Frasi e filosofie ad uso dei Saturnisti

This is a new weblog. You can replace this text with an introduction to your blog, or just delete it if you wish. To add an entry to the weblog, add a new page using the “Pages” button in the toolbar. For more information on blogging with Sandvox, please have a look through our help guide.

Robert Musil, "L'uomo senza qualità"

Chi voglia varcare senza inconvenienti una porta aperta deve tener presente il fatto che gli stipiti sono duri: questa massima alla quale il vecchio professore si era sempre attenuto è semplicemente un postulato del senso di realtà. Ma se il senso della realtà esiste, e nessuno può mettere in dubbio che la sua esistenza sia giustificata, allora ci dev'essere anche qualcosa che chiameremo senso della possibilità.

Chi lo possiede non dice, ad esempio: qui è accaduto questo o quello, accadrà, deve accadere; ma immagina: qui potrebbe, o dovrebbe, accadere la tale o la talatra cosa; e se gli si dichiara che una cosa è com'è, egli pensa: be', probabilmente potrebbe anche esser diversa. Cosicché il senso della possibilità si potrebbe anche definire come la capacità di pensare tutto quello che potrebbe egualmente essere, e di non dar maggiore importanza a quello che è, che a quello che non è. Come si vede, le conseguenze di tale attitudine creativa possono essere notevoli, e purtroppo non di rado fanno apparire falso ciò che gli uomini ammirano, e lecito ciò che essi vietano, o magari indifferenti e l'uno e l'altro. Questi possibilisti vivono, si potrebbe dire, in una tessitura più sottile, una tessitura di fumo, immaginazioni, fantasticherie e congiuntivi; quando i bambini dimostrano simili tendenze si cerca energicamente di estirparle, e davanti a loro quegli individui vengon definiti sognatori, visionari, pusilli, e saccenti o sofistici.

Alejandro Jodorowski, "Psicomagia"

Un giorno Lihn e io abbiamo deciso che dovevamo camminare sempre in linea retta, senza mai deviare. Mi spiego: se durante una passeggiata ci imbattevamo in un albero, invece di girargli intorno ci arrampicavamo in cima e, una volta raggiuntala, continuavamo la conversazione. O ancora: se il cammino veniva ostruito da una macchina posteggiata, ci salivamo sopra e camminavamo sul tetto... Di fronte a una casa, suonavamo il campanello, entravamo dalla porta principale e uscivamo da dove potevamo, a volte da una finestra. La cosa importante era camminare sempre in linea retta senza preoccuparsi degli ostacoli, agendo come se non esistessero.

Chissà quanti problemi avete avuto...

No, perché? Dimentichi che il Cile era un paese poetico. Ricordo di aver suonato ad una porta e di aver spiegato alla signora che ci era venuta ad aprire che eravamo poeti in azione e dovevamo attraversare la sua casa in linea retta. Lei ha capito perfettamente e ci ha fatto uscire dal retro.

Cristiano M. Gaston, frase apodittica dopo lauta cena

Di tre cose sole sono sicuro: il cielo stellato sopra di me. La legge morale dentro di me. E uno spazio per il dolce.

Karl Kraus, "Detti e contraddetti", 1909-1918

Gli artisti hanno il diritto di essere modesti e il dovere di essere vanitosi.

Wassily Kandinsky, "Lo spirituale nell'arte", 1909

I conoscitori ammirano la fattura (come si ammira un acrobata) e gustano la pittura (come si gusterebbe una focaccia). Le anime affamate restano affamate. La grande massa gira per le sale e trova tele "carine" e "meravigliose". Chi poteva parlare non ha detto nulla e chi poteva udire non ha udito nulla. E' questa "l'art pour l'art". (...) Un'arte simile può solo riprodurre ciò che è già nettamente nell'aria. L'arte che non ha avvenire, che è solo figlia del suo tempo ma non diventerà mai madre del futuro, è un'arte sterile. Ha vita breve e muore moralmente nell'attimo in cui cambia l'atmosfera che l'ha prodotta. Anche l'altra arte (...) è radicata nella propria epoca, ma non si limita ad esserne un'eco e un riflesso; possiede invece una stimolante forza profetica, capace di esercitare un'influenza ampia e profonda.

Karl Kraus, "Detti e contraddetti", 1909-1918

Un'arte esclusiva è una mostruosità. Sarebbe come abbandonare l'arte alla marmaglia. Perché è pur sempre meglio che tutta la marmaglia abbia libero accesso, piuttosto che soltanto una sua frazione.

Mario Carli, "Retroscena", 1913

Ma come è possibile comporre al tempo stesso l'opera e la sua critica? Quale scandalo porterebbe mai una simile audacia tra i "patres coscripti" dell'arte? Già li sento: "Non si può, non si può: l'arte è rinunzia". L'arte? E perché si deve fare dell'arte? Chi l'ha detto? Chi ha inventato questo fascino-spauracchio, questa parola piccola ed enorme, che ha posto in dissidio tra loro tutti gli uomini che l'hanno pronunziata? Io vorrei essere un genio, per dimostrare che si possono fare dei capolavori profondamente inartistici.

Alessandro Pesciotti, conversazione privata, maggio 2001

Morirei, per vivere in eterno.

Umberto Boccioni, "Pittura e scultura futuriste", 1914

Lo sviluppo del senso collettivo ha creato un mostro nuovo: il PUBBLICO. L'artista, questo eroe convenzionale, è paralizzato dal terrore di dover combattere con lui... È una conseguenza della democrazia... Il pubblico invece è un animalaccio istintivo, il quale in fondo segue l'istinto che lo conduce alla ricerca di una guida, di un padrone, quindi di una forza. Però il pubblico, schiavo dell'abitudine come tutti gli esseri inferiori, si ribella alle forze nuove. E più sono nuove e meno le accetta, finché il tempo attraverso opere mediocri e divulgatrici non gli dia la possibilità di capire e farsi guidare di nuovo.

Raymond Radiguet, "Regola del gioco", 1920

Ogni giorno ci chiedono se Satie, Picasso sono sinceri. Non ci chiedono mai se il pubblico è sincero nei suoi odi e nei suoi affetti.

Cristiano M. Gaston, Evoluzione Saturnista © 2009