiamo in altri due campeggi, tutti "full", e veniamo entrambe le volte raggiunti dai due tedeschi di cui sopra (complimenti alla signora col CX500, non dev'essere stato facile fare quel rally ... no, proprio per niente) che, al terzo "incontro", ci chiamano da lontano senza neanche fermarsi per chiederci se c'è posto. È notte, cominciamo a disperare. Raggiungiamo Sines, ormai rassegnati a dormire all'addiaccio (la notte fa decisamente freddo) o a proseguire a oltranza. Dopo altri due buchi nell'acqua, le passeggere trovano una sistemazione in una stanza per due. Mangiamo in una bettola vicino al ristorante: sardine sulla piastra (MITICHE!) e un fantastico risotto con un brodo di pesce. Le donne dormiranno, giustamente, sul letto; io e Paolo (il mio compagno di viaggio) nei sacchi a pelo ai lati dello stesso. Mai dormito così bene :-)

Il mattino dopo (16/8) ripartiamo, destinazione Lagos. Siamo in Algarve, il paesaggio si addolcisce un po', si comincia a vedere un po' di vita anche fuori dalle città. Lagos si rivela un paese splendido. Troviamo Casina, dolce casina ... :-)posto in un campeggio con una spiaggia raggiungibile calandosi giù per una ventina di metri da un sentiero MOLTO impervio. Ci riposiamo, prendiamo il sole, facciamo un giro in barca in delle grotte naturali. L'oceano è freddo, ma l'acqua è La "nostra" spiaggia di Lagossplendida. Vale la pena visitarlo. Il campeggio si chiama "Imulagos", ci sono anche dei bungalow piuttosto carini (anche un po' cari, ma niente di che). Il posto è circondato da spiaggie, tutte difficilmente raggiungibili e, conseguentemente, con poca gente e molto affascinanti. La sera rinfresca, ma di giorno l'onnipresente vento è un sollievo.

Il 19/8 ripartiamo per la vicina Faro. Ci arriviamo comodamente, ma il posto non ci piace granchè. Ha sicuramente qualche scorcio caratteristico, ma preferiamo proseguire per Siviglia, non prima di aver fatto una chiacchierata con un Sudafricano che si è trasferito a Faro e gira con un XT350. Si trova davvero di tutto in Portogallo, abbiamo sentito parlare praticamente tutte le lingue del mondo. Questa zona è anche piuttosto densa di turisti italiani (che non abbiamo viceversa incontrato sopra Lisbona). L'Algarve è anche a forte concentrazione motociclistica. Molti italiani e, udite udite, tantissimi TDM!! Da ricordare un ragazzo di Milano, BMWista da sempre, che è passato al TDM perchè "in città e sul misto mi diverto di più ... certo che in autostrada col BMW sempre di essere fermi". Monta un plexiglass più alto e protettivo, marca GIVI (ndr: lo stesso che ho adesso io). Incredibile anche la coppia di Asti che è riuscita a caricare anche un tavolo da campeggio sul portapacchi posteriore.

Siviglia La sera del 19 arriviamo a Siviglia, che ci accoglie con una temperatura di 43 gradi centigradi all'ombra alle 19,30. Chiediamo in un distributore se è normale: ci rispondono che "oggi fa freddo". Scopriamo che il periodo più caldo è fine Luglio, primi di Agosto, quando si raggiungono temperature di 50-52 gradi, sempre all'ombra. Rabbrividiamo (e non è facile). Siviglia è splendida. Ci fermiamo due notti, e riusciamo a vedere le cose principali raccolteSiviglia: Plaza de Toros intorno al centro, entriamo anche alla Plaza de Toros che, per quanto sia contrario alla Corrida (semmai ne parliamo in altra sede), mi è piaciuta molto. La sera vediamo uno spettacolo di flamenco: emozionante, coinvolgente, eccitante, sensuale e chi più ne ha più ne metta.

AlhambraIl 21 siamo a Granada. Purtroppo dobbiamo rinunciare alla visita di Malaga e, soprattutto, di Cordoba: il tempo stringe. Vediamo l'Alhambra (si scrive così?), che non ci eccita più di tanto (splendido il Palazzo e molto belli i giardini Generalife, però Boboli ... ;-) ). Entriamo anche in una specie di Gardaland, con un otto volante da brivido (le donne si astengono ;-), ci saliamo solo io e Paolo), aperto quest'anno.

