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"Common sense in chess"  di  E. Lasker

Centro Editoriale Imperiese

(Traduzione di Roberto Bianchin)

 

Questa è la prima parte della "lezione n°9" , impartita dal grande E. Lasker ad un gruppo di scacchisti londinesi nella primavera del 1895, e tratto da "Common sense in chess", scritto dallo stesso Lasker e pubblicato dal Centro Editoriale Imperiese in lingua italiana, grazie alla traduzione del socio Roberto Bianchin.

 

""" Signori: i principi della difesa saranno l'argomento della nostra lezione di questa sera. Se l'attacco è il procedimento per cui vengono eliminati gli ostacoli al nostro cammino, la difesa è l'arte (da notare che per Lasker l'attacco è un "procedimento", mentre la difesa è una "arte") di rinforzarli, di dare solidità alla vostra posizione e sviare il colpo diretto contro di essa. Quando la vostra posizione non è inferiore a quella del vostro avversario e lui, nonostante ciò, si prepari ad attaccarvi, ignoratelo e sviluppate le vostre forze di riserva; evitate l'attacco con il minor numero di mosse difensive possibile (come un pugile di valore che, in un attimo e con un movimento quasi impercettibile, evita il colpo) e preparate un veloce contrattacco. Nel caso voi, tuttavia, siate stati così sfortunati da compromettere la vostra posizione, da dare al vostro avversario un innegabile motivo ed un tangibile oggetto da attaccare (cosa che può accadere al migliore e più cauto dei giocatori come risultato di un attacco senza successo), dovete agire in modo molto diverso. Anche in questo caso il buon senso ci dice esattamente come procedere. Ogni posizione includerà punti, che sono esposti all'azione delle forze avversarie, ed altri punti che sono ben protetti. Un attacco si dirigerà prima di tutto contro i vostri punti deboli (per esempio, contro i pedoni g ed h dopo l'arrocco corto, o contro il Cf3, ecc.). Quindi voi, prima di tutto, evacuerete queste case, sia che siano occupate da pezzi importanti come la donna o una torre, sia che siano occupate da un cavallo oppure da un alfiere. Di seguito dovrete proteggerle, ponendo i pezzi (che fungono da supporto) su case non facilmente accessibili al nemico. Il resto del vostro esercito troverà il migliore impiego nell' impegnare le riserve del nemico; forze cui il nemico dovrà dedicare tempo e lavoro per poterle utilizzare ai fini del suo attacco. L'oggetto dell' attacco del vostro avversario è, parlando in generale, il cambiare la posizione dei vostri pezzi, in una certa area della scacchiera, con la forza. Astenetevi dal cambiarla volontariamente, a meno che non vi siano ragioni più importanti. Questo è il punto in cui la maggior parte dei giocatori fallisce; per esempio, per evitare l'attacco di un cavallo o di un alfiere che si posizioni in g4 (g5), loro spingono in h3 (h6), perdendo una mossa e, comunque, come regola generale, indebolendo la forza difensiva della catena di pedoni sull'ala; oppure spingono il pedone g in g3 (g6) per allontanare un cavallo posizionato in f4 (f5) che, anche se ben piazzato, di solito non è pericoloso quanto la metà di questa mossa; oppure ritirano un pezzo perchè può essere fatto arretrare dall'avversario. Aspettate con tutte le mosse di questo genere fino a che l'avversario non abbia sprecato un po' di tempo, oppure modificato la posizione, rinunciando, nel complesso, a parte del suo controllo su queste case. Per il resto, i vostri movimenti di difesa dovranno, ovviamente, essere conseguenti agli obiettivi degli attacchi del nemico. Potreste, quindi, rivedere le regole dell'attacco, considerando come vostro obiettivo principale il prevenire il vostro avversario dal creare case forti vicino alla vostra linea di difesa. Ciò è la chiave di tutto ... """

 

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