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La copertina del cd Abbà Pater.IN OCCASIONE DEL GIUBILEO UN CD
CON I CANTI DEL PAPA

MUSICA DIVINA

        di PIERO NEGRI - foto di Giancarlo Giuliani
    

   Famiglia Cristiana n.11 del 21-3-1999 - Home Page Dal Salmo 26 alle Beatitudini: undici brani in cui la voce di Giovanni Paolo II è accompagnata da un arrangiamento musicale scritto appositamente. Due anni di lavoro, di ricerca scrupolosa. Una collaborazione tra Radio Vaticana, Audiovisivi San Paolo e Sony Music. E un milione di copie distribuite in tutto il mondo.

«Diverso da tutto, da ogni possibile punto di vista». Anche il combattivo Peter Gelb, presidente mondiale della sezione di musica Giovanni Paolo II in atteggiamento di ascolto.classica del colosso discografico Sony Music, incontra qualche problema nel descrivere Abbà Pater. «La cosa migliore che possa dire», prosegue, «è: ascoltatelo. Sono certo che avrete le mie stesse reazioni. Prima un po’ di sconcerto, poi, dopo che avrete ascoltato il cd dall’inizio alla fine, emozione e probabilmente anche entusiasmo. È uno di quei casi straordinari (direi miracolosi, se non temessi di apparire irrispettoso) nei quali la somma di elementi di per sé unici dà luogo ad un risultato artistico ancora più sorprendente».

Gli elementi che si ritrovano in Abbà Pater sono in effetti sorprendenti e unici: c’è la voce di Giovanni Paolo II, presa in prestito dall’immenso archivio della Radio Vaticana. C’è un accompagnamento musicale che si aggiunge alla voce con grande rispetto e coraggio altrettanto grande. C’è, infine, la somma di questi elementi, un cd che contiene undici brani costruiti in questa maniera: si chiama Abbà Pater, esce in questi giorni in tutto il mondo, accompagnato da un video, proprio come si usa fare nel mondo della musica leggera.

A questo punto bisognerebbe anche dire che la Sony Music ne ha stampate un milione di copie come prima tiratura e che Peter Gelb è l’uomo che ha realizzato la colonna sonora del film Titanic, con 27 milioni di copie l’album in assoluto più venduto nel mondo nel 1998.

Un'immagine del videoclip sul Papa. Un'immagine del videoclip sul Papa. Un'immagine del videoclip sul Papa. Un'immagine del videoclip sul Papa.
Un'immagine del videoclip sul Papa. Un'immagine del videoclip sul Papa. Un'immagine del videoclip sul Papa. Un'immagine del videoclip sul Papa.

Alcune immagini del videoclip sul Papa.

Lo diciamo, come è giusto che sia, ma diciamo anche che la storia di Abbà Pater è molto più bella e interessante del consenso anche commerciale che saprà suscitare nei prossimi mesi. È una storia di lavoro e di ispirazione, di meticolose ricerche d’archivio e di sorprendente creatività. «L’idea iniziale è stata mia», racconta don Giulio Neroni, responsabile degli Audiovisivi San Paolo, «da tempo coltivavo il progetto di pubblicare un cd con una Messa cantata inserendo gli interventi del Santo Padre, scegliendo quanto di meglio era disponibile tra le registrazioni della Radio Vaticana. Proprio quando mi decido a parlarne con padre Pasquale Borgomeo, direttore della Radio Vaticana, mi chiama Vincent Messina e mi propone una composizione che si sarebbe sposata perfettamente con quel progetto».

Il presidente di Sony Classical
Peter Gelb.
Il presidente di Sony Classical Peter Gelb.

Così, da questa e altre felici coincidenze che sono tutto tranne che casuali, ha preso forma Abbà Pater. Non che sia stato facile, o che il lavoro sia stato leggero. «Ci sono voluti due anni di lavoro», dice don Neroni, «ho calcolato che ho consultato quaranta volumi degli Acta Apostolicae Sedis, quaranta libroni che hanno all’incirca 1.600 pagine ciascuno. Tutto ciò che il Papa ha detto in pubblico, tutte le preghiere, le omelie, le parole pronunciate in tutte le occasioni sono archiviate così. Poco alla volta mi sono fatto una certa esperienza e ho capito che quando cita qualcuno, Giovanni Paolo II lo fa da attore, mette a frutto l’attività teatrale giovanile per essere più chiaro, più comunicativo. Una volta isolati i testi, non è stato poi così difficile passare ai nastri, conservati con cura dalla Radio Vaticana».

«La Radio Vaticana», spiega padre Pasquale Borgomeo, il direttore dell’emittente della Santa Sede, «ha archivi straordinari, ma non è fatta per produrre cd. Ecco perché è stato importante lavorare con la San Paolo, che è espressione di una congregazione nata proprio con il carisma della comunicazione sociale. A don Giulio ho lasciato volentieri il compito di trovare i musicisti giusti, di trovare un distributore mondiale, ma mi sono riservato l’ultima parola su tutto, anche sulla promozione che la Sony Music vorrà fare, su quello che ora tutti chiamano marketing».

