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Lo
sviluppo delle moderne tecnologie informatiche e telematiche insieme ad
altri importanti processi di modernizzazione economico-sociale, come la
terziarizzazione delle organizzazioni produttive e la globalizzazione
dei mercati, ha indotto importanti mutamenti nel profilo del lavoro, in
particolare nei modi, nei tempi e nei contenuti delle attività
lavorative. Flessibilità dei processi produttivi, orientamento
al mercato e attenzione ai bisogni e ai "segnali deboli" provenienti dalle
risorse umane sono diventati principi cardine sui quali fondare l'efficacia
e l'efficienza dell'organizzazione lavorativa e la gestione dei sistemi
produttivi.
In questo scenario in rapido mutamento uno dei fenomeni dai contorni più
affascinanti è certamente il telelavoro. Una forma di lavoro a
distanza, che non potendo essere assolutamente assimilata ad antiche forme
di lavoro a domicilio, ha il merito di portare alle estreme conseguenze
il principio del decentramento spazio-temporale delle attività
lavorative.
Il telelavoro è, sotto molti punti di vista, di moda: non esiste
seminario, convegno, articolo sulle nuove tecnologie dove non si trovino
parole come "telework", "telecommuting" e, appunto telelavoro. Tuttavia
questo non significa necessariamente che tutti ne conoscano il vero significato
o che i manager siano pronti ad adottarlo o "viverlo in azienda". Esiste
ancora un discreto scarto tra il telelavoro parlato e quello realmente
praticato, anche se indubbiamente si tratta di un tema a cui viene dedicata
crescente attenzione per le innumerevoli potenzialità e opportunità
che offre nella ricerca di migliori condizioni di vita e di lavoro.
E' ormai pratica comune associare il tema del telelavoro al mondo della
disabilità: la possibilità di lavorare a distanza fa sperare
in nuove opportunità di accedere al mercato del lavoro, offrendo
soluzioni più flessibili e riducendo il bisogno di fastidiosi spostamenti
da e verso il luogo di lavoro, per un numero crescente di persone che
da sempre fanno parte delle cosiddette categorie sociali "svantaggiate".
E' ormai chiaro che gli orari di lavoro rigidi e i lunghi ed estenuanti
spostamenti quotidiani per raggiungere il posto di lavoro, costituiscono
ostacoli che, seppur impediscano a una persona con una disabilità
di spendere pienamente le sue potenzialità e competenze professionali
sul mercato del lavoro, sono facilmente superabili con le tecnologie ICT
e tramite il telelavoro.
Il telelavoro può certamente rappresentare una soluzione reale
agli specifici problemi per le persone con disabilità. E' però
anche diffusa la preoccupazione che il telelavoro possa ulteriormente
favorire l'emarginazione e la segregazione delle persone disabili all'interno
delle loro abitazioni o in ambienti protetti, anziché essere utilizzato
in funzione di una loro integrazione sociale.
Questo paper intende svolgere un'analisi sulle potenzialità del
telelavoro, nella prospettiva che il lavoro a distanza possa davvero contribuire
a facilitare l'inserimento e l'integrazione nel modo del lavoro di persone
con disabilità fisiche e cognitive, ma con alcune avvertenze e
ad alcune condizioni. A tale scopo il lavoro è organizzato come
segue:
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