Canon PowerShot 600
di Andrea de Prisco
Si chiama PowerShot 600, e' gia' sul mercato da diverse settimane e, con suo prezzo al pubblico paragonabile a quello di una videocamera amatoriale (meno di due milioni), si propone quale soluzione consumer per utenti - giustamente - esigenti, ma anche in ambito "professional moderato" dove non e' richiesta una gran qualita' delle immagini, ma e' molto piu' importante la loro immediata fruizione digitale (perizie assicurative, world wide web publishing, ecc. ecc.). Come la totalita' degli apparecchi di questo tipo, non offre capacita' fotografiche professionali o semiprofessionali (si tratta di un apparecchio completamente automatico con qualche minima possibilita' di intervento da parte dell'utente), ma e' in grado di fornire risultati comunque interessanti. Per memorizzare le sue immagini utilizza un alloggiamento per schede PCMCIA: la gradita' novita' (per un apparecchio di questa fascia) e' rappresentata dal fatto che, per la prima volta, la predisposizione e'... del terzo tipo (type III) consentendo cosi' l'utilizzo perfino di piccoli hard disk rimovibili per un'autonomia di ripresa dell'ordine delle migliaia di immagini.
Compatta e leggera
La finitura estetica della PowerShot 600 e' un vivace
grigio metallizzato su un corpo macchina realizzato interamente in plastica.
Apparentemente poco robusto, ma certamente molto leggero: "indossata"
a tracolla la fotocamera, finisce per scomparire rapidamente dai nostri
pensieri per quanto e' leggera. Frontalmente troviamo l'obiettivo di ripresa
(focale 7 mm, eq. al 50 mm nel formato 135, luminosita' f/2.5), il gia'
citato flash elettronico automatico, il pulsante di scatto e un minuscolo
comando per attivare o disattivare il lampeggiatore. Nascosto da una copertura
rossa e' presente un illuminatore ausiliario per attuare la corretta messa
a fuoco anche al buio assoluto. Sul lato sinistro e' presente l'interruttore
di alimentazione che provvede anche a proteggere con una palpebra l'obiettivo
di ripresa mentre sul fondello della fotocamera troviamo l'attacco per
il treppiedi, la sede per la batteria ricaricabile NiCd (sostituibile,
all'occorrenza, da un opzionale contenitore per normali pile stilo) e il
connettore per la "docking station". Questa
altro non e' che un'intelligente unita' base da lasciare sempre collegata
al computer via porta parallela (al momento sono "tagliati fuori"
tutti gli utenti Mac!) alla quale si collega e scollega l'apparecchio fotografico
con un semplice gesto. La stessa unita' e' a sua volta dotata di attacco
treppiedi (nonche' di collegamento per il telecomando a filo) e funge cosi'
anche da dispositivo di aggancio/sgancio rapido dal cavalletto. Sul lato
superiore troviamo un piccolo display a cristalli liquidi per impostare
e controllare le varie funzioni, un comando rotante per selezionare l'automatismo
totale, la modalita' "custom" e la possibilita' di cancellare
l'ultima foto scattata o l'intera memoria; due pulsanti per registrare
i messaggi vocali e impostare la messa a fuoco macro; un comando "Quality"
per regolare il fattore di compressione JPEG utilizzato. Utilizzando "Fine"
ogni immagine occupa 150 kbyte, con "Normal" si scende a quota
75 e mentre 43 KB sono sufficienti in modalita' "Economy". Ovviamente
piu' e' alto il fattore di compressione, minore sara' la resa qualitativa.
In modalita' Custom, oltre ad impostare l'autoscatto a 2 o a 10 secondi
(il primo, volendo, puo' sopperire all'assenza di una presa sull'apparecchio
per scatto flessibile), e' possibile selezionare la modalita' di salvataggio
non compressa (Raw) che, a fronte di un utilizzo pressoche' spropositato
di memoria, permette di non perdere nemmeno il piu' infinitesimale dettaglio
riconosciuto e riportato dal sensore CCD.
Il software a corredo
Con la PowerShot 600 e' fornito il driver TWAIN di acquisizione delle immagini e un programma di fotoelaborazione digitale della Ulead Systems: PhotoImpact. Tutto in versione Windows non essendo ancora disponibile la soluzione per Macintosh/Power Macintosh. Il driver fornito a corredo e' facile da utilizzare e funziona correttamente. Tramite questo possiamo ruotare e scaricare le immagini e i suoni dalla macchina collegata via porta parallela, ma anche settare data e ora della fotocamera. Le stesse operazioni possono essere fatte direttamente da scheda PCMCIA se il nostro computer dispone di un apposito alloggiamento di questo tipo (il formato file e la formattazione sono comunque standard ed e' quindi possibile accedere anche direttamente alle scheda come fosse un floppy disk qualsiasi). Di ogni immagine possiamo conoscere data e ora dello scatto, qualita' impostata e risoluzione utilizzata (832x608, 640x480, 320x240).
Concludendo
Diamo un'occhiata al prezzo. La PowerShot 600 costa un milione ottocentocinquantamila (oltre l'IVA). Se possono sembrare tanti e', come sempre, necessario tener conto anche dell'attuale mercato e del prezzo medio delle fotocamere di questo tipo, piu' o meno tutte intorno a quella cifra. Come ogni cosa in ambiente digital-elettronico e' certamente destinata a subire un progressivo riposizionamento di prezzo nel medio-breve termine o, come spesso accade, potrebbe essere riproposta tra qualche tempo in versione migliorata (ottica zoom? display a colori LCD sul retro? mirino reflex?) allo stesso costo. Ma aspettare vuol dire rinunciare, visto che il "circolo vizioso", in quanto tale, non permette vie di fuga considerando che il problema rimarra' riproponendosi nuovamente all'occasione successiva. Non c'e' che fare: sono le dure leggi del mercato... digitale.