Fino ad ora sottovalutati perché difficilmente dimostrabili, in realtà gli scambi culturali tra gli artisti e i letterati hanno contribuito a caratterizzare l'originalità del Rinascimento italiano. Pinturicchio lavora al pavimento del Duomo di Siena e nella Libreria Piccolomini appaiono evidenti citazioni del Polifilo. Andrea Mantegna e Pomponio Leto, fondatore dell'Accademia Romana, sono compresenti nell'Accademia dei Vertunni di Brescia mentre Giovanni Bellini, che aveva una vigna a Roma dove venne ritrovato uno specchio antico, dipingeva il ritratto di Raffaele Zovenzoni autore dei celebri versi in onore di Francesco Colonna antiquario. Tra gli estimatori del Polifilo anche Jacopo Galli, il banchiere che comprò il Bacco, prima opera romana del giovane Michelangelo Buonarroti. Baldassarre Peruzzi riuscì a rifondare Carpi secondo l'immagine di una novella Roma usando i consigli e le direttive del colto Alberto III Pio allievo di Aldo Manuzio il vecchio, editore dell'Hypnerotomachia. Il pittore Amico Aspertini, come anche l'antiquario carmelitano Fabrizio Ferrarini, si ispirarono ai fregî antichi della città di Roma che furono valorizzati in modo esemplare dalle xilografie in stile egizio del Polifilo di Francesco Colonna romano signore di Palestrina.
condussi un corso sulla Hypnerotomachia per i miei studenti della "Sapienza", ottenendo un grande interesse di ascolto?uno dei miei studenti più illuminati, Stefano Colonna (lo stesso nome del padre di Francesco !) rimase affascinato dall'argomento e da allora (fino ad oggi e al presente libro) si è dedicato con fervida passione, con perizia, acutezza e infaticabile dedizione alle ricerche su Francesco Colonna romano, ricavando una serie di dati utili a comprendere gli ambienti in cui il Colonna doveva muoversi, i suoi rapporti, le sue fonti, i contatti e le contiguità con personalità come Martino Filetico, Giovanni Gioviano Pontano, Gentile Virginio Orsini, Giovanni Colonna e Evangelista Maddaleni di Capodiferro, i Barbarigo, Sisto Medici e molti altri.
Maurizio Calvesi
il potere enigmatico del Polifilo risiede in larga misura nell'intreccio tra editore, illustratore e autore, qui esplorato in un contesto che porta da Napoli a Venezia, su un arco di mezzo secolo fra il pontificato di Pio Secondo fino alla Roma dei Borgia. Stefano Colonna ci dimostra perché e come un libro pubblicato da un romano stabilito a Venezia possa esibire le caratteristiche di diverse regioni italiane, composto com'era da persone in movimento fra diverse realtà e diversi tempi ? In questo libro bello e grande su un altro libro bello e grande, il contributo di Stefano Colonna allo studio del Polifilo è molteplice, offrendoci un ampio apparato di fonti primarie, diverse chiavi di lettura, un ritratto di un esteso ambiente umanistico (e non solo) nell'Italia del Quattrocento e la certezza che tramite la scrittura, l'arte e la memoria, i fiori appassiti dell'antichità e del Rinascimento possano non solo tornare a vivere, ma persino produrre tanti nuovi frutti.
Ingrid D. Rowland
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