INTERVISTA A STEFANO MAINETTI

di Giovanni Menicocci

 

1.      Cosa s'intende per "Colonna Sonora"?

 

Per colonna sonora s'intende la parte musicale di un film, da non confondersi con la colonna effetti (curata dai rumoristi) o con la colonna dialoghi (presa diretta dialoghi e doppiaggio)

 

2.      Leggendo la sceneggiatura, come fai a capire che in un determinato punto ci sarà bisogno di commento musicale? Oppure ti basi sul film montato?

 

Non c'e' una regola fissa, spesso si  lavora sul film gia' girato, altre volte, ed è meglio, si comincia prima, sulla sceneggiatura, decidendo di comune accordo con il regista il genere e le scene da commentare musicalmente.

 

3.      Per comporre una musica, da cosa trai ispirazione?

 

Questa è una domanda piu' complessa ed è anche estremamente soggettiva:     Con un serio studio della composizione  puoi affinare la conoscenza della musica e puoi persino riuscire a  suscitare voluti stati d'animo in chi ti ascolta ma l'ispirazione, quella vera, quella che ti alzi di notte e ti scappa da scrivere per forza, quella ce l'hai o non ce l'hai, personalmente la vivo come una necessita',

non potrei farne a meno, ma non so dire da dove venga.

 

4.      Scena per scena, ti basi sul movimento degli attori, sulle loro espressioni?

 

Anche qui non si è ancorati ad un sistema rigido, il tutto varia a seconda del genere e dalle esigenze del film stesso. Con grande approsimazione si puo' dire che scene d'azione richiedono continui sincroni che vanno a sottolineare il movimento, mentre una musica drammatica puo' descrivere "l'anima" di un personaggio senza necessariamente andare a sinc, ma ripeto, non è una regola scritta. 

 

 

5.      Tu hai composto le musiche per circa 100 film, da “Deliria”  di Michele  Soavi a “Silent Trigger”  di Russell Mulcahy alla serie televisiva “Orgoglio"”. I generi sono diversi, dall’horror alla fantascienza al film tv per il grande pubblico. Come si capisce che in base al genere il motivo musicale andrà cambiato? Qual è la differenza tra la scrittura per il cinema e la televisione?

 

 

La musica è più in generale la colonna sonora della nostra vita; a momenti tristi associamo una musica nostalgica, a momenti dolci un tema romantico e cosi' via.

Lo stesso avviene in un film, si cerca di suscitare nello spettatore le emozioni che sono dentro ognuno di noi in relazione alla scena che in quel momento stiamo commentando. Al cinema lo spettatore ci va apposta, pagando, mentre la televisione oggi e' uno strumento di tutti i giorni che troppo spesso viene subìto dallo spettatore. Ne consegue che anche da un punto di vista musicale bisognerà cercare di essere piu' diretti e concisi scrivendo per la tv, cercando di "arrivare" anche alla massaia che in quel momento sta apparecchiando la tavola. Si cerca di piu' la presa immediata sull'audiance televisiva anche per non far cambiare canale, questo vale non solo per la colonna sonora ma anche per le tutte le altre componenti del film.

 

6.      Come si fa a rendere orecchiabile un motivo, tipo le marcette dei film di Fellini musicati da Nino Rota? Con quali disposizioni di note?

 

Il segreto sta nella semplicità e fino a qui tutto bene. Il difficile arriva quando insieme alla semplicita' deve esserci originalita' e non un ripetersi monotono di note che annoia chi ci ascolta. Ogni compositore ha uno stile proprio, o almeno dovrebbe averlo, è come un' impronta digitale, un marchio di fabbrica che lo contraddistingue dagli altri. L'analisi armonica e contrappuntistica di una partitura (quella che tu chiami disposizione delle note) è come l'analisi grammaticale in Italiano: ci fa capire il perche' di certi passaggi e quali sensazioni la disposizione particolare del momento puo' provocare in chi ci ascolta.

 

7.      Il commento musicale sottolinea sempre l’atmosfera di una scena del film, o può anche contrastarla?

 

Parlando di regole, come dicevo prima, si cerca di seguire e di amplificare l'effetto voluto dalla scena aumentandone il pathos e l'impatto emotivo facendo in modo che il risultato sia maggiore della somma degli elementi (scena + musica). Tutto cio' puo' essere ottenuto anche per contrasto. Un esempio per tutti: le dolcissime filastrocche per bambini che spesso accompagnano scene agghiaccianti di film horror.

 

8.      Quando componi, discuti con il regista?

 

Certo, c'e' un confronto continuo e reciproco. Non accade spesso che il regista sappia esattamente cosa vuole dalla musica, si crea piuttosto, nella migliore delle ipotesi, un raffronto dialettico che durera' fino alla fase di postproduzione, quando le musiche ormai composte, arrangiate, dirette e registrate saranno pronte per essere mixate insieme alle altre componenti sonore del film.

 

9.      Quali sono i tuoi compositori preferiti, sia classici che moderni? Qual è il film dove il connubio tra storia, regia e musica è migliore? Come reputi le musiche che Quentin Tarantino usa nei film, varie, identificabili e che fanno intuire subito l’atmosfera?

 

Piu' che agli autori preferiti vorrei fare riferimento ai binomi della storia del cinema riferendomi ai grandi connubi tra compositore e regista. Tra questi mi piace ricordare:

E.Morricone-S.Leone, N.Rota-F.Fellini, B.Hermann-A.Hitchcock, J.Williams-S.Spielberg.

Credo che nei suddeti fortunatissimi "matrimoni" si sia creata una grande sinergia che strizza l'occhio al melodramma, inteso come fusione delle varie forme d'espressione, toccando vertici assoluti nell'arte del comporre musica da film.

Riguardo Quentin Tarantino: Ci sono dei registi che spesso fanno riferimento a musiche gia' note, suscitando nello spettatore un effetto "dejavu" rimarcando cosi' l'aspetto simbolico di certe scene. E' un approccio diverso che fa leva su riferimenti ancestrali della memoria dello spettatore e che, proprio per questo, ci riporta ad emozioni gia' vissute e presenti nel nostro animo.

Un altro regista che amava molto utilizzare grandi classici, anche se con diverso approccio era  Stanley Kubrick.

 

10.    Come hai iniziato? Cosa consigli di fare a chi volesse avvicinarsi a questo mestiere, una scuola? Se sì, quale? Oppure la pratica sul campo?

 

Pensiamo ai compositori classici di un tempo: Quasi sempre su commissione veniva chiesto loro di scrivere un opera oppure una messa o un concerto in onore del sovrano per il quale il compositore era a corte. Oggi non è cambiato molto, ora come allora per trattare l'orchestra in ogni sua forma occorre una profonda conoscenza della musica.

Ho iniziato a studiare intorno ai sei anni e ho continuato fin oltre i trenta. Scrivere musica da film vuol dire saper scrivere musica, è banale ma è cosi', significa che non si puo' fare prescindendo da un serio studio dell'armonia, del contrappunto e della composizione, quella che si insegna in tutti i conservatori del mondo. Lo studio specifico della colonna sonora è ben poca cosa, una volta padrone della materia "musica" con un pò di sensibilita's'impara abbastanza velocemente a muoversi tra i fotogrammi.

 

intervista tratta da "Multiplayer" Giugno 2006