Il Papa in Messico assiste a una danza di origine Maya (agosto '93).
Il Papa in Messico assiste a una danza di origine Maya (agosto ’93).

Non c’è da credere che padre Borgomeo si sia tirato indietro. Anzi. Don Giulio Neroni lascia intendere che la sua sorveglianza sul progetto è stata attenta e continua, e che tutti i passi successivi alla prima fase di ricerca siano stati da lui approvati. Già, perché il progetto iniziale di una Messa cantata si è trasformato poco alla volta in qualcosa di diverso: «C’è stato un lungo lavoro di messa a fuoco del percorso spirituale che avrebbe attraversato il cd», spiega Vincent Messina, che di Abbà Pater ha curato la produzione musicale.

«Siamo così partiti dal Salmo 26», spiega, «dal tema del perdono, della riconciliazione, e da lì abbiamo cominciato a costruire una strada che alla fine si è materializzata in un libretto con i testi. Quando siamo entrati in studio avevamo dunque una traccia e la voce del Santo Padre ripulita di tutti i rumori di fondo tipici delle registrazioni dal vivo. Il fatto straordinario era che già così il cd avrebbe avuto una sua straordinaria bellezza. Il fatto ancora più straordinario è che il lavoro di composizione è stato velocissimo: come se quella voce ispirasse i musicisti, come se in qualche modo dettasse la musica».

Giovanni Paolo II applaude un gruppo di danzatrici in Uganda, nel febbraio ’93.
Giovanni Paolo II applaude un gruppo di danzatrici in Uganda, nel febbraio ’93.

Eccoli allora i musicisti, i compositori dei temi musicali che si accompagnano alle parole del Papa. Non aspettatevi grandi nomi, personaggi da copertina: si chiamano Leonardo De Amicis e Stefano Mainetti, il primo ha scritto nove brani, il secondo due, il primo ha lavorato soprattutto come arrangiatore, il secondo come autore di colonne sonore cinematografiche. «Per sceglierli», dice Messina, «mi sono avvalso dell’esperienza di vent’anni. Volevo evitare di coinvolgere personaggi ingombranti in un progetto che richiedeva soprattutto umiltà. E poi sono convinto delle loro qualità». Elogiate pubblicamente anche da Peter Gelb, che qualcosa di buona musica deve sapere, se ha lavorato a lungo con il grande pianista Vladimir Horowitz.

«In Abbà Pater sono stato coinvolto quasi fin dall’inizio», racconta Leonardo De Amicis, «quando Vincent e don Giulio cercavano i compositori mi sono fatto avanti con un brano che avevo scritto a Lourdes e che per me aveva un significato particolarissimo: proprio da Lourdes era partito un mio personale percorso di riavvicinamento alla fede. Bene, quella composizione si adattava perfettamente al Salmo 26, tanto che ora è sul cd quasi senza ritocchi. L’ho interpretato come un segno e forse con qualche ragione, se nove composizioni su undici sono mie».

Bob Dylan canta davanti al Papa nel concerto tenutosi il 27 settembre 1997 a Bologna. Bob Dylan
canta davanti al Papa
nel concerto
tenutosi il 27 settembre 1997
a Bologna.

«Emozione, paura e felicità. Entusiasmo di essere coinvolto in un progetto di questo valore. Poi, però, soprattutto umiltà»: sono questi gli stati d’animo attraversati da Stefano Mainetti nel corso dell’impegno per Abbà Pater. Che ha interpretato rifacendosi all’esperienza di autore per il cinema: «Per quanto possa sembrare strano», dice, «ho capito che avrei dovuto avere lo stesso atteggiamento: seguire la traccia che avevo (in questo caso le parole del Papa) e non prevaricare. Dovendo musicare un testo di san Francesco mi sono detto: "Ascoltalo". Così ho fatto».

Ci sarà molta curiosità, e probabilmente non tutta benevola, intorno a questo inusuale progetto. Che chiede una cosa sola: di essere ascoltato prima che giudicato. «Ci tengo a sottolineare», spiega don Giulio Neroni, «che non è una semplice antologia di brani tratti dai discorsi del Santo Padre, ma un affresco vocale e sonoro che traduce un discorso lineare, che parte dall’invocazione di speranza del Salmo 26 e si chiude con il "manifesto cristiano" delle Beatitudini, la sfida evangelica che duemila anni dopo la proclamazione è ancora difficile da accettare». «Questo», conclude padre Pasquale Borgomeo, «è un tentativo di parlare ai giovani e ai lontani: la musica è ancilla orationis, è come un anello d’oro che sorregge la pietra preziosa che è la parola del Papa. Non è proprio sterile estetismo».

Piero Negri

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