Il 22 ripartiamo. Vogliamo attraversare la Sierra Nevada. Seguiamo le indicazioni per Motril e dopo aver La Sierra Nevadamancato l'uscita giusta, siamo finalmente sulla strada che la attraversa. Un vento incredibile ci accoglie sulle curve che doppiano le roccie, e la velocità è forzatamente bassa. Ci fermiamo in un paese, e un'occhiata alla carta ci fá cambiare idea: la strada che l'attraversa è lunga 130 km, apparentemente tutta curve e controcurve. Non ce la facciamo, dobbiamo arrivare in Costa Brava. Decidiamo di tornare verso il mare. Il posto però è veramente bello, con pochissima vegetazione e con una vista imponente. Da un passo a circa 2000 mt. vediamo il mare perfettamente.

15 ore e mezzo dopo la partenza da Granada arriviamo alla "mia" Tossa de Mar. Ne sono innamorato, è splendida. Non mi stancherò mai di girare a piedi per le stradine dentro le mura.

Il 25 è il giorno fatidico, dobbiamo tornare in Italia. Prendiamo un po' d'acqua (ci è andata bene, solo due volte in quindici giorni), ma non è il diluvio dell'andata, si viaggia tranquillamente. La prima sosta la facciamo a Montecarlo, che Paolo non aveva mai visto, dove ci fermiamo, sporchi e completamente fuori posto, al Cafe de Paris, davanti al Casinó. Montecarlo è sempre affascinante. In Italia ci accoglie un bel freschino che ci costringe a vestirci come se piovesse. Da Viareggio a casa la facciamo tutta a 160-170, praticamente sdraiati sulle borse da serbatoio.

Concludendo :-)

Quindici giorni per un giro del genere sono pochi. Anche una settimana in più non sarebbe bastata.

Tralascio i commenti sui luoghi visitati, altrimenti non finisco più e mi limito a dare qualche info "tecnica".

Portogallo Le strade sono discrete, ma generalmente molto sconnesse. Le autostrade scarse e piuttosto care. La benzina super costa circa 1700 lire al litro. Per dormire e mangiare (male, quasi sempre) si spende poco, spesso pochissimo. Gli alberghi sembrano puliti. Abbiamo messo sempre le moto in garage chiusi.

Spagna Un po' più cara del Portogallo, ma gli alberghi (non siamo stati in campeggio in Spagna) sono più belli, sempre con l'aria condizionata in camera. La benzina super costa intorno alle 1500 al litro. Ci sono molte superstrade, gratuite, e qualche autostrada, a pagamento (piuttosto care, specie in Costa Brava, senz'altro il posto più "turistico" sulla costa sud). Tutte le strade sono buone, le indicazioni molto chiare e "presenti". Si mangia, in genere, discretamente. Spendendo un po' di più (max 40-45.000 Lit. contro 20-25.000 - non ci sono vie di mezzo) si mangia decisamente bene, naturalmente piatti locali.

Le passeggere Splendide :-) Alla fine delle lunghe tirate davano qualche segno di squilibrio mentale, ma niente che un buon sonno non possa eliminare ; -)

Le moto Perfette, con riserva per il problema dell'olio. Molto dipende anche da come verrà trattato dalla Belgarda (la moto è in garanzia, che per le Yamaha è di tre anni). Vi farò sapere (*). Un cavo del contakm rotto e una spia fulminata non possono essere considerati gravi per una moto che in un anno e tre mesi ha percorso quasi 23000 km (tra l'altro, a parte il problema - congenito - dell'ammortizzatore posteriore, questi sono i primi interventi extra dall'acquisto). La moto di Paolo, stesso modello della mia, più nuova di quasi un anno, ha voluto solo benzina (tra l'altro denunciando un consumo inferiore al mio di un 5-10%). Il consumo mi sembra discreto (come ho già detto, 15-16 km/litro la mia, Paolo veleggia sui 16-17). La moto, anche carica, tiene benissimo medie abbastanza elevate, a patto di non montare il bauletto posteriore (Paolo, che ce l'ha, non riusciva a superare i 150 km/h con tranquillità a causa degli ondeggiamenti che si innescavano). I "piloti" non hanno avuto grossi problemi anche durante le tirate più lunghe (ne abbiamo fatte una di 950 km e una di quasi 1200 km, in un giorno naturalmente, più un discreto numero tra i 500 e i 700 km), salvo l'indolenzimento delle natiche (aehm ;-) ) e, sporadicamente, del polso destro. Le passeggere ... beh, si sono annoiate e, comprensibilmente, stancate. Non ho purtroppo un metro di paragone (è il primo viaggio di questo genere che faccio), ma direi che il comfort è più che buono anche per loro.

Basta così, scusate lo stramegapippone :-)

Gianfranco "Bulletta" Giachetti - G.Giachetti@mclink.it

(*) a tutt'oggi non so esattamente cosa sia successo. Il consumo d'olio, in questo momento, è perfettamente normale. Probabilmente ho stressato troppo il motore, forse il carico e il caldo ha influito.


Ultimo aggiornamento: 04/01/1999