Da uno scritto del critico d'arte Luigi Tallarico

 


Nelle opere di Duilio Marchesini risalta l'intento di rappresentare un mondo che da' significato alla vita e consistenza spirituale alla forma-colore dell'arte.

L'esperienza dell'artista si e' maturata nell'ambito di una traduzione linguistica che ha avvertito il passaggio, dalla categoria grammaticale dell'impressionismo allo scuotimento della forma dell'espressionismo. Egli ha guardato certamente alla qualita' del " tempo che fa " in ambito impressionista, ma non ha trascurato di congiungere il particolare delle cose all'unita' dell'opera, caricandola di una tensione interna che coordina e non fa esplodere in superficie il grido inarticolato dell'espressionismo.

In effetti, Marchesini ha evitato la lacerazione dell' anima e la conseguente deformazione dell'immagine, proprio perche' ha caricato la sua figura di quell'energia potenziale e soprattutto di quel trascendentalismo che danno forza spirituale al contesto e percio' una vibrazione in superficie, capace di far sussultare la forma ideale del classicismo.

Di fatto l'artista riesce a dare con la pregnanza costruttiva del colore-forma una rappresentazione metaforica della realta', come dire un significato spirituale e una consistenza di fede alle drammatiche aspettative della vita.


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