La città
sorge in corrispondenza del XII miglio dell'antica via Gabina che fu ribattezzata in
seguito via Prenestina.
In epoca arcaica fu una colonia latina di notevole importanza culturale, dovuta alla
posizionbe strategica rispetto alle antiche popolazioni presenti sui Colli Albani e alla
sua dislocazione nel settore ad Est di Roma, dove esistevano importanti centri come Tibur
e Praeneste.
L'abitato s'insediò lungo una fascia che costeggiava la sponda del lago Castiglione,
prosciugato alla fine del XIX secolo; nell'Età del Ferro la zona era già stata
probabilmente occupata da un villaggio in località Osteria dell'Osa, cui probabilmente si
riferisce la necropoli coeva scavata nelle vicinanze. Alla fine del VI secolo a.C. Gabii
gravitava nell'orbita di Roma, alla quale fu legata con un trattato d'alleanza stretto
all'epoca di Tarquinio il Superbo. Il epoca sillana la città e il suo territorio furono
oggetto di una deduzione coloniale, evento che favorì un certo impulso edilizio in ambito
urbano.
Alla fine dell'epoca repubblicana la zona era, però, ormai in decadenza e nell'età
imperiale la vita dell'abitato era legata in parte ad un'economia di tipo agricolo, in
parte ai commerci che si svolgevano lungo la via Prenestina.
L'acropoli della città si localizza nella collinetta più settentrionale, dove sorge la
torre di Castiglione, mentre in epoca imperiale il centro si estese lungo la zona
meridionale del lasgo; qui già esisteva da tempo un santuario extraurbano, identificato
dagli studiosi come il tempio di Giunone Regina, ricordato in un passo dell'Eneide di
Virgilio.
Il tempio occupa il centro di un magnifico complesso, creato unitariamente in probabile
epoca arcaica, attualmente visibile in un suo rifacimento datato alla fine del II secolo
a.C. o in epoca sillana. Il tempio si ergeva al centro di una piazza rettangolare
circondata da portici e taberne, aperta sul lato frontale dalla parte della via
Prenestina, con un emiciclo identificato come cavea di un teatro che utilizzava
scenograficamente il pendio della collina. I resti più monumentali che caratterizzano il
paesaggio sono quelli relativi alla cella del tempio costruita, come tutto il complesso,
nella tipica pietra locale chiamata dagli antichi "lapis gabinus". Le
Tracce delle cave di questa pietra, molto usata sin dall'epoca repubblicana,
caratterizzano l'aspetto di tutta l'area.
Nella zona a Sud della città sono invece visibili i resti della
chiesa di S. Primitivo, testimonianza di una delle ultime fasi della vita
dell'abitato. |