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Ponti di Roma

 

TIPO ITINERARIO

 

DIFFICOLTA'
PARTENZA Castel S. Angelo
LUNGHEZZA Km 17.5
CARATTERISTICHE

Percorso privo di difficoltà

NOTIZIE STORICO - AMBIENTALI

Il Tevere. E' uno dei fiumi più interessanti del mondo per la grande e gloriosa storia svoltasi per secoli lungo le sue sponde romane. Nell'antichità le navi, dopo aver solcato il Mediterraneo, risalivano il Tevere con la forza dei remi e con quella delle funi manovrate dagli scavi. Il punto di approdo si chiamava 'Navalia' e sotto l'impero era situato presso il ponte di Agrippa. La navigabilità del Tevere diminuì con la decadenza dell'impero, ma fu ripresa più tardi dall'autorità pontificia e continuò sino al 1860. I Romani bevvero l'acqua del Tevere e quella delle sorgenti locali sino al 312 a.C., anno in cui Appio Claudio costruì l'acquedotto che portò a Roma nuova acqua, che da lui prese il nome di Appia. A chi visiti la città è facile rintracciare sulle facciate degli edifici le lastre di marmo che ricordano le piene del Tevere, assai frequenti e talora disastrose. Alla storia di Roma si riannoda la tradizione dei ponti sul Tevere, la cui arte di costruzione risale ai tempi più remoti, perché i Romani curarono in modo speciale questa parte dell'architettura idraulica. Nei primi anni Roma ne ebbe due soli: il Sublicio, alle falde dell'Aventino, eretto in legno da Anco Marzio e reso celebre dalla leggenda di Orazio Coclite, e l'Emilio, il primo edificato in pietra, iniziato da Marco Emilio Lepido e terminato da Scipione l'Africano. Nel Medio Evo Roma aveva i seguenti ponti: Milvio, Adriano, Fabricio, Neroniano in Sassia, di Antonio in Arenula, di Graziano, dei Senatori, di S. Maria, di Teodosio e di Valentiniano.
Ponte Sant'Angelo. Apparteneva alla Strada Papale ed era il più grande fra quelli antichi. Nessun barbaro e nessuna inondazione del Tevere riuscì mai a demolirlo completamente. All'inizio si chiamava Ponte Elio dal nome di Elio Adriano che lo costruì all'epoca in cui eresse il proprio mausoleo. Il nome attuale lo conquistò solamente nel Quattrocento. Da ammirare gli splendidi angeli del Bernina.
Ponte Sisto. Non è altro che l'antico Ponte Aurelio e porta nel cuore di Trastevere, nella parte più caratteristica del rione. Papa Sisto IV lo commissionò nel 1474 e i papi che gli succedettero lo fecero restaurare più volte. Il famoso 'Occhialone' è sempre servito da segnale infallibile nelle inondazioni del Tevere.
Ponte Cestio. Collega l'isola Tiberina a Trastevere e porta incisi i nomi degli imperatori bizantini che lo restaurarono nel 370 d.C.
Ponte Emilio. Si chiamò poi Ponte Santa Maria. Oggi rimane solo un arco staccato dalla sponda. La gente lo chiama appunto 'Ponte Rotto'.
Ponte Fabricio. Chiamato anche Ponte Quattro Capi, è il più antico fra quelli completamente conservati (salvo parapetti pù volte rifatti( e fu il primo a unire l'Isola Tiberina alla terraferma. Fu detto anche 'Ferrato' per la grande quantità di catene di ferro dei mulini pensili circostanti.
Ponte Milvio. Il Ponte Milvio o 'Molle' serviva di accesso alla via Flaminia. Si pensa che già esistesse nel 534 a.C., pavimentato a grosse pietre poligonali, come le vie consolari.

NOTIZIE SUL PERCORSO

Partendo da Castel S. Angelo, si discende il Tevere, seguendo la sua riva destra, percorrendo il Lungotevere nelle sue varie deniminazioni (Vaticano, in Sassia, ecc.) superando i ponti S.Angelo, Vittorio Emanuele II, Pr. Amedeo Savoia Aosta, Mazzini, Sisto, Garibaldi, Cestio (Isola Tiberina), Palatino.
Arrivati a Piazza di Porta Portese si attraversa il Tevere sul ponte Sublicio e si torna indietro seguendo i Lungotevere Testaccio, Aventino, Pierleoni, Cenci, ecc., superando, oltre a quelli già citati, i ponti Emilio e Fabricio dell?isola Tiberina, e, oltre ponte S. Angelo, i ponti Umberto I, Cavour, Margherita, Nenni, Matteotti, Risorgimento, Duca d'Aosta sino a Ponte Milvio.
Qui si riattraversa il Tevere ritornando al punto di partenza lungo la pista ciclabile.